I pregiudizi che vi sono nella società e nella chiesa contro gay e lesbiche
Testo* tratto dal sito di C+H, gruppo di cristiani omosessuali (Svizzera), liberamente tradotto da Rita
… All’indomani del giorno contro l’omofobia e dopo un’omelia di una domenica di quaresima alla Parrocchia Saint-Pierre Apôtre-Sainte-Brigide (Canada) partendo dal fatto che si può sbagliare molto nel puntare il dito su qualcuno, vi diamo qui un riassunto dei pregiudizi che da lungo tempo sentiamo sulla comunità omosessuale.
Queste sono prove di ignoranza e mancanza di rispetto per chi ha un orientamento sessuale diverso.
Considerata come un peccato o un crimine, l’omosessualità è stata per lungo tempo duramente condannata dalle istituzioni religiose, sociali e giuridiche. Con i progressi delle scienze umane e soprattutto nel mondo civile, si deve avere una visione più attuale dell’omosessualità.
Analizziamo questi pregiudizi che dimorano in modo molto pericoloso nella chiesa e nella società omofoba, al fine di combattere la discriminazione sociale che ancora miete vittime tra una buona parte degli omosessuali.
La Bibbia dice che è un peccato! La bibbia denuncia solo l’immoralità di certi atti omosessuali senza amore quali : la violenza e l’abuso sessuale. Cristo non ha detto nulla riguardo a questo argomento ma propone un condotta morale ideale per tutti e ci chiama alla santità.
San Paolo non denuncia che l’omosessualità diventata viziosa. Egli ricorda che l’essere umano non può dissociare la sua sessualità dal suo stato di figlio di Dio chiamato alla salvezza.
Si dice che è contro natura. Se osiamo dire una cosa del genere, si incoraggia l’idea che esiste una sola natura, cioè « eterosessuale». Di contro, è osservabile nella natura umana che alcune persone provano attrazione e affetto sia emozionale che fisico, verso persone dello stesso sesso. Che tutto il mondo è eterosessuale nascondendo la reale diversità delle orientazioni sessuali.
È sinonimo di inversione d’identità e ruoli sociali: li si pensa tutti effeminati chiamandoli «femminucce», «checche» o il contrario per le lesbiche. Anche se dopo Freud, molti psicoanalisti e sessuologi hanno teso ad Associare l’omosessualità maschile alla femminilità e il lesbismo alla mascolinità, noi sappiamo oggi che non è necessariamente così.
È sinonimo di perversione sessuale. L’omosessualità non implica affatto, esattamente come l’eterosessualità, delle pratiche perverse. In una società che privilegia la sessualità, la comunità gai può dare l’impressione di essere ipersessuale, ma a ben guardare si scopre che, all’interno di ogni orientazione sessuale, ci sono alcuni che hanno bisogni maggiori ed altri, il cui stile di vita è ben diverso, valorizzando la continenza.
È sinonimo di pedofilia. La maggior parte degli studi dimostrano che tra gli omosessuali non sono piu’ maniaci di quanti se ne hanno tra gli eterosessuali. Anzi, al contrario, gli abusi sessuali sui ragazzi vengono fatti da uomini eterosessuali. Tutte le inchieste più recenti dimostrano che è sempre da qualche parente eterosessuale che i ragazzi e le ragazze rischiano di subire aggressioni sessuali.
È sinonimo di promiscuità o di ossessione sessuale. Anche le ricerche dimostrano che gli omosessuali non hanno più partner sessuali o avventure extaconiugali degli eterosessuali, questo fenomeno è collegato alla socializzazione maschile tramite la sessualità ed anche a compensare il rifiuto subito in famiglia o dalla società.
È contagiosa! L’orientamento sessuale non si trasmette. Inoltre, la maggior parte degli omosessuali provengono da famiglie dove l’eterosessualità è la normalità, e loro hanno dovuto affrontare questa normalità senza che essa abbia cambiato il loro essere e le loro preferenze. L’orientamento sessuale è quindi molto poco influenzabile dai parenti o dalle altrui preferenze sessuali.
È un segno di incapacità genitoriale. Nulla sostiene questo mito. In breve, l’orientazione sessuale di una persona non è garanzia di capacità o incapacità genitoriale. Si potrebbe anzi, ricordare quanti bambini sono vittime di incesti o violenze in tanti cari focolari domestici omosessuali!
È una malattia mentale. Dal 17 maggio 1973, l’associazione degli psichiatri americani ha annoverato l’omosessualità nella lista delle malattie mentali e l’organizzazione mondiale della sanità ha fatto lo stesso nel 1991.
È sinonimo di misoginia o androfobia. Si crede che gli omosessuali maschi non amino le donne e che le donne omosessuali non amino gli uomini. Ciò è smentito dal fatto che gli omosessuali hanno spesso buoni(e) amici(che) di sesso opposto.
È sinonimo di AIDS. Gli uomini omosessuali sono stati i primi ad essere i più colpiti dall’AIDS. Ragioni sociologiche ( socializzazoine tramite sessualità e ricerca affettiva in seguito al rigetto subito), culturali ed epidemiologiche spiegano questo. L’AIDS tocca oggi tutte le categorie di persone : un virus che non conosce discriminazioni!
Si può cambiare! Se ci riferiamo all’orientamento di fondo o preferito, non c’è nulla da fare bisogna solo accettarlo. Ci possono essere orientamenti e attrazioni che si delineano più precisamente nel tempo, dall’adolescenza alla vita adulta o addirittura nell’età adulta.
* Tutti questi pregiudizi (ad eccezione del primo, che è una sintesi di una conferenza tenuta da Yoland Ouellet, o.m.i. su Bibbia e omosessualità) sono stati presentati da Michel Dorais in: “Pour une nouvelle vision de l’homosexualité, Ministère de la Santé et des services sociaux, Institut national de santé publique, (Per una nuova visione dell’omosessualità, Ministero della salute e servizi sociali, Istituto nazionale della sanità pubblica) dicembre 2003.
Testo originale: Les préjugés face à l’homosexualité et le lesbianis me : revus et corrigés!