Il cammino del bruco Machaon: “perchè io sono ciò che tu sarai”
Una fiaba di Fabio Trimigno del gruppo Zaccheo, cristiani LGBT di Puglia
C’era una volta un bruco che, dopo aver divorato come primo pasto l’uovo dal quale era fuoriuscito, decise di schiacciare un pisolino dondolandosi su una foglia al soffiar del vento. Durante il sonno il vento fece rotolare la foglia e il bruco si ritrovò a terra con la pancia all’insù .
I suoi piccoli occhi fissavano lo sguardo sull’ultimo pezzettino d’uovo rimasto ancora attaccato alla foglia. Su quel pezzettino d’uovo vi era scritto “Machaon”, seguito da una serie di numeri che probabilmente indicavano il giorno, il mese e l’anno in cui era nato il bruco.
Il bruco allora memorizzò il tutto e dopo essersi riposizionato e scrollato tutta la terra di dosso, sentì il suo stomaco brontolare nuovamente. Decise allora di fare un giro nell’aiuola del suo giardino in cerca di cibo, esplorando così tutte le piante e i fiori che erano nei dintorni.
Ad un tratto sentì un fruscio nell’aria, alzò lo sguardo verso l’alto e vide una creatura alata posarsi su di un fiore. Allora il bruco disse: “Buongiorno a te nuova creatura dell’aiuola. Io mi chiamo Machaon, e tu chi sei?”
La creatura alata rispose: “Buongiorno a te Machaon. Io sono ciò che tu sarai”
Nell’udire ciò Machaon rimase un po’ perplesso e replicò: “Mia cara creatura alata, io non comprendo la tua risposta. Cosa significa?”
E la creatura alata rispose: ”Mio caro Machaon, non importa capire cosa significa ciò che io dico, ma cosa significa ciò che tu hai dentro”
Machaon non riusciva davvero a comprendere cosa volesse dirgli quella bellissima creatura alata e continuò dicendo: “Dimmi, almeno, qual è il tuo nome?”
E la creatura alata rispose: “Il mio nome è racchiuso nel tuo cuore che è il mio”. E spiegando le sue variopinte ali proseguì il suo volo tra un fiore e l’altro.
Machaon la guardava andare via, lasciando una scia di polline nell’aria che cadendo sulla terra segnava un sentiero.
Machaon allora decise di seguire quel sentiero giallo e polveroso e giunse ai piedi di uno stelo sul quale vide un cuscino di seta. Su questo cuscino di seta c’erano dei piccoli uncini che sostenevano una mezza luna variopinta che dondolava al soffiar del vento.
All’interno di questa mezzaluna Machaon notò che c’era una creatura che si contorceva, come se si stesse svegliando, e allora domandò: “Buongiorno a te nuova creatura dell’aiuola. Io mi chiamo Machaon, e tu chi sei?”
La creatura contorta rispose: “Buongiorno a te Machaon. Io sono ciò che tu sarai”
Machaon, nell’udire la stessa risposta della creatura alata, replicò: “Mia cara creatura contorta, io non comprendo la tua risposta, e non ho compreso neanche tutto quello che mi ha detto la bellissima creatura alata che mi ha condotto fin qui”
E la creatura contorta aggiunse: “Non è stata la creatura alata a condurti fin qui, ma è stata una tua scelta seguire il sentiero che hai saputo scorgere tra le piante e i fiori di quest’aiuola”
Machon era sempre più confuso ma continuò: “Dimmi, almeno, creatura contorta, qual è il tuo nome e quello dell’altra creatura?”
E la creatura contorta rispose: “Il mio nome è racchiuso nel tuo cuore che è il mio, e il mio cuore è il suo, e il suo cuore è il tuo”. E contorcendosi per l’ultima volta riprese a dormire.
La mezzaluna cessò di dondolare e il ramo creò un’ombra sulla terra che indicava un altro sentiero.
Machaon decise allora di seguire quell’ombra e giunse ai piedi di una grandissima foglia sotto la quale riposava un uovo, proprio come il suo, e sopra vi era scritto “Machaon”, seguito da una serie di numeri, gli stessi che lui aveva memorizzato.
Machaon non capiva cosa significasse tutto ciò e allora un fiore bianco, che era proprio lì a fare la guardia a quell’uovo, ebbe così tenerezza e compassione che prese a parlare e disse: “Buongiorno a te, nuova creatura dell’aiuola, come ti chiami?”
E Machaon rispose: “Buongiorno a te. Io mi chiamo Machaon, e tu?”
Il fiore rispose: “Io sono Margaret, il fiore bianco della verità, e tu mi stai dicendo una bugia, perché non ti chiami Machaon”
Machaon allora replicò: “Ma come? Ho letto il mio nome sul mio guscio e ho memorizzato anche la mia data di nascita!”
E Margaret allora disse: “Machaon non è il tuo nome, ma è il nome della tua famiglia e i numeri che tu hai memorizzato sono gli abitanti del tuo Regno”
Machaon cadde in una confusione più totale e cominciò a piangere e disse: “Ma allora chi sono io?”
E Margaret, il fiore bianco della verità, rispose: “Tu sei ciò che sei!”
Fu così che il bruco che credeva di chiamarsi Machaon si addormentò sotto quella foglia, e si trasformò in una mezzaluna e da quel giorno si fece chiamare “Criselda” perché significava ciò che aveva dentro.
Passarono lune e soli e Criselda si contorceva sempre più.
Un giorno Criselda uscì dalla mezzaluna e spiegò sul suo cuscino di seta delle ali bellissime e variopinte, e prese a volare cantando il suo vero nome, quello che sentiva nel suo cuore: “Papillon”.
Non importa per quanto tempo tu sia un Machaon, o una Criselda o un Papillon. L’importare è vivere intensamente tutte le lune e tutti i soli della tua vita.
Dedicato a Dada & Lorenzo del Progetto TRANSizioni