Il mio coming out. A volte è più facile di quanto si pensa
Testimonianze di Erwan e Amilde tratte dal sito MAG Jeunes LGBT (Francia) del 15 agosto 2013, liberamente tradotta da Marco Galvagno
Vi scrivo per dirvi che è andato tutto bene, meglio di quanto pensassi, in maniera insospettata l’estate scorsa sono andato in vacanza con una mia amica su un’isola bretone. E lì, io che non mi ero mai innamorato, ho avuto un colpo di fulmine per un cameriere. E lui non era indifferente. Qualche giorno dopo l’ho contattato con una mail al suo ristorante, non sapevo nemmeno il suo nome e sono tornato sull’isola a fine settembre, non lo sapeva nessuno. Sono stati giorni stupendi.
Ma eccomi tornato a casa, mia madre che mi credeva di ritorno da un corso in preparazione all’università si è stupita del mio pessimo umore, pianti, morale a zero, mentre io di solito ho sempre il sorriso sulle labbra. E non ho resistito due giorni, le ho raccontato tutto, mentre prima avevo pensato di non farlo. Lei lo ha detto anche a mio padre due giorni dopo. E alla fine anche se mia madre si è fatta un po di domande all’inizio, ora lo accetta bene e scherziamo insieme sull’argomento. Anche mio padre, pur essendo d’origine contadina l’ha presa bene pure lui e mi ha detto che comunque era fiero di me e che la mia omosessualità non cambiava nulla.
Sono abbastanza aperti in casa mia, ma prima di farlo il coming out, nulla è giocato d’anticipo. I miei amici sono contenti di vedermi felice e comunque molti lo sospettavano che fossi gay. Ecco, forse ho avuto fortuna, ma credo che se temiamo reazioni violente da parte dei nostri genitori, a volte poi siamo sorpresi dal contrario. I nostri genitori non sono sempre così bigotti come ce li immaginiamo.
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Testimonianza di Amilde
L’ho detto a mio fratello domenica. Sono troppo contenta che sia successo. Ecco com’è avvenuto: sono andata in camera di mio fratello, che stava lavorando al computer sul letto. L’ho raggiunto ai piedi del letto. Abbiamo parlato del più e del meno e poi silenzio, mi sono detta “Dài è il momento giusto”. Ho cercato le parole, ma non mi usciva niente, ero bloccata.
Vedendomi riflettere mi ha chiesto a cosa stessi pensando. Stavo per dirglielo, ma ancora una volta nulla. Allora gli ho chiesto carta e penna. Ho iniziato a scrivere “Mi piacciono”…, e poi, dopo qualche secondo, “le ragazze”. Gli ho passato il foglio alla svelta prima di avere il tempo di ripensarci. Coming out fatto.
Dopo mi ha fatto molte domande e le ripeteva molte volte, era così buffo. L’atmosfera era strana, ma comunque l’ha presa bene, questo è l’essenziale. Mi sento meglio adesso, anche se è una cosa un po’ strana, non è più un segreto per tutti. Almeno davanti a lui non dovrò più nascondermi.
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Testo originale: Ils racontent leur coming-out: témoignages de jeunes du MAG