Il cambiamento dell’insegnamento della Chiesa sulla pena di morte che influenza avrà sulle persone LGBT?
Articolo di Francis DeBernardo* pubblicato sul sito dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 3 agosto 2018, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Il Magistero cattolico può cambiare. Molti di noi già lo sapevano, ma questa notizia è un’ulteriore prova. Come riporta il New York Times: “Papa Francesco ha dichiarato che la pena di morte è sbagliata in ogni caso, un cambio definitivo del Magistero che probabilmente metterà in difficoltà politici, giudici e funzionari civili cattolici, negli Stati Uniti e in altri Paesi, i quali sostenevano che la loro Chiesa non si opponeva in modo netto alla pena capitale […] La Chiesa ora opererà ‘con determinazione’ per l’abolizione della pena di morte in tutto il mondo”.
È importante che le attiviste e gli attivisti LGBT cattolici prendano nota di questo cambiamento, perché per decenni i nostri oppositori cattolici hanno ripetuto che è impossibile modificare l’insegnamento della Chiesa e spesso ci hanno posto dinnanzi al fatto che la condanna delle relazioni omosessuali sta nero su bianco nel Catechismo, chiusa a ogni ipotesi di discussione e cambiamento. Ma anche l’insegnamento sulla pena di morte sta nel Catechismo e infatti papa Francesco ha modificato il testo del Catechismo per cambiare la dottrina.
Ecco l’annuncio della Sala Stampa Vaticana:
Nuova redazione del n. 2267 del Catechismo della Chiesa Cattolica sulla pena di morte – Rescriptum “ex Audentia SS.mi”, 02.08.2018
Il Sommo Pontefice Francesco, nell’Udienza concessa in data 11 maggio 2018 al sottoscritto Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha approvato la seguente nuova redazione del n. 2267 del Catechismo della Chiesa Cattolica, disponendo che venga tradotta nelle diverse lingue e inserita in tutte le edizioni del suddetto Catechismo:
Pena di morte
2267. Per molto tempo il ricorso alla pena di morte da parte della legittima autorità, dopo un processo regolare, fu ritenuta una risposta adeguata alla gravità di alcuni delitti e un mezzo accettabile, anche se estremo, per la tutela del bene comune.
Oggi è sempre più viva la consapevolezza che la dignità della persona non viene perduta neanche dopo aver commesso crimini gravissimi. Inoltre, si è diffusa una nuova comprensione del senso delle sanzioni penali da parte dello Stato. Infine, sono stati messi a punto sistemi di detenzione più efficaci, che garantiscono la doverosa difesa dei cittadini, ma, allo stesso tempo, non tolgono al reo in modo definitivo la possibilità di redimersi.
Pertanto la Chiesa insegna, alla luce del Vangelo, che «la pena di morte è inammissibile perché attenta all’inviolabilità e dignità della persona», e si impegna con determinazione per la sua abolizione in tutto il mondo.
Il New York Times spiega così questa revisione: “Nel Catechismo pubblicato da san Giovanni Paolo II nel 1992, la pena di morte era permessa ‘quando questa fosse l’unica via praticabile per difendere efficacemente dall’aggressore ingiusto la vita di esseri umani’”.
È interessante anche la spiegazione data dalla Sala Stampa Vaticana, che nel suo sito fa mostra di questo titolo: Revisione in continuità con il Magistero precedente. Nella Lettera ai vescovi [in cui viene annunciata la modifica] il cardinale Ladaria (prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede) spiega che la revisione del paragrafo n. 2267 del Catechismo della Chiesa Cattolica “esprime un autentico sviluppo della dottrina, che non è in contraddizione con gli insegnamenti anteriori del Magistero. Questi, infatti, possono spiegarsi alla luce della responsabilità primaria dell’autorità pubblica di tutelare il bene comune, in un contesto sociale in cui le sanzioni penali si comprendevano diversamente e avvenivano in un ambiente in cui era più difficile garantire che il criminale non potesse reiterare il suo crimine”. Quindi, questo cambiamento non è una contraddizione, anche se è il contrario di quanto si sosteneva un tempo? Mah…
Che significato ha questa notizia per le attiviste e gli attivisti LGBT cattolici?
Anzitutto, oggi abbiamo un chiaro ed esplicito esempio di un insegnamento cattolico che cambia, e sappiamo anche come questo può avvenire: con una modifica del Catechismo da parte del Papa.
