I due volti della città santa nel Pride di Gerusalemme
Articolo di Sébastien Maudet tratto da Tetu.com (Francia), 29 luglio 2011, liberamente tradotto da Nadia A.
Nessun grave incidente denunciato durante il gay pride a Gerusalemme, grazie a un imponente dispositivo di sicurezza. Tuttavia alcuni ebrei ultra-ortodossi sono venuti a creare scompiglio alla festa…
È un’abitudine. Ogni anno, alcuni ebrei estremisti ortodossi danno prova della loro omofobia durante il gay pride di Gerusalemme, nello stato di Israele. Nel 2005, uno di loro aveva pugnalato tre partecipanti alla manifestazione, andando incontro a una condanna a dodici anni di prigione.
Da quell’anno, la città mette in moto un dispositivo di sicurezza più imponente, che quest’anno ha superato i 1000 poliziotti, a garanzia della sicurezza di circa 3000 partecipanti.
«L’inferno aspetta i gay»
Nonostante il numero importante di poliziotti presenti alla manifestazione, gli antigay erano presenti anche quest’anno. Sono venuti per gettare sacchi pieni di un liquido nauseabondo contro i partecipanti, dicendo loro che quello era l’ “inferno” che li aspetta. Altri mostravano dei cartelli su cui si poteva leggere “i gay vanno all’inferno” o che paragonavano l’omosessualità a un “atto bestiale”.
Questi ultimi consideravano « l’evento come un’abominazione e profanazione della Città santa », mentre il deputato Nitzan Horowitz, uno dei leaders della manifestazione, dice « che questo evento ha un valore che supera di molto i confini della sola comunità gay, essendo un simbolo di lotta per la libertà della Gerusalemme tutta”.
Un gay pride per la legalizzazione
Quest’anno, il tema della marcia è stato « percorsi incrociati ». Un modo di lottare per pari diritti in tema di casa, salario minimo e altre questioni sociali. Una particolarità della marcia di Gerusalemme, con la sua sobrietà, è di essere particolarmente politicizzata. Quanto alla data del gay pride, non è stata scelta casualmente: si tratta del secondo anniversario della sparatoria del centro di giovani LGBT di Tel Aviv.
Un bel modo di rendere omaggio a due morti e diversi feriti durante quel dramma.
Testo originale: Jérusalem: un groupe de juifs orthodoxes trouble la gay pride