I gay cattolici salutano il papa durante la sua visita negli Stati Uniti
Articolo di Lou Chibbaro tratto dal Washington Blade del 16 Aprile 2008, tradotto da Fabio
In occasione della visita del pontefice negli Usa i credenti omosessuali aderenti a Dignity hanno voluto organizzare una serie d’iniziative con cui rendersi visibili ed attirare l’attenzione del papa per “ricordargli che Dio non fa errori e accoglie tutti nella sua Chiesa. Noi ci aspettiamo che il Vicario di Cristo faccia lo stesso”. La loro speranza è che la presenza dei credenti omosessuali durante la visita del pontefice a Washington e New York possa attirare l’attenzione sugli sforzi dei gay cattolici nel persuadere la gerarchia ecclesiastica a moderare i suoi insegnamenti sull’omosessualità, causa di tante sofferenze.
Papa Benedetto XVI ha rivolto un cenno di saluto ai membri del gruppo di gay cattolici Dignity a Washington, mercoledì 16 aprile 2008, mentre la papamobile passava da Rock Creek Parkway vicino a Dupont Circle, poco dopo aver partecipato ad una cerimonia in suo onore alla Casa Bianca.
Stando alle loro testimonianze, il papa ha guardato i dodici membri del gruppo che stavano dietro uno striscione lungo oltre 3 metri, col messaggio “Dignity Washington – Gay, Lesbiche, Bisessuali e Transgender Cattolici, le nostre famiglie e i nostri amici – Una comunità di fede in azione”.
“Ho pensato che fosse una buona occasione per farci vedere e lui ci ha visti e ci ha fatto un cenno di saluto, per questo penso che il nostro messaggio sia passato” ha dichiarato Raymond Panas, presidente di Dignity Washington.
I membri di Dignity sono rimasti in silenzio al passaggio della papamobile lungo un lato di Rock Creek Parkway, in un punto con pochi spettatori e questo ha permesso al gruppetto di Dignity di essere particolarmente visibile.
“Se il papa ha effettivamente visto o letto i messaggi non lo sapremo mai” ha detto il membro di Dignity Bob Miailovich. “E’ stato bello vederlo. Anche se i saluti erano molto formali e legati all’etichetta del cerimoniale, il papa ha fatto un cenno di saluto anche nella nostra direzione ed è stato molto bello”.
Nel momento in cui passava accanto al gruppetto di Dignity, papa Benedetto era accompagnato nella papamobile dall’arcivescovo di Washington Donald Wuerl e dall’arcivescovo Pietro Sambi, nunzio apostolico presso gli Stati Uniti. Anche i due arcivescovi hanno guardato in direzione dei membri di Dignity.
Il presidente nazionale di Dignity USA, Marianne Duddy-Burke, ha espresso la speranza che la presenza del gruppo durante la visita del pontefice a Washington e New York possa attirare l’attenzione sugli sforzi dei gay cattolici di persuadere la gerarchia ecclesiastica a moderare i suoi insegnamenti sull’omosessualità, che la chiesa chiama “disordine morale oggettivo”.
I membri di Dignity hanno anche manifestato la loro presenza mercoledì sera alla Basilica del National Shrine of Immaculate Conception, vicino all’Università cattolica, all’arrivo del papa per la messa in presenza di tutti i vescovi americani. […]
Panas, il presidente di Dignity Washington, ha dichiarato che la presenza di papa Benedetto alla Basilica del Shrine of the Immaculate Conception ha un significato speciale per Dignity. In una dichiarazione della scorsa settimana, il gruppo ha ricordato che Dignity Washington fu fondata da 5 membri in un incontro informale nei pressi della Basilica, nel 1972.
“Quando papa Giovanni Paolo II fece la sua visita a Washington nel 1979, Dignity Washington era presente all’entrata della Cattedrale di St. Matthew” si legge nella dichiarazione. “Con lo stesso spirito, ci presentiamo a papa Benedetto per ricordargli che Dio non fa errori e accoglie tutti nella sua Chiesa. Noi ci aspettiamo che il Vicario di Cristo faccia lo stesso”.
Se da un lato i membri di Dignity si sono compiaciuti del fatto che il papa li abbia notati, dall’altro lato le tematiche relative ai gay nella chiesa sono state oscurate dai media durante i primi due giorni della visita del papa per lasciare spazio alle proteste dei gruppi che rappresentano le vittime degli abusi sessuali dei preti nei passati decenni. Durante il viaggio aereo da Roma, il papa ha parlato dello scandalo dei preti pedofili che ha interessato molte parrocchie, esprimendo “profonda vergogna” per la condotta di quei preti.
Il New York Times ha riportato una precisazione di papa Benedetto, che ha nettamente distinto tra preti con “tendenze omosessuali” e preti che abusano sessualmente dei bambini: “Non parlo in questo momento di omosessualità, ma di pedofilia, che è un’altra cosa” ha dichiarato il papa, che ha aggiunto: “Escluderemo assolutamente i pedofili dal ministero sacerdotale”.
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