I Vecchi cattolici benedicono le coppie gay
Articolo tratto dal Corriere del Ticino del 12 giugno 2006
La Chiesa vetero-cattolica raggruppa quelle comunità cattoliche che si separarono dalla Chiesa romana nel 1873 in polemica con la proclamazione del dogma dell’infallibilità papale. Da allora questa piccola chiesa, diffusa sopratutto nel nord europa ed in piccola misura anche in Italia, prosegue un cammino privo dei limiti dottrinali che il magistero papale porta con se. In quest'ottica va vista la loro decisione di benedire le coppie gay.
Il sinodo della Chiesa dei Vecchi cattolici , riunito ieri ad Aarau, ha deciso a stragrande maggioranza (76 voti favorevoli, 2 contrari e 5 astensioni) che in futuro impartirà una benedizione alle le coppie omosessuali in unione domestica registrata.
Sono state definite due forme di celebrazione ben distinte dal matrimonio per non mettere in questione questo sacramento. Si tratta della prima chiesa svizzera che riconosce ufficialmente l’unione di coppia per lesbiche e gay.
La Chiesa dei Vecchi cattolici da un paio di anni sta esaminando che risposte dare alle coppie omosessuali che auspicano che la loro unione possa evolvere con l’aiuto di Dio. I vecchi cattolici, che contano 13’ 000 fedeli nel nostro Paese, spiega il rapporto sinodale, ritengono che le coppie dello stesso sesso abbiano gli stessi bisogni spirituali di quelle eterosessuali.
Inoltre « non si sceglie di diventare omosessuali » , ma lo si è « già sa piccoli o anche da prima della nascita » . « Si tratta di nozioni scientifiche che non erano a disposizione degli autori dei testi biblici e dei testimoni della tradizione cristiana » .
Siccome nella tradizione la coppia eterosessuale ha la funzione di perpetuare la vita, la Chiesa dei Vecchi cattolici ci tiene a fare una chiara distinzione fra il matrimonio e la benedizione del partenariato omosessuale. Per quest' ultimo caso un tipo di rito potrà svolgersi in chiesa o in privato, il secondo è invece una benedizione da impartire nell’ambito di un normale servizio religioso.
I due nuovi rituali studiati dalla commissione « Omosessualità e Chiesa » saranno provati nei prossimi anni. Il rapporto sinodale indica anche che la Chiesa dei Vecchi cattolici continuerà a non porsi domande sull’orientamento sessuale dei candidati nell’ambito della nomina dei preti, perché « ciò non ha un carattere decisivo ».
Comunque l’apposita commissione raccomanda di essere particolarmente prudenti nell’affidare una parrocchia a un curato che vive in un’unione omosessuale. In particolare la sua forma di vita deve essere accettata dalla comunità dei fedeli.
Il vescovo Fritz-René Müller ha spiegato che gli omosessuali all’interno della Chiesa sono un dato di fatto. A chi ha difficoltà ad accettare tale situazione l’alto prelato ha raccomandato di pregare Dio tutti i giorni affinché questo fenomeno sparisca.