I pregiudizi sulle persone omosessuali attraverso i secoli
Testo di Carlotta Galbo*, volontaria del Progetto Gionata, tratta dalla sua tesi di laurea “Omofobia: breve percorso storico ed etimologico”, Corso di analisi dei crimini violenti a distanza dell’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia, seconda parte
Quanto succede alle donne, ai diversi gruppi razziali, agli ebrei, agli anziani e ai diversamente abili accade anche agli omosessuali, che sono vittime di pregiudizi e stereotipi, tanto che sono visti come eccentrici, fuori dal comune, strani o strambi. I primi termini che si riferiscano agli omosessuali sono quelli latini o greci: arsenekoites, catamiti, elicatus, cinaedus, effeminatus, ephebi, gemelli, malakos, molles, pathici, paederastes, paedicator, paedico, paidophthoros, ecc.
Nell’antica Grecia il rapporto sessuale tra uomini aveva più che altro una funzione iniziatica, ma non per questo priva di desiderio e piacere, e tale “amicizia” veniva sfruttata anche sul campo di battaglia, al fine di ispirare atteggiamenti eroici l’uno nei confronti dell’altro. Sia i Romani che i Greci consideravano normale che gli uomini avessero rapporti che oggi definiremmo bisessuali, e ne abbiamo testimonianza attraverso gli scritti di Saffo, Anacraonte, Teognide e Pindaro, anche se gli uomini del tempo dovevano sottostare a delle regole: divieto per gli schiavi di avere dei rapporti sessuali con ragazzi liberi; il cittadino non doveva avere rapporti sessuali con persone di rango inferiore, di non assumere mai il ruolo passivo nei rapporti con i subordinati ed aveva altresì l’obbligo di sposarsi in maniera tale da diventare pater familias.
Nonostante questa apparente apertura, non tardò ad arrivare la prima legge contro gli omosessuali, promulgata nel 342 dall’imperatore Costanzo II; successivamente l’imperatore Giustiniano costituì, nelle Novelle 77 e 114, le prime condanne penali degli omosessuali fondate sulla teologia cristiana. Nel 390 l’imperatore Teodosio I, basandosi sul Codice Teodosiano, condanna al rogo tutti gli omosessuali.
Tale astio è derivato dalla lettura della Bibbia, in particolare dei racconti di Sodoma e Gomorra, del Levitico, della Lettera di Paolo ai Corinzi e dell’Apocalisse: Levitico 18:22 “Non avrai con maschio relazioni come si hanno con donna: è abominio”; Prima Lettera ai Corinzi, capitolo 6: “O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio”; Apocalisse, capitolo 21: “Ma per i vili e gl’increduli, gli abietti e gli omicidi, gl’immorali, i fattucchieri, gli idolatri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. È questa la seconda morte”.
Per il popolo di Israele, invece, lo sperma è considerato un elemento sacro, e quindi i rapporti tra uomini sono considerati abominevoli, come tutte le forme di dispersione dello sperma (ad es. la masturbazione ed i rapporti con una donna in periodi non fecondi), e merita la più severa condanna. Tale persecuzione nei confronti degli omosessuali non è dettata, però, solo da ragioni morali, ma vi è una motivazione di ordine demografico: “I fondamenti patriarcali del popolo ebraico sarebbero stati in effetti in pericolo se si fossero diffuse pratiche diverse dal rapporto sessuale tra uomo e donna” (Borrillo, 2009).
Successivamente, sant’Agostino nelle sue Confessioni parla della sodomia come di una colpa orrenda, contraria alla legge naturale e alla legge divina, sebbene avesse amato appassionatamente un uomo tanto da esprimergli alla sua morte, con molto dolore: “Mi sembrava che le nostre anime fossero una sola in due corpi, ed è per questo che la mia vita era un orrore, perché non volevo vivere come una metà”.
