I temi LGBT+ nel nuovo contratto nazionale dell’istruzione e della ricerca
Riflessioni di Pasquale Nascenti per IRC Arcobaleno
L’ipotesi del nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro – Comparto Istruzione e Ricerca, (clicca qui per leggere il testo) sottoscritto il 14 luglio scorso tra l’Aran (che rappresenta la Pubblica Amministrazione) e le Organizzazioni Sindacali rappresentative (cinque su sei favorevoli: Cgil, Cisl, Snals, Gilda, Anief; la Uil non ha ritenuto opportuno firmare) contiene alcuni elementi di grande novità che tentano di porsi in linea con i tempi, le esigenze e i cambiamenti della società e della scuola.
Qui di seguito si offre una breve sintesi, senza alcuna pretesa di esaustività, di alcune norme introdotte di fresco e che collimano con alcune delle principali battaglie di sensibilizzazione della comunità LGBT+.
Per quanto rimesso ai dovuti controlli di competenza del Ministero dell’Economia e Finanze, si tratta di norme che non possono essere cancellate. Siamo di fronte ad una vera e propria svolta da parte di un comparto così rilevante (scuola e università) della Pubblica Amministrazione.
Con l’art. 16 vengono introdotte nuove disposizioni a favore delle donne vittime di violenza. Per la lavoratrice inserita nei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere debitamente certificati viene previsto un periodo di astensione dal lavoro (120 giorni lavorativi da fruire nell’arco temporale di tre anni alle stesse modalità retributive dei congedi di maternità) e delle facilitazioni per fruire del trasferimento da una sede di lavoro all’altra. Si tratta di disposizioni non nuove, già previste dalla normativa (L. 119 del 2013 “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto alla violenza di genere”) ma che attendevano una concreta attuazione nello specifico comparto con definizioni chiare e puntuali.
Con l’art. 18 sembra essere, finalmente, abbattuto un grosso muro. In nome della piena tutale dei diritti viene assicurata totale parità, in fatto di disposizioni relative ai congedi per matrimonio, anche alle persone dello stesso sesso che si uniscono civilmente ai sensi della L. 76 del 2016 (cosiddetta Legge Cirinnà). Viene specificato, inoltre, che i termini ‘coniuge’, ‘coniugi’ e simili si applicano indifferentemente alle parti a prescindere dal sesso.
Con l’art. 21 viene introdotta la carriera alias del dipendente che ne faccia richiesta e che abbia intrapreso, ai sensi della L. 164 del 1982 “Norme in materia di rettificazione e attribuzione di sesso”, il percorso di transizione di genere. Si tratta di una novità dalla carica davvero esplosiva.
La ragione dell’introduzione della norma è motivata dalla finalità di tutela del benessere psicofisico dei lavoratori transgender, dalla creazione di un ambiente di lavoro inclusivo ispirato al valore fondante della dignità umana delle persone, eliminando situazioni di disagio per coloro che intendono modificare nome e identità nell’espressione della propria autodeterminazione di genere. Per tutelare il lavoratore viene sottoscritto un Accordo di riservatezza confidenziale che regolerà la gestione contemporanea della carriera alias e della carriera reale; le modalità di accesso e i tempi di richiesta e attivazione della carriera alias saranno specificate con un’apposita regolamentazione interna. Vengono fatti anche alcuni esempi concreti di elementi che caratterizzano la carriera alias e che sembrano tutti inquadrati nell’ambito dei rapporti all’interno della comunità scolastica: il genere di elezione sarà infatti preso in considerazione, ad esempio, sul cartellino di riconoscimento, per le credenziali della posta elettronica, sulla targhetta della porta di ufficio, sulle tabelle dei turni di lavoro; ma restano invariate tutte, e quindi non conformi all’identità alias, tutti gli elementi di natura strettamente personale, come la busta paga, i dati matricolari, i provvedimenti disciplinari. A ciò si aggiunge una disposizione di evidente rilievo: la possibilità di utilizzare divise da lavoro corrispondenti al genere di elezione del dipendente, e spogliatoi e servizi igienici neutri rispetto al genere, se presenti, o corrispondenti all’identità di genere del lavoratore.
Queste ultime disposizioni in particolare, sembrano andare in controtendenza se si pensa che proprio il partito di riferimento del Ministro Valditara – la Lega – si era duramente opposto alle campagne contro l’omo-bi-transfobia organizzate dalla Regione Lazio e aveva messo in atto imponenti sforzi per affossare il ddl Zan nella precedente legislatura. In realtà tali provvedimenti seguono un indirizzo già avviato dal precedente Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi che, in occasione della giornata contro l’omo-bi-transfobia del 17 maggio 2021, inviava Circolare ai Dirigenti affinché promuovessero, sulla scia delle Linee Guida Nazionali emanate dal Ministero nel 2017 (‘Educare al rispetto: per la parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le forme di discriminazione’), occasioni di approfondimento con i propri studenti sui temi legati alle discriminazioni, al rispetto dei diritti umano e delle libertà fondamentali.
Ma non bisogna dimenticare che la stessa Presidente del Consiglio Giorgia Meloni non ha mai nascosto la sua avversione per la cosiddetta ‘ideologia gender’, avversione più volte mostrata anche in tempi recenti, come dal palco di Vox, partito spagnolo di estrema destra, dove si era recata per sostenerne il candidato (“Sì all’identità sessuale, no all’ideologia di genere”), come nell’intervista rilasciata al settimanale Grazia nel marzo 2023 (“Maschile e femminile sono radicati nei corpi ed è un dato incontrovertibile”), come durante l’incontro del G7 svoltosi a Hiroshima nel maggio 2023, quando replicava (“Agiamo come gli altri governi”) alle preoccupazione sulla sua politica anti-LGBT+ espresse dal Primo Ministro canadese Trudeau
Allora cosa sta capitando? Un cambio di rotta frutto di una conversione sulla via di Damasco? Oppure un silenzioso adeguarsi alle richieste europee in fatto di diritti civili, pena la perdita di fondi eurounitari in fatto di PNRR, appuntamento che questo esecutivo non può permettersi di mancare?
Ad altri le valutazioni politiche. Speriamo che quanto scritto di nuovo in questo CCNL possa essere attuato e non rimanere lettera morta.