I vescovi del Nord Africa dicono sì a Fiducia supplicans
Intervista di Bernadette Sauvagé a Jean-Paul Vesco, vescovo di Algeri, pubblicata sul sito cattolico “Témoignage Chrétien” l’8 febbraio 2024, traduzione di finesettimana.org.
Nel continente africano, molto ostile all’omosessualità, dopo la pubblicazione di Fiducia Supplicans si sono svolti intensi dibattiti sulla questione della benedizione delle coppie omosessuali. I vescovi del Nord Africa hanno fatto sentire una voce originale sostenendo il testo vaticano durante la loro assemblea plenaria a Rabat a metà gennaio. L’arcivescovo di Algeri, il domenicano Jean-Paul Vesco, spiega a TC come e perché hanno fatto questa scelta.
A livello personale, lei è un grande sostenitore del testo Fiducia supplicans. Perché?
“Fiducia supplicans non è un testo prescrittivo, ed è questo l’aspetto rivoluzionario. Per molti è sconcertante, perché siamo abituati a vedere i testi vaticani come normativi. Fiducia supplicans è pensata per essere poco chiara (ride). In un secondo tempo, il cardinale Victor Fernández l’ha chiarito, ma solo perché aveva fatto molto discutere, in particolare per quanto riguarda il termine ‘coppia dello stesso sesso’.
Il testo inizia ricordando la norma della Chiesa cattolica sul matrimonio. Questo non è oggetto di discussione. Una volta riaffermata, il testo prosegue affermando la libertà di benedire le coppie in situazione irregolare, di benedire le persone nella situazione in cui si trovano. Questo può includere coppie dello stesso sesso, divorziati risposati e altre situazioni, come la poligamia. Penso che sia inverosimile dire che è possibile benedire le persone e non le situazioni. Se si benedice la persona, si benedice tutta la persona. Infine, questo testo dà ai preti, nel loro discernimento, la possibilità di dire ai più lontani, ai più piccoli: ‘Dio ti ama, tu sei benedetto da Dio’. Questo amore e questa benedizione non dipendono dalla dottrina della Chiesa cattolica”.
Il 16 gennaio, la Conferenza episcopale del Nord Africa (Cerna) ha pubblicato un comunicato stampa a sostegno di Fiducia supplicans, che contrasta con la posizione espressa dal cardinale Fridolin Ambongo a nome delle conferenze episcopali africane. Egli ritiene che in Africa non sia “appropriato” benedire coppie dello stesso sesso. Avete corso qualche rischio con questa affermazione?
“Innanzitutto è vero, abbiamo corso il rischio di essere diversi, per il colore della nostra pelle e per il tipo di cristianesimo a cui apparteniamo. La situazione in Nord Africa è completamente diversa da quella dell’Africa subsahariana. Lì la Chiesa cattolica è molto radicata e costituisce un punto di riferimento morale. Tuttavia, non ci stiamo staccando o ribellando alle altre conferenze episcopali in Africa. Per chiarire questo punto, abbiamo inviato il nostro comunicato stampa al cardinale Ambongo prima che fosse reso pubblico. Abbiamo corso un secondo rischio, questa volta con i membri della nostra diocesi.
Quando è stata pubblicata Fiducia supplicans, abbiamo dovuto dare molte spiegazioni ai nostri studenti, preti e religiosi subsahariani. L’hanno letto subito attraverso questo prisma: la Chiesa cattolica riconosce le unioni omosessuali, non le condanna. Quando siamo arrivati alla nostra assemblea plenaria a Rabat, a gennaio, ci siamo resi conto di quanto fosse viscerale questo tema, la non condanna dell’omosessualità. Appartiene all’Africa. È una questione antropologica? È una questione di Islam, di evangelici? Le cause sono molteplici”.
Come vescovi del Nord Africa, avete fatto una dichiarazione coraggiosa. Non vivete forse in società che sono anche molto ostili all’omosessualità?
“La cosa interessante è che lo abbiamo fatto insieme, all’unanimità. Alla nostra assemblea plenaria di Rabat eravamo in venti con sensibilità molto diverse. Raggiungendo questo accordo tra di noi, abbiamo avuto l’impressione di realizzare qualcosa di molto forte. È anche coraggioso, sì, perché ci siamo opposti al rifiuto del cardinale Ambongo. Così facendo, stiamo affermando una differenza”.
Secondo lei, questo testo vaticano e il comunicato stampa di Cerna contribuiscono alla lotta contro l’omofobia?
“Sono convinto di sì. Sì, è un modo per combattere l’omofobia. Tanto meglio se la Chiesa cattolica vi contribuisce, in ogni regione del mondo! Tuttavia, ripeto che Fiducia supplicans non ha un’agenda politica, nonostante il modo in cui è stata interpretata. Non si tratta di passare gradualmente al matrimonio omosessuale”.