Il cammino d’Emmaus della Diocesi di Nanterre con le persone omosessuali
Testimonianza pubblicata sul blog cattolico Réflexion et Partage (Francia) il 22 luglio 2013, liberamente tradotta da Lorenza
Quasi 80 persone si sono ritrovate la domenica 30 giugno 2013 a Ville d’Avray (Francia) per il 21° cammino d’Emmaus, un pellegrinaggio di un giorno, aperto a tutti, e in modo particolare alle persone direttamente o indirettamente interessate all’omosessualità. È un’iniziativa diocesana proposta da mons. Gérard Daucourt, Vescovo di Nanterre (Francia).
Dall’inizio, il vescovo ricorda che, qualsiasi sia il nostro orientamento sessuale, siamo prima di tutto figli e figlie di Dio e che questo è il cuore della nostra identità cristiana.
È probabile che non siamo tutti d’accordo sul tema dell’omosessualità, ma siamo insieme per ascoltarci e dialogare, non per cercare di convincere l’altro.
L’organizzazione è semplice: abbiamo raggiunto la foresta in modo tranquillo dopo un tempo di preghiera per iniziare il cammino e metterci insieme sotto il segno dello Spirito. Già gli scambi iniziano. Dopo di ché ci fermiamo per condividere la Parola in piccoli gruppi intorno al Vangelo del giorno.
Nel mio gruppo, dei genitori testimoniano del loro cammino: una domenica mattina, a colazione, uno dei loro figli annuncia loro la sua omosessualità, e loro sentono il mondo che gli crolla addosso.
Ma l’amore per il loro figlio è più forte di tutto e oggi lo accolgono insieme al suo compagno. La loro accoglienza è reale, ma non è così per tutti i membri della famiglia: un altro dei loro figli rifiuta, per ora, di accogliere suo fratello.
Il cammino riprende e gli scambi continuano. Io continuo lo scambio con i genitori che mi raccontano il buon senso del nipote che chiede al fratello di parlare con il proprio fratello.
Ognuno dei partecipanti potrebbe raccontare dei racconti simili. Anche se i vari partecipanti non sono tutti nello stesso livello di comprensione: lo scambio in gruppo grande dopo il pranzo è, a questo livello, rivelatore. Questo è il tempo centrale di questo cammino.
Alcune domande scritte vengono al Vescovo Daucourt.
Il dialogo si svolge nel rispetto e nell’ascolto della parola dell’altro: “l’omosessualità è una scelta?”, “Le parole del Catechismo feriscono profondamente le persone omosessuali, perché parlano di atti intrinsecamente disordinati: come potremo cambiare le cose?”, “Come si può concepire una pastorale per le persone omosessuali?”. Sono solo alcune delle numerose domande fatte al Vescovo.
Il Vescovo dà alcuni elementi di risposta, ma invita anche ognuno e ognuna a esprimersi. Alcuni elementi essenziali sono ribaditi: l’omosessualità non è una scelta. Il Catechismo è oggi quello che è, e non bisogna accompagnare le persone con il Catechismo anche se bisogna prenderne atto; ciò che è essenziale però è il modo nel quale le persone cercano di vivere il Vangelo.
Quando alcune persone condannano l’omosessualità prendendo delle frasi nella Bibbia, bisogna invitarle a guardare ai testi nel loro contesto.
Ci sono molti libri di esegeti che possono essere utili e aiutarci a questo proposito. Bisogna affermare oggi che in nessun caso possiamo prendere dei versetti della Bibbia per condannare l’omosessualità così come è vissuta oggi e con le nuove conoscenze che la scienze umanistiche ci hanno dato.
Per concludere, se vogliamo andare avanti con l’accoglienza delle persone omosessuali nella Chiesa cattolica, bisogna fare evolvere le rappresentazioni mentali perché molti cattolici considerano ancora oggi le persone omosessuali come dei malati da guarire o dei peccatori a convertire.
Tramite l’informazione, la riflessione, il dialogo nelle parrocchie, piano piano i pregiudizi cadranno. Bisogna andare avanti e trovare delle vie di dialogo come siamo (tutti) invitati dall’ultimo testo del “Conseil Famille et Société” (Consiglio Famiglia e Società della Chiesa Cattolica Francese), pubblicato in maggio 2013, intitolato «Poursuivons le dialogue» (“Andiamo avanti con il dialogo”).
Un tempo di meditazione sul tema “Dio è amore” ha preceduto l’Eucaristica che chiudeva la giornata: un’Eucaristia molto festiva, gioiosa e profonda.
Alla fine, una cartolina è stata distribuita ai partecipanti: c’era un magnifico acquarello di frate Michel con una scritta di frate Aloïs de Taizé: « Les ronces qui entravent notre marche alimentent un feu qui éclaire le chemin. » (“Le spine che ostacolano la nostra marcia alimentano un fuoco che chiarisce il nostro cammino”).
Questa iniziativa pastorale permette l’incontro, la riflessione, il dialogo e permette di rimuovere le rappresentazioni mentali che, ancora oggi, invadono i nostri spiriti e i nostri cuori. Questo tipo di iniziative potrebbe essere riprodotto e proposto in molte diocesi…
Grazie al Vescovo Daucourt e a tutti quelli che hanno preparato e organizzato la giornata.
Testo originale: Chemin d’Emmaüs dans le diocèse de Nanterre