In secondo luogo, possiamo vedere come il processo che ha portato a questo cambiamento sia il frutto di decenni di dibattiti teologici e non di un capriccio del Papa; ciò significa che i dibattiti teologici ed ecclesiali correnti sulle tematiche LGBT hanno un grande potenziale di cambiamenti futuri.
In terzo luogo, la pena di morte viene condannata perché viola la dignità umana. Nella Lettera ai vescovi il cardinale Ladaria cita papa Francesco per spiegare questo cambiamento: “per quanto grave possa essere stato il reato commesso, la pena di morte è inammissibile perché attenta all’inviolabilità e dignità della persona”. La dignità della persona umana è il medesimo fondamento teologico su cui si basano molte delle argomentazioni pro-LGBT, perciò vedere papa Francesco e altri vescovi ribadire vigorosamente questo insegnamento è un passo in avanti per noi.
In quarto luogo, papa Francesco sottolinea come la dignità umana non possa essere toccata, per quanto problematica possa essere la condizione di una persona, e questo mette in luce un tema importante del suo papato, molto utile per il ministero pastorale LGBT: dato che la dignità umana è intrinseca a tutti e tutte, la Chiesa dovrebbe essere aperta e accogliente verso tutti e tutte, anche se le nostre vite non dovessero essere conformi all’insegnamento della Chiesa sotto questo o quell’aspetto. La Chiesa non dovrebbe lasciare fuori nessuno.
In quinto luogo, la citazione di cui sopra mostra come una delle ragioni del cambiamento sia l’emergere di nuovi contesti sociali e di nuove concezioni della pena; anche questo sviluppo è di buon auspicio per i cattolici e le cattoliche LGBT, in quanto la società, a questo proposito, sta attraversando un cambiamento epocale per quanto riguarda il contesto sociale e le nuove concezioni sulla sessualità e l’identità.
In sesto luogo, una considerazione più direttamente correlata a questa nuova e forte condanna della pena di morte da parte della gerarchia cattolica: questo nuovo insegnamento può essere utilizzato per proteggere le persone LGBT in quelle nazioni dove rischiano il carcere e la vita. Papa Francesco promette di operare “con determinazione” perché la pena di morte venga abolita in tutto il mondo. Conclude la lettera il cardinale Ladaria: “La nuova formulazione del n. 2267 del Catechismo della Chiesa Cattolica vuole costituire una spinta a un deciso impegno, anche attraverso un rispettoso dialogo con le autorità politiche, affinché sia favorita una mentalità che riconosca la dignità di ogni vita umana e vengano create le condizioni che consentono di eliminare oggi l’istituto giuridico della pena di morte laddove è ancora in vigore”.
Se i vescovi terranno fede a questa promessa, potranno fare molto per aiutare le persone LGBT, che in alcuni Paesi sono tra i gruppi più oppressi. Naturalmente sarebbe davvero cosa buona se il Vaticano condannasse tout court la criminalizzazione delle persone LGBT, a prescindere dalla pena, una causa che da molti anni noi di New Ways Ministry sosteniamo. Tale condanna non richiederebbe nessuna modifica del Magistero, in quanto il Catechismo proibisce già la discriminazione e l’oppressione delle persone LGBT. Basterebbe che i leader vaticani avessero la volontà politica di farlo, e ci sarebbe un altro grande cambiamento da festeggiare nella Chiesa!
* Francis DeBernardo lavora per New Ways Ministry dal 1992, prima come volontario poi, a partire dal 1994, come membro dello staff; dal 1996 è direttore esecutivo. Propone iniziative riguardanti cattolicesimo e tematiche LGBT nelle parrocchie, nelle diocesi, centri conferenze, università e comunità religiose in tutti gli Stati Uniti. È autore del libro Marriage Equality: A Positive Catholic Approach (Il matrimonio omosessuale. Un punto di vista positivamente cattolico). È redattore e autore di Bondings 2.0, blog quotidiano di notizie e opinioni sulle tematiche LGBT nella Chiesa Cattolica. Suoi articoli sono apparsi nelle riviste The National Catholic Reporter, Commonweal, The Advocate e The American Catholic. È stato l’oratore di punta alla conferenza su religione e tematiche LGBT tenutasi al primo World Pride di Roma nel 2000; è intervenuto anche alla conferenze interfede in occasione del World Pride di Londra nel 2012.
Testo originale: What Does Change in Church’s Death Penalty Teaching Mean for LGBT People?