Il 17 Maggio le comunità cristiane di Piacenza, Parma e Reggio Emilia veglieranno online per il superamento dell’omotransfobia e di tutte le discriminazioni
“Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù” (Gal 3,28)
Quest’anno la Veglia di Preghiera per le vittime delle discriminazioni, soprattutto per le vittime LGBT, cade in un periodo che certamente ricorderemo con amarezza. Il dilagare della malattia, la sofferenza, la morte, lo sforzo degli operatori sanitari, le tremende conseguenze nel mondo dell’economia e del lavoro…
E la grande fatica delle persone, giovani e meno giovani, chiamate all’isolamento, che comporta anche la sospensione della vita comunitaria della Chiesa. Di tutte le Chiese. In alcuni casi si sono levate voci allarmate: come se la sosta delle consuete forme liturgiche potesse davvero spegnere il bisogno di Dio, e la Grazia che generosa scende per appagarlo.
Ma le persone LGBT, i loro genitori, familiari ed amici, gli operatori pastorali che li sostengono hanno spontaneamente dato vita online a molte occasioni di preghiera, riflessione, condivisione. Per sfuggire alla solitudine, per sentirsi e formare comunità, per celebrare e sperare.
Abbiamo subito avvertito che, nonostante l’isolamento, possiamo pregare. Possiamo leggere e meditare la Parola di Dio. Possiamo chiedere e ricevere perdono per i nostri peccati, possiamo nutrirci della presenza di Dio, possiamo invocare e ricevere lo Spirito Santo, possiamo (e dobbiamo) affidare a Dio le sofferenze degli ammalati.
La presenza amorevole di Dio non è vincolata da alcuna restrizione: Dio è aperto e generoso adesso come prima, abita nelle nostre case e nel nostro cuore. Nutre, perdona, consola, illumina. Con Gesù Cristo si è fatto nostro compagno ed interlocutore per sempre. Cristo è l’unico tempio di cui abbiamo bisogno, e c’è. Per questo, possiamo adorare il Padre in Spirito e verità.
Durante il lungo periodo del digiuno, sarebbe sbagliato temere che non possiamo attingere alla Grazia solo perché non possiamo andare in una chiesa. Dio è accessibile, presente, vivo in noi e nelle nostre case. E anche nelle nostre telefonate, nella preghiera individuale e comunitaria, anche a distanza; nell’abbraccio assonnato di chi ci saluta al mattino, nella voce dei familiari al telefono, che si fa più squillante come per annullare la distanza.
Possiamo sperimentare questa fede dell’interiorità, questo amore per la Presenza che supera la mancanza di ministri, oggetti e riti. Di essi, se mai, abbiamo bisogno noi, per rendere percepibile Colui che è invisibile. Ma c’è.
E la possiamo sperimentare anche perché abbiamo imparato dalla nostra esperienza di cristiani LGBT a sentirci amati da Dio anche senza le forme rituali: quando, infatti, “scribi e farisei” ci hanno escluso, abbiamo dovuto imparare a cercare l’Amore di Dio al di fuori del comodo recinto dei “normali”. E se lo cerchiamo, lo troviamo, perché ci trova Lui.
Se vogliamo chiedere perdono a Dio, possiamo farlo, e siamo certi che Lui alimenta in noi la forza per essere migliori. Se abbiamo fame di Dio, possiamo pregare e ricevere la forza di cui abbiamo bisogno. Se ci sentiamo abbattuti e spaventati, possiamo cercare conforto fra le sue braccia. Non è poco, in questi giorni tetri. Niente può separarci dal suo amore, che è speranza di resurrezione.
Siamo quindi grati anche della nostra esperienza di esclusione, che ci ha fatto scoprire uno spazio di libertà che oggi ci salva. E che possiamo donare e condividere con tutti.
Per questo, vi invitiamo a pregare con noi, delle comunità cristiane di Piacenza, Parma e Reggio Emilia. Venite a bere al pozzo di Giacobbe, dove Gesù – prima di darci la sua acqua che zampilla per la vita eterna – è disposto a bere la nostra acqua dai nostri pozzi, non importa quanto possano essere torbidi.
Dove Gesù incontra la donna samaritana, e con lei tutti i discriminati e gli emarginati. Una donna che ha avuto, certo, una vita di relazioni affettive e sessuali probabilmente disordinate, ma che non si sente giudicata da lui. Come lei, riconosciamo l’Inviato da Dio, proprio perché sa raccontarci la nostra vita, e trovarle un senso, con la delicatezza, la fiducia e la misericordia che nessun altro saprebbe usare.
La Veglia si sconvolgerà online, sulla piattaforma Meet, domenica 17 maggio 2020, alle ore 16:30.
Per partecipare, manda un’email all’indirizzo spiritualita.arcobaleno@gmail.com ti invieremo il link per connetterti (basta solo quello per partecipare).
E ricordati: Dio ti ama così come sei. In quanto essere umano creato da Lui, hai una dignità incommensurabile. E potrai esprimere al massimo questo valore vivendo una vita di amore. Te lo auguriamo davvero di tutto cuore.
Programma Veglia online
Canto introduttivo Gesù e la samaritana
Introduzione a cura della suora francescana E. Solmi, Bologna.
Prima Testimonianza: il dolore dell’emarginazione.
Seconda Testimonianza: il conforto dell’accoglienza.
Proclamazione del Vangelo: Gesù e la samaritana (Gv 4, 1-29), a cura di past. Noemi Falla, comunità metodista di Parma.
Meditazione a cura di don Guerrino Franzoni (Bagnolo in Piano, RE)
Riflessione: E. Morricone, Gabriel’s Oboe;
Condivisioni, risonanze e preghiere
Padre Nostro Ecumenico
Invocazione della benedizione finale, a cura della comunità di Piacenza.