I vescovi episcopali Usa si schierano contro la cancellazione del matrimonio gay
Articolo tratto dal sito diocal.org, liberamente tradotto da Fabio
Il 4 novembre 2008 sarà il giorno delle elezioni del nuovo presidente degli Stati Uniti. Ma sarà anche il giorno del referendum californiano sui matrimoni gay. Contrariamente alle posizioni dei vescovi cattolici, i vescovi episcopali della California hanno invitato gli elettori a votare contro la proposizione 8, il referendum che punta a cancellare il matrimonio omosessuale, introdotto con sentenza della Corte suprema dello Stato. A chi daranno ragione gli elettori? Di seguito riportiamo le dichiarazioni dei vescovi episcopali della California.
I vescovi della California denunciano la Proposition 8
Alla conferenza stampa dello scorso 10 settembre, i vescovi Marc Handley Andrus e Steven Charleston, della Diocesi della California, e il vescovo Barry Beisner della Diocesi della California del Nord, si sono trovati uniti presso la Cattedrale della Grazia di San Francisco per manifestare il loro sostegno al matrimonio fra persone dello stesso sesso e denunciare la proposition 8.
Beisner ha dichiarato che si tratta di “una fondamentale questione di giustizia permettere a tutte le coppie di accedere al matrimonio civile nello stato della California”. Charleston, di origine indiano-americana, ha dichiarato come persona di colore che l’uguaglianza riconosciuta dalla Corte suprema della California “risuona nel profondo come una campana di libertà”.
Andrus ha detto “Vivere come Gesù significa essere solidali con chi sta ai margini del mondo. Per me votare no alla Proposition 8 è un modo con cui posso essere solidale con chi è messo ai margini, in questo caso coi fratelli e le sorelle LGBT, ed è il modo con cui continuo il mio cammino con Cristo”.
Una conferenza stampa simile si è tenuta lo stesso giorno alla Cattedrale di San Paolo a Los Angeles dal vescovo Jon Bruno. I sei vescovi diocesani della California hanno reso nota una dichiarazione congiunta con cui affermano “Noi crediamo che mantenere l’accesso al matrimonio civile a tutti, senza riguardo all’orientamento sessuale, è coerente coi migliori principi del nostro diritto costituzionale. Noi crediamo che il mantenimento di questo accesso promuova l’etica di Gesù relativa all’amore, alla gratuità e alla speranza”. Di seguito il testo completo della dichiarazione.
Dichiarazione sulla Proposition 8 da parte dei vescovi episcopali della California
Come vescovi episcopali della California, noi siamo decisi a sollecitare gli elettori a votare “No” alla proposition 8. Gesù chiede amore anziché odio, dare piuttosto che ricevere, vivere nella speranza piuttosto che nella paura. Martedì 4 novembre, gli elettori della California avranno la possibilità di votare a favore o contro la proposition 8, che punta ad emendare la costituzione dello stato per riservare il matrimonio solo fra un uomo e una donna.
A partire dalla sentenza della Corte Suprema della California a maggio in virtù della quale il matrimono civile deve essere concesso a tutti i cittadini dello stato sia che la coppia sia di sesso diverso che dello stesso sesso, gay e lesbiche hanno accesso al matrimonio come via principale per mostrare il loro amore, devozione e impegno per la vita l’uno per l’altro. Inoltre, il matrimonio concede a queste coppie gli stessi diritti legali e le protezioni che hanno le coppie eterosessuali.
La proposition 8 ribalterebbe la decisione della corte e annullerebbe un diritto esistente. I sostenitori della proposition 8 ritengono che questo emendamento alla costituzione proteggerebbe il matrimonio. Noi non crediamo che il matrimonio fra eterosessuali sia minacciato dal matrimonio fra persone dello stesso sesso.
