“Il cammino di tutti i colori”. L’esperienza francese del pellegrinaggio con le persone LGBT e i loro genitori
Articolo pubblicato sul sito dell’associazione cattolica Réflexion et Partage (Francia) nel giugno 2019, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Oggi, 16 giugno 2019, domenica mattina, quarantun camminatori si ritrovano sulle mura di Parthenay per la seconda Camminata di tutti i colori. “Muoviti, in un mondo che si muove!” è il tema del giorno.
Alcuni si sono messi in strada presto per essere qui, vengono da Saint-Brieuc, da Bourges, La Rochelle, un minibus che viene da Niort, macchine piene che arrivano da Poitiers o da altre parti del Poitou; metà delle persone viene per la prima volta. Fa bel tempo, l’atmosfera è gioiosa e rilassata.
Ci si siede tutti in cerchio, attorno a un caffè, per fare conoscenza: in un minuto e mezzo ciascuno e ciascuna espone il motivo per cui è qui e, in una parola, cosa è più prezioso per lui/lei quando viaggia. Un terzo sono genitori, un po’ di più sono gay e lesbiche, e l’altro terzo è composto da amici convinti, alla stregua del Sinodo, che la Chiesa sarebbe più fedele al Vangelo se si aprisse a tutte le differenze. Ma l’omosessualità è davvero una differenza? Ciascuno e ciascuna sogna una società in cui ogni persona è accettata per quello che è, unica, preziosa, insostituibile, nel riconoscimento delle nostre diversità e ricchezze.
Certi percorsi di vita sono impressionanti: la lenta accettazione di se stessi, la difficoltà a trovare un posto in famiglia. Molte amiche omosessuali sono venute con i loro genitori: un passo notevole. Nelle prove della vita, come nella gioia, nessun’altra pietra angolare che l’amore incondizionato. Niente di peggio che sentirsi giudicati.
Noi accogliamo questa ricerca di dignità e verità, le storie di sofferenza, le riconciliazioni. Ahimè, la Chiesa ha poco di che andar fiera. