I metodisti americani e africani a un bivio sulle questioni LGBT
Articolo* di Scott T. Vehstedt** ripreso sul sito GayChristianAfrica l’11 febbraio 2020, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
L’autore di questo articolo riporta come la Chiesa Metodista Unita rischi una grande spaccatura, in gran parte dovuta ai dissensi sulle questioni LGBT, e i metodisti africani sono una chiave di volta. L’articolo contiene un interessante retrospettiva su come da decenni le questioni LGBT siano al centro del dibattito metodista globale. Qui di seguito ne riportiamo la traduzione; potete trovare l’articolo originale a questo link. A GayChristianAfrica osserviamo con tristezza tali divisioni e preghiamo perché le varie componenti della Chiesa Metodista Unita, in particolar modo quelle africane, possano accettare i loro figli e le loro figlie LGBT: “Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare” (Matteo 18:6). Come cristiani LGBT dobbiamo pregare per le nostre sorelle e i nostri fratelli.
La Chiesa Metodista Unita, la più grande denominazione del protestantesimo storico degli Stati Uniti, va verso un divorzio. A inizio gennaio [2020] alcuni membri hanno presentato una proposta di separazione tra conservatori e liberali e di scissione della Chiesa in due denominazioni autonome, di cui una autorizzerebbe i matrimoni omosessuali e che i propri ministri LGBTQ “pratichino” l’omosessualità.
I membri della Conferenza Generale, l’istanza legislativa della Chiesa, probabilmente approveranno la proposta il prossimo maggio; se lo scisma avverrà, sarà il risultato di quasi cinquant’anni di inutili tentativi di risolvere l’ambigua posizione della Chiesa sull’omosessualità.
L’origine del dibattito
La Chiesa Metodista Unita si è formata nel 1968 dall’unione della Chiesa Evangelica Unita dei Fratelli con la Chiesa Metodista. A quell’epoca, negli Stati Uniti, il movimento per i diritti civili era nel suo apice, e stava nascendo il movimento di liberazione omosessuale. La nuova Chiesa, come molte altre istituzioni della società americana, doveva vedersela con una cultura che stava cambiando, soprattutto in tema di sessualità.
Per gran parte del XX secolo la società americana non ha accettato l’omosessualità. Come scrive lo storico Robert O. Self “almeno fino al 1968 gli atti omosessuali sono stati perseguiti dalla legge in tutti gli Stati Uniti, eccetto l’Illinois, New York e il New Jersey”. Tuttavia, a partire dagli anni ‘70 le persone LGBTQ americane hanno cominciato a rendersi visibili negli spazi pubblici e nelle Chiese e a proclamare i loro diritti e la loro dignità.
Nel 1972 la Chiesa Metodista Unita inserì nel suo Libro delle discipline, che contiene i suoi regolamenti e la sua dottrina, un comma che riconosceva le persone omosessuali come “persone dotate di valore sacro […] che hanno il diritto di vedere riconosciuti i loro diritti umani e civili”, ma con un avvertimento: “La Chiesa non accetta la pratica dell’omosessualità”, e la considera “incompatibile con l’insegnamento cristiano”. Schierarsi a favore dei diritti LGBTQ, ma senza accettare l’omosessualità, era un tentativo di compromesso per la Chiesa. Come ha dimostrato la mia ricerca sul tema, la nuova denominazione non intendeva dividersi dopo soli quattro anni dalla fondazione.
La sessualità: un fattore di divisione
Nel 1972 i liberali introdussero nella Chiesa una dichiarazione in favore dei diritti civili per la comunità LGBTQ. Il loro obiettivo ufficiale era sostenere le lesbiche e i gay perseguitati. La dichiarazione venne considerata come radicale dagli elementi più moderati e conservatori, ma in realtà era in armonia con molti altri regolamenti liberali della Chiesa da poco fondata.
La Chiesa Metodista, a partire dal 1956, prima della fusione con la Chiesa Evangelica Unita dei Fratelli, era stata tra le prime a ordinare delle donne e a riconoscere il loro diritto a predicare. La nuova Chiesa, a partire sempre dal 1972, riconobbe il diritto all’accesso alla contraccezione e all’aborto.
