I neo tradizionalisti cattolici e i loro scandali tradizionali
Riflessioni di Massimo Battaglio
Settimana nefasta per la falange dei tradizionalisti e dei conservatori. Sarebbe davvero ora che cambiassero disco almeno sui temi come “la lobby gay” e “il gender”, se vogliono far credere di avere qualcosa da dire.
E’ di sei giorni fa la notizia delle dimissioni di mons. Xavier Novell vescovo di Solsona in Catalogna. Aveva addotto (in modo un po’ meschino) semplici motivi personali ma il mondo intero è venuto immediatamente a conoscenza di quali motivi fossero. E così ha dovuto ammettere: si è innamorato di una donna. Solo che non si tratta di una donna qualunque ma di una scrittrice di romanzi erotici. E, guarda caso, non è un uomo qualsiasi nemmeno il suo innamorato.
Xavier Novell è noto non solo per essere uno dei vescovi più giovani della cristianità ma anche uno dei più conservatori, soprattutto sui temi omosessuali. Sostenitore delle “terapie riparative” recentemente condannate dallo stesso Vaticano, pare che le abbia applicate anche a se stesso. E, coerentemente, affermava:
“Mi domando se il fenomeno crescente della confusione sull’orientamento sessuale di molti adolescenti non si debba imputare nella cultura occidentale alla figura paterna, che è stata assente, deviata e svuotata. Fino a che la stessa virilità è stata messa in discussione”.
Bene: con lui, le terapie, sembrano essere servite (a meno che, come è più probabile, non fosse bisessuale da sempre e non continui a esserlo oppure non viva una sessualità fluida). Resta il fatto che ha creato non poco imbarazzo. Un po’ come capita sempre quando un personaggio un po’ troppo duro e puro lascia cadere la maschera.
Di ieri è la faccenda di don Francesco Spagnesi, arrestato a Prato per spaccio di droghe pesanti acquistate coi soldi dei parrocchiani e usate per organizzare festini orgiastici col suo compagno. Di più: le sostanze stupefacenti di cui si tratta sono litri di “gbl”, la cosiddetta “droga dello stupro”. Auguriamoci che dietro quel nome non si nasconda il peggio e il peggio del peggio. E’ una vicenda schifosa, di cui dovremo rispondere tutti. Dovranno risponderne innanzitutto i suoi parrocchiani, che non si sono mai posti il problema di capire a cosa servissero le “offerte” che chiedeva continuamente. Dovrà risponderne il suo vescovo, tenuto a dimostrare che, pur sapendo della tossicodipendenza del prete, non aveva idea dei livelli a cui potesse spingersi. E dovranno risponderne indirettamente anche tutti i cristiani, ai quali sarà imputato, per l’ennesima volta, di tollerare simili pastori.
Bene: ho guardato la pagina facebook del don. Come immagine del profilo, espone se stesso mentre, vestito di un ricco piviale antico e di un camice ricamato con manicotti rossi, mena un turibolo fumigante in argento dorato. L’immagine di copertina lo ritrae mentre celebra una messa “tradizionale”, con le spalle al popolo. Insomma: il suo è il diario perfetto del più convinto dei tradizionalisti, identico a quello di tanti suoi giovani confratelli della stessa cricca.
Forse è per distrarre da queste evidenze, che oggi Libero titola: “Ratzinger demolisce le unioni omosessuali”. Sottotitolo:
“Mentre l’Europa chiede di riconoscere le unioni gay, Benedetto XVI stigmatizza le unioni tra persone dello stesso sesso: ‘è contro le culture dell’umanità’.”
Facciamo una tara: l’esperto vaticanista di Libero è quell’Antonio Socci che, solo quindici giorni fa, aveva sollevato la bufala di possibili dimissioni di papa Francesco. Ma, se il papa dimissionario avesse davvero scritto o detto recentemente cose di quel genere (mi riprometto di verificarlo), ha scelto proprio il momento peggiore. I suoi amici di sempre stanno cadendo uno a uno nelle sue stesse accuse. Non una gran bella figura.
Cari tradizionalisti: è veramente ora di smetterla con quell’accusa catechistica che vuole l’omosessualità come “intrinsecamente disordinata”.
I primi disordinati siete voi. Evitate, per favore, di estendere le vostre frustrazioni ad altri.