I Giovedì delle differenze della diocesi di Nantes per “incontrare le persone LGBT e i loro cari”
Testo a cura del gruppo S’Accueillir pubblicato sul sito della diocesi di Nantes (Francia)* il 1 febbraio 2020, liberamente tradotto da Nadia Di Iorio
Sono state proposte quattro serate al Carré Saint-Anne a Saint-Nazaire (nella diocesi di Nates) “per accogliersi gli uni gli altri, e incontrare le persone omosessuali e i loro cari”.
Dopo aver visto il film Le ciel sur la tête, le persone che hanno partecipato hanno provato a comprendere le sofferenze dei giovani e dei genitori, e il timore che questi ultimi (e non solo) hanno nei riguardi della vita del/la figlio/a omosessuale, e anche l’importanza di esprimere a parole questa realtà, di cui oggi si parla un po’ più facilmente.
Le testimonianze sentite durante il secondo incontro hanno commosso i partecipanti: «I testimoni hanno avuto una grande forza d’animo, se si pensa alla difficoltà di vivere la propria omosessualità. In nome di cosa creiamo la diversità? Questi incontri ci hanno permesso di ponderare i nostri giudizi e le nostre certezze. Essenzialmente la domanda è: in che modo che la Chiesa accoglie ciascuno/a sul suo cammino? C’è bisogno di una comprensione nuova di ciò che è l’omosessualità, e la possibilità di vivere la propria fede… ».
Questo è stato l’argomento del terzo incontro. Se in alcuni documenti ufficiali (così come in alcuni articoli del Catechismo del 1992) scopriamo degli aspetti positivi e degli aspetti negativi e dannosi, una nuova dottrina pastorale potrà contribuire alla riflessione.
Alcuni testi, datati settembre 2021 e maggio 2013, del Conseil Famille et Société de la Conferénce des Évêques (Consiglio Famiglia e Società della Conferenza Episcopale Francese), e la Amoris laetitia di papa Francesco, aprono nuovi scenari. Oggi sono almeno quaranta le diocesi in Francia che offrono iniziative pastorali per integrare le persone omosessuali nelle comunità cristiane.
«C’è ancora del cammino da fare» ha constatato qualcuno al momento del quarto incontro. François Renaud, vicario generale (della diocesi di Nates), ha ricordato che un curato di parrocchia deve servire la comunione e l’unità della sua comunità cristiana. Ma, ha sottolineato una persona omosessuale: «Come pretendere di fare comunione quando non ci si accoglie reciprocamente?»; una grande aspettativa da parte dei partecipanti è che tutti i cristiani, senza dimenticare i sacerdoti, portino avanti la scommessa pastorale dell’accoglienza e dell’integrazione di tutte le persone.
Bisogna aiutarsi a vicenda, conoscersi per accogliersi e capirsi… Come per tutte le altre diversità che viviamo!
Sono previste altre iniziative: un Cammino di Emmaus nella regione di Saint-Nazaire e una conferenza di Jean-Luc Brunin, vescovo di Le Havre ed ex presidente del Conseil Famille et Société, lunedì 10 agosto tra le conferenze di Kerguégnec.
Bisogna «accettare veramente di entrare in contatto con l’esistenza concreta degli altri e conoscere la forza della tenerezza. Quando lo facciamo, la vita ci si complica sempre meravigliosamente» (Amoris Laetitia n. 308).
* Articolo a cura del gruppo S’ACCUEILLIR della diocesi de Nantes (Francia), già pubblicato su ELA, mensile della diocesi di Nantes, n° 101, nel febbraio 2020
Testo originale: RETOUR SUR LES JEUDIS DE LA DIFFÉRENCE