I gay musulmani nel Regno Unito chiedono il matrimonio con rito islamico
Articolo di Adrian Goldberg tratto dal sito della BBC (Inghilterra) del 20 Febbraio 2011, liberamente tradotto da Massimo
I gay musulmani del Regno Unito si uniscono alla battaglia mondiale per la pari dignità e chiedono il matrimonio con rito islamico. La BBC intervista una coppia che parla del loro “nikah” – una forma di contratto matrimoniale musulmano – e di come si possa conciliare sessualità e fede islamica. “Ci siamo conosciuti più o meno tre anni fa durante l’Iftar – una cena di rottura del digiuno del Ramadan.
Penso che molti Musulmani trovino il Ramadan un periodo dell’anno particolarmente ricco di spiritualità e di crescita interiore, e credo che la nostra relazione sia cresciuta proprio iniziando a parlare della nostra fede. Alla fine è arrivato il nostro primo appuntamento.”
Asra ricorda come tre anni fa ha conosciuto Sarah, la sua compagna. Si tratta solo di un esempio di un crescente numero di Musulmani omosessuali nel Regno Unito che hanno deciso di cementare la loro relazione con il matrimonio di rito islamico. Asra ricorda teneramente il momento in cui Sarah le ha fatto la proposta.
“Dopo il primo appuntamento, che era durato più o meno un’ora, Sara con molta naturalezza mi ha chiesto di sposarla.” Sarah interviene. “Penso che in realtà fossero passate quattro ore, tra cena, caffè e passeggiata. In realtà non avevo previsto qualcosa simile, ma sembrava la cosa più ovvia tra noi due. Può sembrare strano, visto che siamo una coppia lesbica, ma sentivamo che dovevamo unirci nella maniera più dignitosa.”
Il nikah
Asra e Sarah hanno perciò optato per un “nikah” – una forma di contratto matrimoniale musulmano. Sebbene questa consuetudine sia tradizionalmente riservata alle coppie eterosessuali, Asra e Sarah sapevano che altri gay musulmani avevano provato questo percorso e hanno perciò deciso di andare avanti. “Alcuni amici ci dicevano che non serviva un Imam ufficiale, ma almeno qualcuno che fosse abbastanza esperto in materia di Corano. Fortunatamente una nostra amica lo era e si offrì di organizzare la cerimonia. Anche lei è lesbica, e disse che avremmo potuto svolgere il tutto a casa sua.”
Tre mesi dopo la proposta, il gran giorno arrivò. Asra indossava una shalwar kamiz – un abito tradizionale del Pakistan – e Sarah un vestito rosa. “Avrei voluto avere qualcosa in pelle, ma Asra non era d’accordo,” dice sospirando.
“Comprammo degli anelli al mercato di Camden, e poi arrivò il momento dei contratti – scaricammo il modello destinato ad una coppia etero da internet e gli demmo un’occhiata separatamente, per vedere se c’erano cose che volevamo cambiare. Mi ricordo che non ero d’accordo sul fatto del cane – non volevo che se ci fossimo separate Asra se lo fosse portato via.”
Asra alza gli occhi al cielo: “abbiamo messo anche la dote di 5 sterline. E’ un po’ una cosa simbolica, la conserviamo ancora quella banconota.” Ad assistere c’erano cinque amici che facevano anche da testimoni, – “e un gatto,” aggiunge Sarah. La breve cerimonia si svolse in Arabo, furono letti dei dua- delle preghiere- aggiuntive, e il matrimonio fu sostanzialmente uguale a quello dei nikah celebrati in tutto il mondo dalle coppie etero musulmane.
Ma la fede musulmana rigetta con forza l’omosessualità, e il fatto che sia stato celebrato un nikah per una coppia lesbica è altamente offensivo per la maggioranza dei Musulmani, compresi gli stessi genitori di Asra.
” E’ ancora difficile parlare alla mia famiglia della mia omosessualità. Sanno che sono credente, ma arrivare a dir loro che sono lesbica è davvero duro,” dice Asra.
“Mi ricordo di aver pensato, quel giorno: questa è l’unica volta nella mia vita che sto per sposarmi, e la mia famiglia non è qui. Mi tornava continuamente in mente – sto per prender parte ad un nikah, sto facendo tutto ciò che posso per la mia fede, e la famiglia non è qui.”
