I teologi al Sinodo: “Non esistono ragioni bibliche, teologiche e pastorali per escludere”
Messaggio ai Vescovi del Sinodo delle teologhe e dei teologi dell’Associazione Giovanni XXIII pubblicato su Religion Digital (Spagna) il 12 ottobre 2015, liberamente tradotto da Dino
Non esistono ragioni bibliche, teologiche, storiche, pastorali, e meno ancora dogmatiche, per escludere gli uomini sposati e le donne da nessuno dei ministeri ecclesiali, ordinati o non ordinati. Non appartiene alla Fede della Chiesa il fatto di mantenere immutato un determinato modello di famiglia, proprio di un tempo e di una cultura.
Secondi i Vangeli, Gesù di Nazaret fu profondamente critico nei confronti del modello di famiglia del suo tempo e della sua cultura. Perciò l’Associazione di Teologhe e Teologi Giovanni XXIII ritiene necessario presentare al Sinodo dei Vescovi che si sta celebrando a Roma le seguenti proposte:
1. Crediamo che si debbano rispettare le diverse identità, scelte e orientamenti sessuali come espressione della pluralità di forme di vivere la sessualità tra gli esseri umani. Di conseguenza, nella Chiesa cattolica devono essere riconosciute l’omosessualità e i matrimoni omosessuali a parità di condizioni dell’eterosessualità e dei matrimoni eterosessuali. Le persone cristiane omosessuali non devono essere escluse da nessun incarico, attività e responsabilità ecclesiale e nemmeno dalla partecipazione ai sacramenti.
Non sembra compatibile il rispetto delle persone non eterosessuali con la loro esclusione da determinate funzioni ecclesiali, come ad esempio l’esercitare il ruolo di padrini in un battesimo o il ministero sacerdotale e teologico. Due esclusioni, queste ultime, che sono avvenute recentemente nella diocesi di Cadice con un transessuale e nella Congregazione per la Dottrina della Fede con un sacerdote omosessuale, e che dimostrano una chiara discriminazione a motivo dell’orientamento sessuale e smentiscono l’idea di accoglienza verso le persone omosessuali, tanto ripetuta nei documenti del Magistero ecclesiale.
2. Riteniamo che debba essere riveduta la condanna indiscriminata dell’interruzione volontaria della gravidanza da parte del Magistero ecclesiastico. Consideriamo necessaria l’abolizione del punto 1398 del Codice di Diritto Canonico che stabilisce la scomunica per chi provoca l’aborto, se questo avviene, e che è contrario all’assoluzione del peccato di aborto stabilita da Papa Francesco in occasione del Giubileo Straordinario della Misericordia. Si deve anche rispettare il diritto delle donne di decidere su questa materia secondo coscienza.
3. Non esistono ragioni bibliche, teologiche, storiche, pastorali, e ancor meno dogmatiche, per escludere uomini sposati e donne da nessuno dei ministeri ecclesiali, ordinati o non ordinati. L’uguaglianza dei cristiani e delle cristiane che si realizza per mezzo del battesimo deve tradursi in condizioni uguali per uomini e donne nell’accesso all’ambito del consacrato, nell’elaborazione della dottrina teologica e morale così come nella partecipazione alle responsabilità ecclesiali e agli organi direttivi, senza discriminazione alcuna per ragioni di genere, etnia o classe sociale.
Per questo chiediamo che siano eliminati gli ostacoli ideologici, culturali e disciplinari di carattere sessista e si realizzi la piena incorporazione delle donne negli ambiti indicati, compreso l’accesso al sacerdozio e all’episcopato.
4. In relazione al divorzio, non esiste nessun dogma di fede che lo impedisca, nè che proibisca l’accesso all’eucarestia delle persone separate o divorziate risposate. Al riguardo, l’attuale disciplina escludente, forse comprensibile in passato, oggi non ha giustificazione e, anzichè avvicinare alla comunità cristiana le persone che si trovano in queste situazioni, le emargina, le allontana e le stigmatizza.
Manca inoltre di fondamento evangelico. Riteniamo perciò che il Sinodo dei Vescovi debba abolire questo divieto, attualmente in vigore, e rendere possibile l’accesso alla comunione eucaristica alle persone separate o divorziate e risposate, senza imporre loro alcun obbligo correttivo. Noi credenti siamo soggetti morali capaci di decidere in questo campo liberamente in coscienza. Questa decisione dev’essere rispettata.
