I gay musulmani sono la migliore risposta ai fascismi. Intervista a Ludovic-Mohamed Zahed
Intervista a Ludovic Mohamed Zahed a cura di Jules Crétois pubblicata sul sito del settimanale TelQuel (Marocco) il 14 giugno 2016, liberamente tradotta da Marco Galvagno
Ludovic Mohamed Zahed è un teologo musulmano omosessuale. È l’autore, tra gli altri, del volume Le Coran e la chair (Il Corano e la carne). L’autore franco-algerino ha fondato l’associazione Homosexuels musulmans de France (Omosessuali musulmani di Francia) e ha aperto una moschea inclusiva. Con noi ha parlato all’attentato di Orlando, perpetrato il 12 giugno in un locale frequentato dalla comunità gay. Secondo lui, si sarebbe scavato un fossato tra le minoranze gay e musulmane in Occidente. Un fossato che affascina quelli che chiama “ i fascisti dei due campi”.
Qual è stata la sua reazione quando ha saputo dell’attentato?
Ero molto addolorato. Tutte le mie preghiere erano rivolte alle famiglie delle vittime, poi mi sono detto che questo attentato avrebbe contribuito a dividere sempre più le persone e le comunità.
Lei pensa agli omosessuali e ai musulmani?
Ovvio. Il fossato si scava sempre più, sia negli Stati Uniti che in Europa. Sappiamo che oggi in Francia il 30% per cento delle coppie gay sposate vota per il Front National [partito d’estrema destra, razzista e islamofobo n.d.t.]. Definisco questo ripiegamento “omonazionalismo”. Questo movimento stigmatizza l’islam e i musulmani come se fossero i peggiori nemici degli omosessuali. Questa è un’idea storicamente del tutto erronea e facile da smontare. Dall’altro lato il discorso è lo stesso, semplicemente capovolto. Daesh è d’un islamofobia delirante. I due discorsi sono speculari: mirano alle minoranze, le colpiscono e le schiacciano per mettere in riga la società nel suo insieme. Ma in questo caso preciso si alimentano reciprocamente.
Secondo lei i musulmani omosessuali sono i più legittimati, ma anche i meno ascoltati.
Noi musulmani omosessuali siamo doppiamente emarginati, ma non possiamo che essere all’avanguardia. Sappiamo molto bene come funziona la discriminazione. Siamo la migliore risposta ai fascismi che cercano di strumentalizzare una delle due comunità. Ovviamente fanno fatica ad accoglierci. In Francia, con l’associazione degli omosessuali musulmani, gran parte della nostra attività è consistita nell’incontrare le due comunità (gay e musulmani), nel consigliare loro il dialogo e ricordare loro che in fondo hanno nemici comuni, cioè i fascismi di ogni stampo.
Queste dinamiche vanno al di là dei confini dell’Occidente?
Sì; durante un viaggio che abbiamo organizzato in Israele e in Palestina abbiamo visto con i nostri occhi questi fatti: da un lato, con una strategia di pinkwashing, i governi della destra sionista affermano di essere i paladini dei diritti dei gay per distogliere l’attenzione dalla loro politica e denigrare i Palestinesi, dall’altro lato le numerose organizzazioni palestinesi esigono dai gay che dimostrino più degli altri di essere Arabi e di sostenere la causa del popolo palestinese. In Tunisia i militanti gay sono accusati di essere imperialisti che vogliono occidentalizzare i paesi musulmani, mentre dai gay occidentali e da una certa élite sono spesso percepiti come retrogradi…
Testo originale: Ludovic-Mohamed Zahed : « Les gays musulmans sont la meilleure réponse aux fascismes »