Irnerio, protagonista della riscoperta e della valorizzazione degli antichi libri legales giustinianei, fondatore della scuola di Bologna, detta dei glossatori, e alle origini della stessa Università, intratteneva rapporti intimi sia con la contessa Matilde di Canossa, sia con l’imperatore Enrico V. Tommaso d’Aquino nella Summa theologica paragona i rapporti omosessuali ai peccati più abietti come il cannibalismo, la zoofilia o la coprofagia (1).
A metà del Duecento, la Coutume del Touraine-Anjou in Francia stabilisce la seguente pena: “Se qualcuno è sospettato di catarismo/sodomia, la giustizia lo deve prendere e inviare al vescovo, e se risultasse colpevole, lo dovrà ardere, e tutti i beni mobili sono confiscati a favore del barone”. Sorte peggiore la si rinviene nella Coutume d’Orleans: “Colui di cui è provata la sodomia, deve perdere i testicoli, e se lo fa una seconda volta deve perdere il membro virile; e se ricomincia una terza volta va bruciato al rogo”.
Qualche secolo dopo, nella storia dell’omofobia rimarrà indelebile questa data: 10 ottobre 1783. In tale data verrà condannato al rogo Jacques-François Pascal per sodomia, con la relativa scritta “Depravato contro natura e assassino”. Qualche anno dopo, grazie alla Rivoluzione Francese, si pone termine alla condanna per sodomia con l’avvento del Codice penale del 1791 e del 1810, ispirati dalla filosofia dei Lumi. Parallelamente, nel 1786 negli Stati Uniti, in Pennsylvania, per la prima volta si applica la pena di morte ai sodomiti e l’ultima esecuzione per tale motivazione la si registra nel 1873 nella Carolina del Sud.
Una prima forma di giustificazione medica scientifica della condanna dell’omosessualità si ha nel 1857 con Ambroise Tardieu, il quale scrive nel suo Etude medico-legale sur les attentats aux mœurs: “Il pederasta infrange le regole dell’igiene e della pulizia e ignora la lustrazione purificatrice. La sua stessa morfologia permette di riconoscerlo. Lo stato delle natiche, il rilassamento dello sfintere, l’ano a imbuto o ancora la forma e la dimensione del pene segnano l’appartenenza alla nuova specie. Mostra nella nuova galleria dei mostri, il pederasta ha a che vedere con l’animale; nei suoi coiti, evoca il cane.
La sua natura l’associa all’escremento; ricerca il tanfo delle latrine”. Nello stesso testo viene proposto un elenco delle presunte caratteristiche degli omosessuali: “Una bocca di traverso, denti cortissimi, labbra spesse, rovesciate, completamente deformate, in conseguenza dell’uso infame a cui servivano […] lo sviluppo eccessivo delle natiche, la deformazione a imbuto dell’ano, il rilassamento dello sfintere, la cancellatura delle pieghe, le creste e le carnosità del contorno dell’ano, la dilatazione estrema dell’orifizio anale, l’incontinenza delle feci, le ulcere, le ragadi, le emorroidi, le fistole, la blenorragia rettale, la sifilide, i corpi estranei introdotti nell’ano […] le dimensioni eccessive del pene […] un pene ritorto su se stesso”.
Altra data fondamentale, purtroppo più vicina ai giorni nostri, è il 6 maggio 1933: l’Istituto per la scienza sessuale “venne brutalmente attaccato, 12.000 opere e 35.000 foto a soggetto omosessuale vennero bruciate” (Borrillo, 2009). Il 7 marzo 1934, invece, è la data nella quale viene promulgata una legge, nella Germania nazista, con la quale si puniva con cinque anni di lavori forzati i rapporti omosessuali fra adulti consenzienti. Qualche mese dopo, il 30 giugno, Himmler dichiara che la piaga dell’omosessualità “va debellata con la morte”. Nello stesso giorno Ernst Rőhm, noto omosessuale, e altre 200 persone furono assassinate. L’indomani, un comunicato dell’ufficio stampa nazista informava sulla situazione: “Il Führer ha dato l’ordine di sterminare senza pietà questa piaga. Egli non permetterà più in avvenire che milioni di persone oneste siano importunate e compromesse da esseri anormali costituiti”.
