Chi sono le persone Transgender? Una parola con tante vite dentro
Articolo di Austen Hartke* pubblicato sul sito My Kid is Gay (Stati Uniti), liberamente tradotto da Stefania Solivardi
Definizione. “Transgender” è un termine ombrello utilizzato per descrivere le persone la cui identità di genere non corrisponde al sesso assegnato alla nascita.
Lo so, sembra uno scioglilingua, ma andiamo per gradi! L’identità di genere è la sensazione interiore di essere maschio, femmina, entrambi, o nessuno dei due, e riguarda la percezione che ciascuno ha di sé. Il sesso assegnato alla nascita è l’etichetta M o F che viene data dai dottori dopo il parto, ed è basata sui genitali esterni.
Transgender è un aggettivo, e quindi si usa per descrivere una persona. Per questa ragione, chiamare qualcuno “un transgender” non è corretto: si dice “una persona transgender”. In egual modo, non è corretto dire che una persona è “transgenderata”. Sarebbe come chiamare un tedesco “germanizzato”.
Spiegazione
Essere transgender può voler dire molte cose. Ad esempio, a una persona transgender potrebbe essere stato assegnato il sesso femminile alla nascita, ma poi ha capito di essere di genere maschile, o viceversa. Ci sono anche persone transgender che non hanno un’identità prettamente femminile o prettamente maschile. Diamo un’occhiata alle altre etichette che ricadono sotto la definizione ombrello di transgender:
• Male-to-female (MTF): una persona transgender MTF, o donna trans, è una persona a cui è stato assegnato il sesso maschile alla nascita, ma la cui identità di genere è femminile. Le donne trans vengono a volte chiamate DMAB, che sta per “designated male at birth” (definite maschio alla nascita).
• Female-to-male (FTM): una persona transgender FTM, o uomo trans, è una persona a cui è stato assegnato il sesso femminile alla nascita, ma la cui identità di genere è maschile. Gli uomini trans vengono a volte chiamati DFAB, che sta per “designated female at birth” (definiti femmina alla nascita).
• Non-binary: una persona trans non-binary non s’identifica né come completamente maschio, né come completamente femmina, e quindi non spunta nessuna delle due caselle comuni del genere. Le persone non-binary potrebbero riferirsi a loro stesse come androgine, agender, intergender, neutrois, genderqueer, ecc.
• Genderfluid: una persona trans genderfluid ha un’identità di genere che cambia nel tempo. Ad esempio, potrebbe identificarsi più come un maschio per un periodo, e poi come predominantemente femminile successivamente. Potrebbe anche arrivare a capire che l’identità non-binary è quella che meglio la definisce.
• Terzo genere: molto prima che la società occidentale iniziasse a comprenderle, moltissime culture in tutto il mondo hanno riconosciuto e rispettato le identità trans. In alcune tribù nativo-americane, le persone trans vengono chiamate Two-Spirit, per rappresentare la dualità presente in loro. In India esiste un gruppo di persone che si identifica con un terzo genere, chiamato hijra, da centinaia d’anni. In Samoa, chi ha un’identità di genere non convenzionale viene chiamato fa’afafine. Per tradizione, solo chi appartiene a queste culture utilizza termini etnicamente specifici come questi per definirsi.
NB: alcune persone transgender preferiscono utilizzare pronomi neutri, come gli anglosassoni they/them/theirs, invece dei classici pronomi maschili e femminili (lui e lei). Nel tempo sono emersi diversi neopronomi neutri, tra i quali ze, hir, per, xe, eir e molti altri. La cosa migliore che potete fare quando non sapete che pronomi preferisca la persona di fronte a voi, è semplicemente chiederglielo.
Un’ultima etichetta da tenere a mente è cisgender, che si riferisce alle persone la cui identità di genere corrisponde al sesso assegnato alla nascita. Il prefisso “cis” deriva dal latino “di qua da”, e si riferisce al fatto che il genere e il sesso della persona sono allineati. Il prefisso “trans”, invece, deriva dal latino “al di là, attraverso”, e si riferisce a un’identità di genere che non corrisponde al sesso assegnato alla nascita.
Se il sesso assegnato alla nascita e l’identità di genere non coincidono, non c’è nulla di male! Per moltissimo tempo il Manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali, che viene utilizzato dai professionisti della salute mentale per diagnosticare i pazienti, riportava l’essere transgender come un “disturbo dell’identità di genere”, e lo categorizzava come malattia. Questa cosa è stata cambiata non molto tempo fa, e solamente nell’ultima versione del manuale (DSM V).
Gli psicologi e gli psichiatri oggi sono d’accordo sul fatto che le diverse identità di genere non siano un problema, mentre ad esserlo sono il malessere che provano le persone transgender a causa delle tensioni tra la loro identità di genere e il sesso che è stato loro assegnato. Questo malessere, questa agitazione e questo disagio sono causati dalla disforia di genere.
Seppur sia vero che non tutte le persone transgender vivono la disforia di genere, la maggioranza di loro la vive. Ad esempio, immaginatevi di svegliarvi una mattina e di ritrovarvi con un braccio in più cresciuto durante la notte, che solo voi potete vedere. Andreste in giro per casa col vostro nuovo braccio che vi rende faticoso preparavi il caffè, o anche solo pensare, ma le persone che incontrate vi direbbero che loro non vedono niente che non vada. Questa dissonanza può in qualche modo descrivere quello che provano le persone transgender, anche se la loro sensazione è più mentale che fisica.