Piuttosto, i valori cristiani della monogamia, impegno, amore, rispetto reciproco e testimonianza della monogamia sono promossi per tutti, dando questo diritto ai gay come agli eterosessuali. La società è rafforzata quando due persone che si amano scelgono di sposarsi, impegnarsi per la vita nella costruzione di una relazione disciplinata che serva come testimonianza dell’importanza dell’amore e dell’impegno reciproco.
Come vescovi, noi non la pensiamo tutti allo stesso modo sul modo il cui il clero della nostra chiesa dovrebbe porsi rispetto al matrimonio fra persone dello stesso sesso. Alcuni di noi credono che sia appropriato permettere al nostro clero di officiare a questo tipo di matrimoni e pronunciare la benedizione di queste unioni; altri fra noi credono che occorra aspettare il consenso della Convenzione generale [il sinodo di clero e laici della Chiesa episcopale, NdT] prima di permettere queste azioni. Tuttavia, noi siamo categorici: la giustizia chiede che il matrimonio civile fra persone dello stesso sesso continui nel nostro stato e chiede di appoggiare il “No” alla proposition 8.
La Convenzione generale del 2006 a Columbus approvò la Risoluzione A095 che stabilisce “[…] la 75° Convenzione generale riafferma il sostegno storico della Chiesa episcopale ai gay e alle lesbiche come figli di Dio e titolari di pieni diritti civili; […] riafferma l’azione della 71° Convenzione generale che chiedeva ai governi locali, ai parlamenti degli stati e al Congresso degli Stati Uniti di approvare misure per dare alle coppie gay e lesbiche protezioni come: norme in materia di lutto famigliare e eredità; benefici sanitari; benefici pensionistici; benefici fiscali sugli immobili; e impegni al mutuo sostegno goduti dalle coppie sposate eterosessuali […], la 75° Convenzione generale si oppone a ogni emendamento a costituzioni statali o alla costituzione federale per proibire il matrimonio civile fra persone dello stesso sesso o per proibire unioni civili”.
Noi crediamo che mantenere l’accesso al matrimonio civile a tutti, senza riguardo all’orientamento sessuale, è coerente coi migliori principi del nostro diritto costituzionale. Noi crediamo che il mantenimento di questo accesso promuova l’etica di Gesù relativa all’amore, alla gratuità e alla speranza.
+ Marc Handley Andres, Vescovo della California
+ Barry L. Beisner, Vescovo della California del Nord
+ J. Jon Bruno, Vescovo di Los Angeles
+ Mary Gray-Reeves, Vescovo di El Camino Real
+ Jerry A. Lamb, Vescovo provvisorio di San Joaquin
+ James R. Mathes, Vescovo di San Diego
+ Steven Charleston, Vescovo ausiliare della Diocesi della California
+ Chester Talton, Vescovo suffraganeo della Diocesi di Los Angeles
+ Sergio Carranza, Vescovo ausiliare della Diocesi di Los Angeles
Dichiarazione del vescovo Marc Handley Andrus
La Chiesa episcopale ha espresso il suo sostegno per i pieni diritti di lesbiche, gay, transessuali e bisessuali nella società civile. La sentenza della Corte suprema della California di questa primavera ha dato alla Chiesa episcopale l’opportunità di condividere con la società civile i progressi dei diritti per i cittadini LGBT.
E’ in aderenza alla fede cristiana che tutti coloro che sono vulnerabili meritino protezione, sostegno e il riconoscimento della loro dignità e rispetto. Noi vediamo, nelle storie del Nuovo Testamento, Gesù e i suoi discepoli proteggere e anche onorare le persone più vulnerabili della società in cui vivevano: vedove, orfani, poveri e lebbrosi. Io sono un seguace di Gesù e voglio vivere come lui visse, con l’aiuto di Dio.
Vivere come Gesù significa essere solidali con chi sta ai margini del mondo. Per me votare no alla Proposition 8 è un modo con cui posso essere solidale con chi è messo ai margini, in questo caso coi fratelli e le sorelle LGBT, ed è il modo con cui continuo il mio cammino con Cristo.
Testo originale: California bishops denounce Proposition 8