Battersi per la giustizia incontra sempre delle resistenze (Ebrei 11:29-12:2)
Riflessioni bibliche* di Lori McPherson e Elcindor Johnson tratte dal progetto Out in Scripture (Stati Uniti), del gennaio 2008, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Le nostre letture di oggi ci ricordano che ci sono alcune cose per cui vale la pena dividersi. Infatti Gesù, in Luca 12:49-53 afferma che parte della sua missione consiste nel giudicare e nel dividere.
In questo passo Gesù prende a prestito l’immagine del fuoco (versetto 49), simbolo del giudizio, per chiarire questo punto. La divisione può riguardare anche le famiglie, i cui membri si rivolgeranno gli uni contro gli altri.
In un passo parallelo Gesù utilizza un’immagine ancora più forte: “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada” (Matteo 10:34). È importante notare che, nonostante le forti immagini di questi passi, Gesù non ha mai fatto ricorso alla violenza verso il prossimo né ha mai incoraggiato i suoi seguaci a esercitarla.
Ma i passi in questione ci lasciano il dubbio sul motivo per cui Gesù dovrebbe usare tali immagini di violenza, essendo una persona pacifica. Una delle ragioni sta nel fatto che la vita da seguace di Cristo porta inevitabilmente al conflitto. Gesù è certamente il “Principe della Pace”, che è una cosa molto diversa dalla pace ad ogni costo. La pace che Gesù cerca di portare è prima di ogni cosa la pace con Dio, che porterà alla pace tra gli esseri umani, ma dobbiamo ricordare la direzione in cui scorre la pace di Dio.
Essa scorre prima dalla vita vissuta nella comunione e nell’obbedienza a Dio e poi all’esterno, verso il mondo che ci circonda. Ciò che Gesù ci vuole dire è che questa pace non sempre è ben accetta, e spesso incontra una violenta resistenza. Le sue parole sono un avvertimento per chi prende troppo alla leggera la vita da discepolo.
– In che modo l’immagine di Gesù che porta il “fuoco” e la “spada” si oppone o si collega alla vostra immagine di Gesù? Queste immagini confortano o disturbano la comunità LGBT?
Per avere un vivido quadro di questo, leggiamo Ebrei 11:29-12:2. L’autore sciorina una lista di antenati nella fede. Notiamo che questo è un passo difficile, perché vi si fa riferimento a episodi di violenza e distruzione; vediamo comunque anche esempi di persone torturate, imprigionate e uccise per la loro fede. Altri “andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, tribolati, maltrattati – di loro il mondo non era degno!” (versetto 37). Non è sempre facile per noi fare riferimento a passi come questo, vista la relativa libertà religiosa di cui godiamo.
– Chi sono i “testimoni” che hanno ispirato voi e la vostra congregazione? Hanno portato divisione o riconciliazione? Quale prezzo hanno pagato per la loro fede?
Anche noi della comunità LGBT godiamo di una notevole libertà di frequentare la congregazione che preferiamo, pur essendo tagliati fuori da molte grandi comunità di fede. È importante riconoscere che, nonostante le nostre difficoltà, abbiamo la possibilità di vivere la nostra vita ad un livello di apertura e sicurezza che molte persone LGBT in altre parti del mondo non possono nemmeno immaginare. Anche se ci vengono negati molti dei diritti di cui usufruiscono gli altri cittadini, ci sono delle persone LGBT di molti Paesi che accetterebbero il nostro livello di libertà senza lamentarsi.
Il punto non è accettare ciò che possediamo ma riconoscere che, quando ci battiamo per la nostra uguaglianza, non dobbiamo stupirci delle resistenze che incontriamo. Il nostro incontro con Dio conferma la nostra piena umanità, ed è partendo da lì che dobbiamo pronunciare la nostra parola, e mentre lo facciamo incontreremo le resistenze di chi non ha intenzione di ascoltare la voce di Dio che parla di noi.
Non dobbiamo poi essere così preoccupati dei nostri diritti da trascurare di batterci per le altre persone che nel mondo vivono nella paura e nell’oppressione: “ Difendete il debole e l’orfano, al misero e al povero fate giustizia. Salvate il debole e l’indigente, liberatelo dalla mano degli empi” (Salmo 81 [82]:3-4).
– Qual è la vostra preghiera per le persone LGBT degli altri Paesi che soffrono? In che modo Dio potrebbe chiamare voi o la vostra congregazione ad operare per la giustizia e l’uguaglianza LGBT al di fuori della vostra comunità locale?
La nostra preghiera
Dio di giustizia
siamo stati in comunione con te
e abbiamo sentito la parola dell’amore:
siamo conosciuti e accettati.
Dacci la forza di assumerci la nostra responsabilità
di diffondere quella parola senza vergogna e senza paura.
Infondici forza quando siamo davanti alla realtà
che diffondere la parola del tuo amore e della tua pace
non sempre produce una reazione pacifica e amorevole in coloro che parlano con noi.
“La mia parola non è forse come il fuoco
– oracolo del Signore –
e come un martello che spacca la roccia?” (Geremia 23:29)
Allora anche noi,
“deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia”,
corriamo lungo la via che Gesù
e i nostri antenati nella fede hanno indicato prima di noi.
Così sia! Amen
* I passi biblici sono tratti dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI
Testo originale: Ordinary Time through Reign of Christ Sunday Year C