Da qui in poi i numeri parlano da sé: l’anno dopo le condanne pronunciate erano state solo 766, dopo la creazione dell’Ufficio centrale del Reich per combattere l’omosessualità diventeranno ben 4.000 e nel 1938 il numero dei gay incarcerati salirà a 8.000. Le vittime dei campi di concentramento saranno stimate in ben 15.000, ma saranno almeno 500.000 gli omosessuali che troveranno la morte nelle prigioni, in esecuzioni sommarie, per suicidio o in occasione di cure sperimentali.
Se guardiamo a ciò che accade più recentemente, il 31 gennaio 1999 si svolge a Parigi la manifestazione anti-Pacs, nella quale raccoglie più di 100.000 persone. In questa manifestazione si potevano leggere slogan come “Niente nipoti per i finocchi” o “Gli omosessuali di oggi sono i pedofili di domani”. Una legge del 15 giugno 2000 pone freno a questa propaganda d’odio di genere e ha affidato al Conseil Superieur de l’Audiovisuel il compito di controllare i programmi radiofonici e televisivi in modo che essi non contengano alcuna forma di incitazione all’odio o alla violenza per ragioni legate al costume (che include l’orientamento sessuale).
Il 30 dicembre 2004 in Francia è stata introdotta una legge che sanziona discorsi ingiuriosi, diffamatori e che incitano alla discriminazione nei confronti di un individuo o un gruppo di individui in ragione del sesso, dell’orientamento sessuale o della disabilità. Tale legge consente alle associazioni dei diritti dei gay e delle lesbiche di costituirsi come parte civile, con il consenso della vittima, in caso di insulti, diffamazioni o incitazioni alla discriminazione nei confronti di singolo individui.
Non di poca importanza è l’istituzione della prima Giornata internazionale contro l’omofobia, ideata da Louis-Georges Tin, curatore del Dictionnaire de l’homophobie, avvenuta il 17 maggio del 2004 in occasione della rimozione dell’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dall’Organizzazione mondiale della sanità. Il 2007 è stato un anno importante per la comunità LGBT, perché l’Unione Europea ha confermato l’importanza di questa Giornata rendendola ufficiale in tutto il territorio europeo ed invitando “tutti gli Stati membri a proporre leggi che superino le discriminazioni subite da coppie dello stesso sesso e chiede alla Commissione di presentare proposte per garantire che il principio del riconoscimento reciproco sia applicato anche in questo settore al fine di garantire la libertà di circolazione per tutte le persone nell’Unione europea senza discriminazioni”. (2)
Da sottolineare è la dura condanna nella Risoluzione del Parlamento europeo del 26 aprile 2007 sull’omofobia in Europa all’art. 10 contro “i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali, in quanto alimentano l’odio e la violenza, anche se ritirati in un secondo tempo, e chiede alle gerarchie delle rispettive organizzazioni di condannarli”. Ad oggi, la campagna di sensibilizzazione si è estesa non solo alla transfobia, ma anche alla bifobia, ufficializzandone la denominazione. Perciò, il 17 maggio 2019 in tutto il mondo si manifesterà per l’International Day against Omophobia, Transphobia & Biphobia.
1 La coprofagia, dal greco copros, feci, e phagein, mangiare, è un comportamento animale che consiste nell’ingoiare escrementi propri o altrui. (Wikipedia, 2014)
2 Art. 8 Risoluzione del Parlamento europeo del 26 aprile 2007 sull’omofobia in Europa.
* Dedico questo mio lavoro alla mia compagna, alla mia amica e al mio amore. Svegliarsi accanto a te è stupendo. Grazie di tutto! Ti amo!