I cristiani omosessuali francesi e le parole di papa Francesco
Intervista di William Stoll a Patrick Sanguinetti, presidente del David et Jonathan (movimento di cristiani omosessuali francesi), tratta da Le Nouvel Observateur, 30 luglio 2013, libera traduzione di Marco Galvagno
“Chi sono io per giudicare gli omosessuali”, sull’aereo che lo riaccompagnava dal suo soggiorno in Brasile papa Francesco ha parlato apertamente del tema dell’omosessualità, pur condannando le lobby gay.
Un passo avanti accolto con prudenza da Patrick Sanguinetti, presidente di David e Jonathan (movimento degli omosessuali cristiani francese) che ci dice la sua opinione sul discorso del papa.
Papa Francesco ha confidato di non voler giudicare gli omosessuali che cercano il Signore con buona volontà. Si tratta di un’evoluzione?
Non c’è niente di nuovo sotto il sole del Vaticano. Nel catechismo ufficiale della chiesa cattolica redatto dal cardinale Ratzinger, poi Benedetto XVI, si dice chiaramente che la persona omosessuale non deve essere respinta, ma che l’atto in sé é condannabile. Ciò che ha appena dichiarato papa Francesco è in linea con questo testo.
Però bisogna riconoscere che dopo molte dichiarazioni da parte di esponenti ecclesiastici avvenute in Francia durante il dibattito sul matrimonio gay, queste parole moderate ci confortano. C’è un cambio netto di toni, anche se non si tratta d’una vera rivoluzione.
Possiamo parlare di un primo passo verso i gay?
In un certo senso si cambia il tono rispetto a cardinali che hanno paragonato il matrimonio gay alla poligamia e alla pedofilia. Per la prima volta sono prese di posizioni moderate, abbiamo l’impressione che la chiesa si sia resa conto della durezza usata verso i gay. Forse ha la coscienza sporca rispetto alle parole offensive e aggressive usate in passato nei loro confronti.
Dopo queste parole concilianti quali atti concreti si aspetta dal Vaticano?
Nel 2005 papa Benedetto aveva dato istruzioni che dicevano di non ordinare preti i candidati omosessuali. é una decisione grave, poiché la persona omosessuale veniva giudicata, contrariamente al suo predecessore papa Francesco dà l’impressione di voler ritornare all’importanza della persona omosessuale.
Così ci aspetteremmo che alle parole seguano i fatti e che venga rivista questa disposizione del 2005. C’è nel discorso di papa Francesco una timida dolcezza francescana che accogliamo. Ci auguriamo che gli omofobi nella chiesa ascoltino il papa : Bisogna smetterla di insultarci, ingiuriarci e di pensare che siamo esseri perversi e immaturi.
Papa Francesco ha anche ricordato che l’omosessualità resta un atto disordinato?
Su questo punto ha solo citato il catechismo ufficiale della chiesa cattolica. Questo prova che in fondo la chiesa cattolica non è poi cambiata così tanto. Ed è per questo che aspettiamo i fatti. Smettiamola con l’ipocrisia, si può essere omosessuali e ottimi preti.
Il papa condanna la lobby gay, anche lei si sente preso di mira?
Che il Vaticano lasci fare il suo lavoro alla lobby gay. Se per questo esiste anche una lobby cattolica che è l’Opus Dei. E’ un pò come un ospedale che se ne infischia della carità. Vogliamo semplicemente essere un gruppo che fa pressione e che possa constatare un giorno che v’è un’uguaglianza di diritti tra le persone eterosessuali e quelle omosessuali.
Fino a quando non si riconoscerà che l’amore omosessuale è autentico ci sarà una lobby gay. Abbiamo il diritto d’organizzarci per far progredire i nostri diritti e fare arretrare l’omofobia.
Testo originale: Le pape et l’homosexualité : “Un changement de ton”