5. E’ necessario riconoscere gli importanti progressi portati dal femminismo nell’uguaglianza tra uomini e donne e nella liberazione di queste ultime. Alla luce di questi progressi dev’essere roivista la struttura patriarcale della dottrina e la prassi riguardo al matrimonio cristiano.
6. Il Sinodo non può essere ridotto alle questioni relative al matrimonio cristiano. Riteniamo prioritario che faccia un’analisi della situazione di povertà ed esclusione sociale in cui si trovano milioni di famiglie, che la denunci profeticamente, che esprima la sua solidarietà con le famiglie più fragili e contribuisca ad eliminare le cause di tale situazione partendo dalla scelta etico-evangelica a favore delle persone povere ed emarginate.
Firmano questa dichiarazione:
Xavier Alegre. Asociación de Teólogos y Teólogas Juan XXIII. España
José Arregi. Teólogo. España
Olga Lucía Álvarez. Asociación Presbíteras Católicas Romanas. Colombia
Juan Barreto. Asociación de Teólogas y Teólogos Juan XXIII. España
Fernando Bermúdez, Asociación de Teólogas y Teólogos Juan XXIII. España
Leonardo Boff. Ecoteólogo, miembro del Comité de la Carta de la Tierra y escritor.
Ancizar Cadavid Restrepo. Teólogo. Colombia
José María Castillo. Asociación de Teólogas y Teólogos Juan XXIII. España
José Centeno. Asociación de Teólogas y Teólogos Juan XXIII, España
Juan Antonio Estrada. Asociación de Teólogas y Teólogos Juan XXIII. España.
Máximo García. Asociación de Teólogas y Teólogos Juan XXIII. España
Antonio Gil de Zúñiga. Asociación de Teólogas y Teólogos Juan XXIII. España
Ivone Gebara. Teóloga y filósofa. Brasil
Hernández Fajardo Axel. Profesor Jubilado de la Escuela Ecuménica de las Ciencias de Religiones. Universidad Nacional. Costa Rica
Rosa María Hernández. Asociación de Teólogas y Teólogos Juan XXIII. España
Mary Hunt. Teóloga. Women’s Alliance for Theology, Ethics and Ritual (WATER).
Gabriela Juárez Palacio. Teóloga. Socia Fundadora de Teólogas e Investigadoras.
Rosa Leiva. Federación Latinoamericana de Presbíteros Casados. Ecuador
Juan Masiá. Teólogo. Japón.
Federico Mayor Zaragoza. Presidente de la Fundación Cultura de Paz y de la Comisión Internacional contra la Pena de Muerte. España
Cyprien Melibi. Teólogo Camerún.
Arnoldo Mora Rodríguez. Socio Fundador del Departamento Ecuménico de Investigaciones (DEI). Costa Rica.
Mario Mullo. Federación Latinoamericana de Sacerdotes Casados. Ecuador
Carmiña Navia. Teóloga. Colombia
Marisa Noriega. Teóloga. Socia Fundadora de la Asociación Mexicana de Reflexión Teológica Feminista. México.
Gladys Parentelli. Auditora en el Concilio Vaticano II. Venezuela
Federico Pastor. Asociación de Teólogas y Teólogos Juan XXIII. España.
Victorino Pérez Prieto. Asociación de Teólogas y Teólogos Juan XXIII. España
Suyapa Pérez Scapini. Teóloga. El Salvador
Margarita Mª Pintos. Asociación de Teólogas y Teólogos Juan XXIII. España
Javier Omar Ruiz Arroyave. Activista. Masculinidades Liberadoras. Colombia.
José Sánchez Suárez. Teólogo. Comunidad Teológica de México
Santiago Sánchez Torrado. Asociación de Teólogas y Teólogos Juan XXIII. España
Fernando Silva. Asociación de Teólogas y Teólogos de Juan XXIII. España
Aida Soto Bernal. Asociación Presbíteras Católicas Romanas. Colombia
Juan José Tamayo. Asociación de Teólogas y Teólogos Juan XXIII. España
Elsa Tamez. Teóloga y biblista. México
Andrea Toca. Teóloga. Socia Fundadora de la Asociación Mexicana de Reflexión Teológica Feminista. México.
Fernando Torres Millán. Teólogo. Coordinador de Kairós Educativo. Colombia
Olga Vasquez. Teóloga. El Salvador
Evaristo Villar. Asociación de Teólogas y Teólogos Juan XXIII. España
Juan Yzuel. Asociación de Teólogas y Teólogos Juan XXIII. España
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Testo originale: Declaración internacional de teólogas y teólogos sobre el Sínodo