L’originario Libro delle discipline metodista dichiarava che la schiavitù “è contraria alla regola d’oro di Dio”, anche se questo fu sempre ignorato negli Stati del Sud. I metodisti sono tra l’altro sempre stati critici delle aggressioni agli altri Paesi, bollando nel 1972 la guerra del Vietnam come “crimine contro l’umanità”.
In ogni caso i conservatori, che nel 1972 erano di poco la maggioranza nella Chiesa, difesero la loro posizione sulla sessualità, e accettarono la dichiarazione sui diritti civili solo a condizione che l’omosessualità fosse dichiarata incompatibile con il cristianesimo.
La costruzione di un’eredità ambigua
Ma la strada verso lo scisma continuava. Nel 1980 la Conferenza Generale fu favorevole ai diritti omosessuali: i delegati bocciarono la proposta di espellere i pastori omosessuali, e invitarono il governo a cessare le discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale nelle agenzie federali e nelle forze armate.
Nel 1984 la Chiesa proibì ai pastori gli atti omosessuali, di fatto costringendo i ministri LGBTQ ad astenersi dalla sessualità, o ad andarsene. Alla Conferenza Generale del 1988, tuttavia, la Chiesa adottò una politica di “accoglienza per tutte le persone, a prescindere dall’orientamento sessuale”.
Quell’anno la Chiesa, sotto la spinta dei fedeli, mise in cantiere uno studio della sessualità tra i metodisti: un comitato presieduto dalla pastora Nancy Yamasaki, che faceva parte dell’amministrazione della Chiesa, intervistò pastori e fedeli per documentare le loro esperienze e opinioni sulla sessualità e la sua interpretazione biblica.
Nel 1992 lo studio fu pubblicato: la sua conclusione era che la Bibbia non diceva nulla sull’orientamento sessuale, che esso non costituisce una scelta dell’età adulta, né un fallimento personale, che le coppie omosessuali che osservano la monogamia sono all’incirca la stessa percentuale delle corrispondenti coppie eterosessuali, e che sono altrettanto felici.
Alla luce di tali conclusioni la maggioranza del comitato chiese alla denominazione di riconoscere che non poteva “continuare a condannare la pratica omosessuale nel suo complesso”. La Chiesa accettò la ricerca come valida e corretta, ma rifiutò di adempiere a questa raccomandazione.
Ministero globale
Poco cambiò negli anni ‘90 e 2000 per quanto riguarda l’inclusione delle persone LGBTQ tra i metodisti, ma si modificò molto la composizione della Chiesa: gli Americani, in questo lasso di tempo, hanno accettato sempre più largamente le persone LGBTQ, ma a partire dagli anni ‘60 la frequentazione delle Chiese del protestantesimo storico [tradizionalmente più liberali, n.d.t.] non ha fatto che calare, e per la Chiesa Metodista Unita la tendenza è stata particolarmente accelerata negli anni ‘90 e 2000.
La Chiesa Metodista Unita ha una popolazione molto varia, i suoi membri coprono un grande spettro di posizioni politiche, e quasi la metà dei suoi 13 milioni di membri vive fuori dagli Stati, soprattutto in Africa. Nel maggio del 2020, quando i delegati si incontreranno per approvare la divisione, il 56% saranno statunitensi, il 32% africani, il 6% filippini e circa il 5% europei.
La stragrande maggioranza dei delegati non statunitensi si oppone all’inclusione delle persone LGBTQ e sostiene la tradizionale opposizione ai matrimoni omosessuali: “Se queste posizioni venissero modificate, la Chiesa in Africa cesserebbe di esistere” dice il pastore liberiano Jerry Kulah.
Il pastore Forbes Matonga, un delegato alla Conferenza Generale che lavora al Centro Missionario Nyadire in Zimbabwe, ha affermato che il sostegno al matrimonio omosessuale indurrebbe gli Africani ad abbandonare la denominazione. Con questa polarizzazione, che spacca praticamente in due parti uguali la Chiesa, non si può soddisfare tutti. Il prossimo maggio le due parti avranno l’opportunità di portare avanti per conto proprio il loro ideale di Chiesa.
* Il passo biblico è tratto dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI.
** Scott T. Vehstedt si sta per laureare in storia americana alla American University.
Testo originale: United Methodist Church in Africa and the world divided on homosexuality
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