Le persone transgender hanno una visione interna ed esterna di sé che non coincide con quella del resto del mondo ha di loro. È un’esperienza disorientante, e ci potrebbero volere anni prima che la persona capisca cosa sta succedendo. Alcune persone transgender capiscono di esserlo molto presto, e si ricordano di aver detto ai loro genitori di essere in realtà un maschio o una femmina a cinque anni, mentre altre lo capiscono solo una volta arrivate a 50 o 60 anni.
Per allineare i loro corpi alle loro menti e alle loro anime, alcune persone transgender scelgono di intraprendere la transizione medica, che varia da persona a persona e può includere la terapia ormonale sostituiva (hormone replacement therapy, HRT) e altri interventi di riassegnazione del genere (anche chiamati chirurgia di riassegnazione del sesso).
Coloro che vogliono presentarsi come stereotipicamente più maschili potrebbero decidere di assumere testosterone per iniezione o gel, mentre chi vuole presentarsi come più stereotipicamente femminile potrebbe decidere di iniziare la transizione assumendo estrogeni e progesterone per via orale. Questi ormoni possono essere prescritti da un medico di base che abbia esperienza con pazienti transgender, o da un endocrinologo. Anche gli interventi di riassegnazione del genere possono aiutare le persone trans a sentirsi a casa nel proprio corpo; essi includono cambiamenti chirurgici alle caratteristiche sessuali primarie e secondarie.
È importante ricordare che, per le persone trans, non esiste “l’operazione”. Le procedure chirurgiche sono molte, e nessuna di loro è necessaria per identificarsi come transgender. Anche se spesso è forte la curiosità, bisogna sempre tenere a mente che non è appropriato fare domande a una persona transgender (o a chiunque altro, se è per questo) riguardo ai suoi genitali, o all’aspetto di altre sue parti intime. La regola d’oro da ricordare è: Ti sentiresti a disagio se ti facessero quella domanda? Allora non farla agli altri.
È vero che le persone transgender subiscono una quantità spropositata di discriminazioni, da quelle sul posto di lavoro all’intolleranza nei bagni pubblici, ma è importante ricordare che moltissime persone trans conducono vite molto felici. Proviamo tanta disforia di genere, ma proviamo anche euforia di genere quando qualcuno ci chiama “signore” o “signora”, quando qualcuno usa i pronomi corretti, quando ci viene ricordato che ciò che siamo ha valore.
Essere transgender significa che potrebbe volerci più tempo e sforzi per capire chi sei davvero, ma una volta che ci arrivi scopri di avere una sincerità che non tutti hanno il piacere di provare.
Miti da sfatare
• “Le persone transgender sono solo persone omosessuali che non ammettono di esserlo.” Alcune persone credono che le persone trans decidano di affrontare il fardello della transizione medica e/o sociale solo perché non vogliono essere percepiti come omosessuali, o che essere transgender sia come essere Omosessuale 2.0. La verità è che l’identità di genere e l’orientamento sessuale sono due cose molto diverse, e che una persona transgender, di qualsiasi genere, può essere etero, omosessuale, bisessuale, asessuale o qualsiasi altra cosa. Pensate all’orientamento sessuale come ai gusti del gelato, e all’identità di genere come alle cialde o alla granella: possono essere mischiati e abbinati in decine di modi diversi, ma non sono la stessa cosa.
• “Le persone transgender si sentono sempre come se fossero nate nel corpo sbagliato.” Spesso sentiamo dire la frase “Sono una ragazza nata nel corpo di un ragazzo” e viceversa, ma questo non vale per tutti. Per alcuni bambini è così, ma lo dicono solo perché è l’unico modo per esprimere i loro sentimenti. Molte persone trans adulte credono che questo concetto sia problematico, perché non sono nel corpo di qualcun altro: quel corpo è loro, solo che non ha l’apparenza desiderata, e allora potrebbero decidere di modificarlo.
• “Le persone transgender ti ingannano facendoti pensare di essere una/o vera/o donna/uomo.” Le persone transgender non vogliono “ingannare nessuno”. Anzi, molte di loro rischiano aggressioni verbali e fisiche non appena decidono di esprimersi nella maniera più onesta e autentica possibile.
Quando si parla di sesso e genere, bisogna guardare al di là delle apparenze: le donne e gli uomini transgender sono a tutti gli effetti vere donne e veri uomini, e l’identità delle persone non-binarie è ugualmente vera e reale. Fare coming out come persona trans non è qualcosa che facciamo per nascondere chi siamo davvero, ma piuttosto un modo per toglierci la maschera che ci è stata messa dalla società.
* Austen Hartke è il creatore della serie YouTube chiamata Transgender and Christian, il cui obiettivo è comprendere, interpretare e condividere alcune parti della Bibbia che hanno a che vedere con l’identità di genere e con le vite delle persone transgender. Austen è un ragazzo trans e bisessuale, e si è laureato nel 2014 al Luther Seminary’s Master of Arts in studi sull’Antico Testamento/Scritture ebraiche. Potete ordinare il libro di Austen intitolato “Transforming: The Bible and the Lives of Transgender Christians” su Amazon.
Testo originale: Defining: Transgender
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