Il rapporto che invece ha Sarah con la sua famiglia è molto diverso. ” Visto che non sono nata musulmana – mi sono convertita solo cinque anni fa – credo che la mia famiglia sia abbastanza aperta nei confronti della mia sessualità, ma sembra che vedano il mio credo come qualcosa che passerà col tempo.”
Voci gay musulmane
Sarah e Asra sanno che il loro matrimonio è qualcosa di anticonvenzionale, e che l’idea di un nikah gay vedrebbe l’opposizione della maggioranza degli studiosi musulmani, ma Sarah dice che in fondo sono solo affari solo. “E’ qualcosa tra me e Dio, e quando ci siamo sposate non è stato qualcosa di simbolico, stavamo facendo il meglio che potevamo.”
Ci sono comunque voci crescenti nella comunità musulmana che rappresenta le persone omosessuali, anche grazie all’emergere di gruppi di aiuto quali Imaan e il Safra Project. Uno dei promotori del matrimonio gay musulmano è l’Imam americano Daayiee Abdullah – lui stesso omosessuale. Ha celebrato numerosi nikah gay e ha anche fornito consigli su come debba essere svolta questa particolare celebrazione. Egli sostiene che negare a due gay il diritto ad un’unione religiosa sia contrario agli insegnamenti del Corano.
Alla BBC dice: “visto che i precedenti legali islamici non permettono a due persone dello stesso sesso di sposarsi, le società islamiche hanno reso ciò un’impossibilità legale nell’ambito dell’Islam. Non permettere ad una coppia dello stesso sesso di sposarsi, però, è un attacco diretto al messaggio del Corano, secondo cui ogni persona ha un/una compagno/a che funge da “sollievo e copertura”.
Ma non è soltanto all’interno della comunità musulmana che le coppie musulmane gay incontrano delle ostilità. “Credo che all’interno della comunità gay vi sia una sorta di Islamofobia. Sono molto preoccupata,” dice Sarah. Asra ricorda un incidente particolarmente sgradevole.
“Una volta al gay pride uno dei manifestanti si è girato verso di noi e ci ha detto, in maniera abbastanza arrogante, “non sapevamo che al pride avessero diritto di manifestare anche dei terroristi suicidi” – è stato scioccante udire ciò da un manfestante che era dalla nostra parte.”
Secondo Sarah, comunque, non sono solamente i Musulmani che vengono emarginati dalla comunità gay. “Credo che all’interno della comunità gay laica vi sia una radicata convinzione secondo cui non si possa essere gay e al contempo credere in qualcosa che non sia legato a noi stessi o al materialismo.”
Accettazione
Nonostante ciò, il processo di integrazione delle unioni omosessuali all’interno della società britannica si sta sempre di più evolvendo – e il governo ha di recente annunciato piani per permettere alle chiese in Inghilterra e Galles di ospitare le cerimonie delle unioni civili. I ministri hanno con ciò promesso maggiore uguaglianza per gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, ma hanno chiarito che per nessuna comunità religiosa vi sarà un obbligo ad ospitare tali cerimonie.
La chiesa anglicana non lo farà. I Quaccheri hanno accolto con favore i piani, mentre ci si aspetta anche l’appoggio degli Unitari e dei Liberali Ebrei. E la comunità musulmana? “Al momento l’omosessualità non viene considerato uno stile di vita puro secondo la legge islamica, quindi è chiaro come un nikah gay possa suscitare reazioni estremamente negative. Come comunità, perciò, prima di poter sperare nell’accettazione del matrimonio da parte dell’opinione pubblica, abbiamo bisogno di tolleranza,” dice Asra.
Ma lei è ottimista sul futuro. “Conosco molti giovani musulmani le cui famiglie sanno di loro e che non hanno nessun problema con il loro orientamento sessuale. “I nikah omosessuali sono ancora una questione controversa. Ciò che posso dire è che io vivo questa esperienza, sono totalmente a mio agio e soddisfatta della mia fede e spero che altre persone diranno “bene, fate provare anche me”.
Testo originale British gay Muslims seek Islamic weddings