I rapporti omosessuali nella lettera ai Romani
Articolo* pubblicato sul sito The Reformation Project (Stati Uniti), liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Messaggio negativo: Paolo condanna come ignominioso il comportamento omosessuale in Romani 1, quindi la Chiesa non può assolutamente accettare le relazioni omosessuali.
Messaggio positivo: La lettera ai Romani parla di desiderio sfrenato, non di orientamento sessuale.
In Romani 1:26-27 Paolo condanna il comportamento omosessuale libidinoso tra uomini, e probabilmente anche tra donne.
“Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento.” (Romani 1:26-27)
– Nei primi tre capitoli della lettera ai Romani, Paolo sostiene che tutti i popoli, gli Ebrei come i Gentili, hanno bisogno della salvezza. Nel secondo capitolo si rivolge ai suoi correligionari ebrei, dicendo che anche una sola infrazione alla Legge rende loro necessario riconciliarsi con Dio.
– In Romani 1 Paolo afferma che anche i Gentili hanno bisogno della salvezza, perché pur non possedendo una legge scritta da trasgredire, hanno comunque violato ciò che sanno essere la verità su Dio, attraverso la sua creazione. Invece di adorare Dio hanno adorato gli idoli, e di conseguenza Dio li ha abbandonati alle loro passioni.
– Dio li ha abbandonati alle passioni sfrenate dei loro cuori, così si sono infiammati di desiderio e hanno finito per avere rapporti omosessuali.
Nel mondo antico si pensava che tutti potessero essere soddisfatti dei rapporti eterosessuali, ma alcune persone andavano oltre: erano talmente insaziabili da praticare rapporti omosessuali.
– Nel suo commento a Romani 1:26-27 Giovanni Crisostomo scrive: “Vedete bene come il complesso del desiderio provenga da un eccesso, che non sa contenersi entro i limiti”.
– Paolo non condanna chi è gay, contrapponendolo a chi è etero: condanna gli eccessi insaziabili contrapponendoli alla moderazione, infatti parla ripetutamente di “passioni”, e di uomini che “abbandonano” i rapporti eterosessuali.
– Le relazioni omosessuali come le conosciamo oggi non erano concepibili in quell’epoca.
Forse è vero che Paolo sta descrivendo desideri sfrenati, e non relazioni amorevoli, ma comunque usa i termini “infami”, “contro natura”, “ignominiosi” quando parla di rapporti omoerotici; questo sembrerebbe indicare che tutte le relazioni omosessuali sono peccaminose, per quanto possano essere amorevoli e stabili.
– Paolo utilizza, in 1 Corinzi 11, le stesse identiche parole greche di Romani 1, ma la maggior parte dei cristiani odierni ritiene che i termini “natura” (physis) e “indecoroso, ignominioso” (atimia) di 1 Corinzi 11 descrivano ciò che era abituale nel I secolo, non quella che dovrebbe essere la regola universale per i cristiani e le cristiane sulla lunghezza dei loro capelli.
– Infatti sappiamo che gli uomini dai capelli lunghi non sempre erano indecorosi o ignominiosi: pensiamo al voto di nazireato (Numeri 6:5), e alla decisione di Sansone di tagliarsi i capelli, quella sì un’azione ignominiosa, perché la sua lunga chioma era sorgente di forza (Giudici 16:17-19). Ciò che è onorevole e ciò che è indecoroso varia nelle epoche e nelle culture.
– Se i termini “natura” e “ignominioso” in 1 Corinzi 11 sono culturalmente determinati, allora dobbiamo chiederci se lo sono anche in Romani 1. Nel mondo antico i rapporti sessuali tra uomini erano considerati vergognosi e innaturali, perché riducevano il maschio passivo alla condizione, socialmente inferiore, di una donna. È una logica che però non si applica ai cristiani, i quali credono che uomini e donne abbiano uguale valore in Dio.
Cos’è “la punizione che s’addiceva al loro traviamento” di cui parla Paolo?
– Gli adoratori degli idoli non sono riusciti a offrire a Dio l’onore a lui dovuto, perciò Dio ha permesso loro di disonorare se stessi come punizione per l’errore dell’idolatria. La punizione consiste nei loro atti ignominiosi.
– La passività del maschio, la posizione di dominio della femmina e la mancanza di autocontrollo rendeva il sesso omoerotico l’emblema stesso dell’eccesso e del disonore, e un’efficace illustrazione di cosa accade quando non onoriamo Dio: veniamo abbandonati al disonore.
– Ma le problematiche di cui parla Paolo in Romani 1 non sono caratteristiche delle unioni omosessuali odierne, basate sull’amore, l’impegno reciproco e la donazione di sé.
I cristiani dovrebbero concordare con Paolo sul fatto che i comportamenti sessuali sfrenati ed eccessivi sono sbagliati, ma le relazioni omosessuali che si basano sull’amore e sull’impegno a lungo termine dovrebbero essere valutate in modo diverso.
* I passi biblici sono tratti dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI.
Testo originale: 8. Romans addresses unrestrained lust, not sexual orientation.