“Mio figlio sarà felice?”. Le domande dei genitori quando un figlio è omosessuale
Testo tratto dalla brochure “Ma fille, mon fils est homo. Qu’est-ce que ça change?”, edita da Exaequo (Belgio), pp.21-23, liberamente tradotta da Domenico Afiero
Da quando sai che tuo figlio è gay ti fai forse una serie di domande sul suo futuro, domande come «Sarà felice mio figlio?», «Rischia di sentirsi escluso a causa della sua omosessualità?» oppure «Mio figlio corre più rischi degli altri per contrarre malattie tipo HIV oppure AIDS?».
Più tuo figlio vive bene la sua omosessualità, più sarà in grado di progettarsi il futuro, di vivere e, quindi, badare a sé e alla sua salute. «Quello che auguriamo a nostro figlio, prima di tutto, è la felicità».
Rifiutare l’omosessualità del proprio figlio
Non importa le cause che spingono un giovane a non avere un’immagine positiva di sé, i comportamenti che nascono come conseguenza sono molteplici: solitudine, angoscia, alcolismo, abuso di farmaci, consumo di droghe, repulsione per il proprio aspetto fisico, problemi alimentari o rapporti sessuali non protetti.
Quando si tratta di omosessualità, non accettare il proprio orientamento sessuale può portare tuo figlio a provare un’omofobia interiorizzata, cioè un odio verso se stesso. Questa omofobia interiorizzata è tipica di molti gay maschi e femmine che, sin dalla più tenera età, hanno interiorizzato dei cliché negativi sull’omosessualità.
Autostima e rispetto di se stessi
L’autostima corrisponde alla maniera in cui si percepiscono i valori e le proprie capacità. Come esseri umani, l’autostima ha un ruolo di primo piano per il benessere morale e fisico della persona. L’autostima ha uno stretto legame con il rispetto di se stessi.
Le conseguenze di una pessima autostima, per una persona gay, devono essere prese sul serio in quanto si può arrivare a un comportamento autodistruttivo che, talvolta, porta al suicidio o a pensieri suicidi. Quindi il tuo rispetto e la tua stima aiutano tuo figlio a star bene e a metterlo al riparo da vari pericoli.
I rischi connessi alla sessualità di tuo figlio: HIV / AIDS e malattie sessualmente trasmissibili
Per i maschi gay: sin dall’inizio dell’epidemia, sono in modo particolare i gay maschi a essere colpiti dall’HIV oppure dall’AIDS. Ma la comunità gay è anche la prima a mettere in atto campagne di prevenzione e campagne destinate a diffondere l’uso del preservativo.
I gay maschi sono colpiti, oltre che dall’AIDS, anche da altre malattie sessualmente trasmissibili: epatite B, gonorrea, sifilide etc. Queste malattie sono spesso guaribili ma richiedono terapie specifiche. È fondamentale, quindi , che tuo figlio sappia come proteggersi e dove poter fare i dovuti controlli sanitari.
Per le donne lesbiche: bisogna tener bene in mente che una donna lesbica, come qualsiasi altra donna, deve sottoporsi a visite ginecologiche annualmente. Poiché tua figlia non ha bisogno di farsi prescrivere pillole contraccettive, comunque non può fare a meno di andare dal ginecologo per un controllo di routine. D’altronde le malattie sessualmente trasmissibili si contagiano anche tra donne. È importante, quindi, che la donna gay si informi in proposito.
Testimonianza di Claire, mamma di Guillaume
“Non ho mai pensato che mio figlio potesse essere gay. È anche vero che aveva altri gusti rispetto ai ragazzi della sua età. Mi rassicuravo: ha brave compagnie. Verso i 20 anni, poi, mio figlio inizia a essere pensieroso e a dimagrire. Penso che fosse per via di una storia d’amore finita male e il tormento della gelosia.
Quando gli faccio qualche domanda, mio figlio non risponde. Ma un giorno, per caso, scopro una lettera del fidanzato. È una vera lettera d’amore. Allora il mondo mi casca addosso. Tuttavia le mie idee sull’omosessualità si infrangono sul nascere dal tono raffinato, poetico e affettuoso della lettera. Capisco subito che non è un vizio ma si tratta di un rapporto completo, vale a dire di un rapporto basato sul sesso e sull’affetto.
Credo che si possa guarire dall’omosessualità e che si possa trovare una soluzione. Sono terribilmente sola, non oso parlarne con nessuno e trovo riparo alla situazione con il lavoro. Non vedo nessuna via d’uscita, nessun futuro per mio figlio.
Un giorno, poi, mio figlio tarda a rientrare dall’università e mi prende una folle angoscia: e se fosse vittima di un incidente? È proprio in quel momento che accetto davvero mio figlio così com’è. Gay o non gay, è mio figlio. Non accettarlo significa rifiutare di volergli bene. Mio figlio non è come l’ho sognato. Ma quale figlio mio realizza i miei sogni?
Sono stata più esigente, sbagliando, senza alcun dubbio, con questo mio figlio rispetto agli altri che ho. Si è trattata di una reazione intuitiva, spontanea. Mio figlio doveva cavarsela da solo per tutto, non avrebbe mai avuto una donna per cucirgli un bottone o fargli da mangiare.
L’ho spinto ad andare lontano in vacanza e a diventare sempre più autonomo. Oggi, nel nostro quartiere, tutti sanno che mio figlio è gay, ma lo apprezzano per essere una persona intelligente e gentile con un buon gusto per il giardinaggio.”
Testo originale: Mon enfant sera-t-il heureux?