Il cammino di Papa Francesco verso le persone LGBT nei 5 anni del suo pontificato: il 2016
Articolo di Francis DeBernardo* e Robert Shine** pubblicato sul sito dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 13 marzo 2018, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Il 13 marzo 2013 il cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio venne eletto Papa e divenne papa Francesco. Da quel giorno il nuovo Papa, il primo non proveniente dall’Europa, ha rotto ogni possibile barriera nel campo delle tematiche LGBT, per quanto in certi aspetti sia non meno tradizionalista dei suoi predecessori. Questa serie di articoli si compone di una cronologia delle dichiarazioni e degli atti di Francesco che riguardano le tematiche LGBT, presi dall’archivio del blog Bondings 2.0, che tengono il polso del suo comportamento. La cronologia è redatta da Francis DeBernardo e Robert Shine. La nostra speranza è che possa aiutare i lettori e i ricercatori a capire nei dettagli la complessità di questo papato, in particolare nel campo dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere.
2016
12 gennaio 2016: nel suo nuovo libro Il nome di Dio è misericordia, Francesco scrive: “In quella occasione dissi: ‘Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?’. Era una parafrasi a memoria del Catechismo della Chiesa Cattolica, lì dove dice che queste persone vanno trattate con delicatezza e non emarginate. Sono lieto di parlare delle ‘persone omosessuali’, perché prima di ogni altra cosa viene l’individuo, nella sua pienezza e nella sua dignità. Nessuno dovrebbe essere definito solamente dalle sue tendenze sessuali: non dimentichiamo che Dio ama tutte le sue creature e che siamo destinati a ricevere il suo amore infinito. Preferisco che gli omosessuali si confessino, che stiano vicini al Signore, e che preghiamo tutti insieme. Potete consigliare loro di pregare, mostrare buona volontà, mostrare loro la via e accompagnarli lungo quella via”.
22 gennaio 2016: in un discorso alla Sacra Rota, il tribunale vaticano che esamina le richieste di annullamento del matrimonio, Francesco pronuncia la seguenti frasi: “[…] non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione […] La Chiesa, dunque, con rinnovato senso di responsabilità continua a proporre il matrimonio, nei suoi elementi essenziali – prole, bene dei coniugi, unità, indissolubilità, sacramentalità –, non come un ideale per pochi, nonostante i moderni modelli centrati sull’effimero e sul transitorio, ma come una realtà che, nella grazia di Cristo, può essere vissuta da tutti i fedeli battezzati. […] La famiglia, fondata sul matrimonio indissolubile, unitivo e procreativo, appartiene al “sogno” di Dio e della sua Chiesa per la salvezza dell’umanità”.
12 febbraio 2016: in uno storico incontro a Cuba, papa Francesco e il patriarca russo Kirill rilasciano una dichiarazione congiunta che condanna le minacce al matrimonio tradizionale e afferma: “La paternità e la maternità, come distinte vocazioni dell’uomo e della donna nel matrimonio, stanno venendo bandite dalla coscienza pubblica”.
19 marzo 2016: Francesco pubblica Amoris Laetitia, l’esortazione apostolica che fa seguito ai Sinodi sulla famiglia del 2014 e del 2015. Il documento ripete le condanne cattoliche alle unioni omosessuali, alle adozioni da parte delle coppie lesbiche e gay e alle complessità dell’identità di genere. Vi viene affermato, senza prove convincenti, che gli aiuti internazionali ai Paesi in via di sviluppo sono condizionati all’accettazione del matrimonio omosessuale. Nella sezione intitolata Rischiarare crisi, angosce e difficoltà Francesco parla della cura pastorale rivolta alle famiglie con figli gay e figlie lesbiche; altrove si appella agli operatori pastorali perché rimangano in dialogo con chi non vive in conformità all’insegnamento della Chiesa e rispettino le coscienze.
17 maggio 2016: in un’intervista a un quotidiano francese il Pontefice risponde a una domanda su come i cattolici dovrebbero reagire all’istituzione del matrimonio omosessuale dicendo che lo Stato dovrebbe rispettare le obiezioni di coscienza anche in questo campo.
26 giugno 2016: sul volo di ritorno dalla visita apostolica in Armenia Francesco dice: “La Chiesa deve chiedere scusa di non essersi comportata tante, tante volte […] Io credo che la Chiesa non solo debba chiedere scusa […] a questa persona che è gay, che ha offeso, ma deve chiedere scusa anche ai poveri, alle donne e ai bambini sfruttati nel lavoro”.
2 agosto 2016: il Vaticano pubblica la trascrizione di un incontro privato del Pontefice con i vescovi polacchi, avvenuto la settimana precedente, in cui questi ripete la diceria, priva di conferme, secondo cui in certe scuole si insegna ai bambini che è loro possibile cambiare genere. Il Papa biasima questa “colonizzazione ideologica” che oltretutto, secondo lui, fa sì che alcuni ricchi donatori riforniscano di libri di testo le scuole di cui sopra (altra diceria priva di prove).
1 ottobre 2016: in visita apostolica in Azerbaigian il Papa critica le idee della contemporaneità sul matrimonio: “Oggi è in atto una guerra mondiale per distruggere il matrimonio. Oggi è in atto una colonizzazione ideologica, che combatte non con le armi ma con le idee, perciò abbiamo la necessità di difenderci da questa colonizzazione ideologica”.
2 ottobre 2016: durante il viaggio di ritorno a Roma, papa Francesco fa alcuni commenti sia positivi che negativi sulle persone transgender. Riferendosi all’uomo transgender che ha incontrato in Vaticano: “Lui, che era lei, ma è lui”. Suggerisce poi ai pastori della Chiesa di accompagnare le persone LGBT, perché “questo è quello che farebbe Gesù oggi”. Poi però raccomanda ai reporter di non dire “Il Papa santificherà i trans!” e torna a criticare la “colonizzazione ideologica” raccontando la storia di un ragazzo di dieci anni che dice che da grande vuole essere una ragazza.
7 ottobre 2016: a seguito del matrimonio lesbico di due ex suore italiane, [il sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato monsignor Angelo Becciu] twitta: “Quanta tristezza sul volto del Papa quando gli ho letto la notizia delle due ‘suore’ spose!”.
30 ottobre 2016: durante un evento organizzato da New Ways Ministry l’ex studente gay del Santo Padre, Yayo Grassi, rivela che, durante i dibattiti svoltisi in Argentina sul matrimonio omosessuale, il futuro Papa Francesco gli spedì un’email dicendogli che “non c’è posto per l’omofobia nella Chiesa”.
8 dicembre 2016: Papa Francesco approva un documento sul sacerdozio che ribadisce l’esclusione degli uomini gay dai seminari e ne proibisce l’ordinazione.
* Francis DeBernardo lavora per New Ways Ministry dal 1992, prima come volontario poi, a partire dal 1994, come membro dello staff; dal 1996 è direttore esecutivo. Propone iniziative riguardanti cattolicesimo e tematiche LGBT nelle parrocchie, nelle diocesi, centri conferenze, università e comunità religiose in tutti gli Stati Uniti. È autore del libro Marriage Equality: A Positive Catholic Approach (Il matrimonio omosessuale. Un punto di vista positivamente cattolico). È redattore e autore di Bondings 2.0, blog quotidiano di notizie e opinioni sulle tematiche LGBT nella Chiesa Cattolica. Suoi articoli sono apparsi nelle riviste The National Catholic Reporter, Commonweal, The Advocate e The American Catholic. È stato l’oratore di punta alla conferenza su religione e tematiche LGBT tenutasi al primo World Pride di Roma nel 2000; è intervenuto anche alla conferenze interfede in occasione del World Pride di Londra nel 2012.
** Robert Shine è direttore associato di New Ways Ministry, per cui lavora dal 2012, e del blog Bondings 2.0. È laureato in teologia alla Catholic University of America e alla Boston College School of Theology and Ministry.
Testo originale: The Many Faces of Pope Francis: A Five-Year Timeline of His LGBT Record