Il 2015, un anno di miracoli per i cattolici LGBT
Articolo di Bob Shine pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti), il 23 dicembre 2015, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
È arrivata la conferma: non c’è nessuna “ostia sanguinante” nello Utah (Stat Uniti). Quando hanno cominciato a circolare le foto di un’ostia consacrata coperta di liquido rosso, alcuni hanno gridato al miracolo. Approfonditi test scientifici hanno dimostrato che quel rosso era semplicemente muffa, non il sangue di Cristo. Quindi? Nessun miracolo. Non c’è niente da vedere.
I miracoli della Chiesa Cattolica mi hanno sempre, a dir poco, infastidito. Vengono usati per “dimostrare” Dio o per “confermare” la santità (dato che l’acclamazione popolare è ardua da controllare). Usare i miracoli nei contesti ecclesiali e in quelli popolari oltrepassa la linea tra fede e superstizione, e tende troppo spesso alla seconda. I miracoli, per essere miracoli, devono essere empiricamente dimostrati: la fede è gettata a mare. L’ostia “sanguinante” (e i test eseguiti su di essa) esemplifica questa mentalità.
La cosa che mi disturba di più di questa concezione comune del miracolo è che, nella ricerca della superstizione e del soprannaturale, ci perdiamo i veri miracoli che Dio compie nel nostro mondo. Il 2015 è stato un anno di miracoli, miracoli d’amore. Voglio riflettere su alcuni di essi, perché non vadano persi.
Rivedendo il materiale (pubblicato) quest’anno su Bondings 2.0, è stato sorprendente per me come per Frank DeBernardo che ci siano molti più candidati per la “Migliore notizia del 2015” che per la “Peggiore notizia del 2015”. Per le persone LGBT nella Chiesa Cattolica questo è stato prima di tutto un anno di crescita e di progressi, nonostante qualche momento negativo. No, il matrimonio omosessuale sacramentale non c’è ancora. La dottrina sull’omosessualità è rimasta fissa e l’insegnamento sull’identità di genere rimane pericolosamente ambiguo. Ma i miracoli accadono:
– Frank Mugisha, David Kuria, Jackson Mukasa e altri attivisti LGBT africani hanno portato avanti la loro coraggiosa testimonianza per i diritti umani nonostante le violenze e le minacce di incarcerazione, mentre le loro nazioni (africane) si preparavano per la visita di papa Francesco;
– gli Irlandesi hanno approvato il matrimonio omosessuale tramite un referendum popolare, non a dispetto della loro fede cattolica ma proprio in base a tale fede;
– è stato fondato a Roma, poco prima del Sinodo sulla Famiglia, il Network Globale dei Cattolici Arcobaleno;
– più di un migliaio di cattolici hanno espresso la loro solidarietà con i collaboratori ecclesiali licenziati (negli USA) alla conferenza nazionale di Call to Action, schierandosi a favore dei diritti delle coscienze e dei lavoratori;
– nazioni fortemente cattoliche hanno fatto progressi nell’ampliare i diritti delle comunità trans* e intersex;
– l’Accademia (cattolica) di St. Mary a Portland, nell’Oregon (USA), si è scusata per aver licenziato un’impiegata lesbica e ha rapidamente elaborato una politica di non discriminazione per tutelare i lavoratori LGBT;
– sempre più vescovi (cattoici) hanno cominciato a parlare di rispetto e di accoglienza nei confronti delle persone LGBT.
Ci sono state molte altre notizie positive in questo 2015, ma questi specifici momenti rivelano lo Spirito che opera in maniera esplosiva nel popolo di Dio. I miracoli non vanno contro la natura: sono piuttosto divine esplosioni della grazia di Dio che rendono la natura capace di andare oltre le sue limitazioni osservabili.
In altre parole, i momenti succitati sono miracoli veri, che sono accaduti realmente. Per più di tre decenni (a partire da un decennio prima che io nascessi, per far capire quanto sia stato lungo questo periodo) la gerarchia ecclesiastica ha cercato di zittire e punire, sopprimere e spezzare le voci e le missioni profetiche. Fallendo.
In soli tre anni, negli spazi di libertà creati da papa Francesco, gli attivisti LGBT hanno cominciato a raccogliere i frutti che tante persone hanno coraggiosamente seminato per molti anni, spesso nel silenzio.
Le culture della paura stanno lentamente cedendo il passo alle comunità dell’accoglienza. Papa Francesco espone con sempre maggior forza la sua chiamata alla misericordia. L’amore, in tutte le sue forme divine, sta prendendo sempre più spazio nella nostra Chiesa.
Sta per cominciare il 2016 e molti speculano su come la Chiesa Cattolica continuerà a riformarsi e rinnovarsi nell’anno nuovo. Da spettatore degli eventi cattolici, anch’io ho le mie aspettative: per esempio, spero che la Chiesa istituzionale inauguri un’era post-matrimonio omosessuale, vale a dire che la gerarchia cominci a prendere in considerazione i bisogni umani delle persone LGBTQI invece di essere ossessionata dal loro matrimonio.
La Passione si ripete ogni giorno nella vita delle persone LGBTQI: la discriminazione causa sofferenze immeritate e la violenza fa scorrere il sangue di Cristo. Le risposte istituzionali a tale realtà rimangono, quando va bene, inadeguate; talvolta, invece, peccaminosamente omertose.
Ma la cosa che osserverò più da vicino nell’anno nuovo sarà il modo in cui Dio si serve del Suo popolo per rendere possibili altri miracoli ed espandere l’amore in una creazione ferita e divisa.
Il Popolo di Dio incarna queste divine esplosioni, in quanto lo Spirito è vivo, è tra di noi a rinnovare il fuoco acceso il giorno di Pentecoste in ogni tempo e in ogni luogo, permettendoci così di essere co-creatori del Regno di Dio.
Mentre un anno di miracoli finisce, possiamo essere sempre di più miracolosi strumenti nelle mani di Dio per l’inclusione e l’uguaglianza nel 2016!
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Testo originale: 2015: A Miraculous Year for Love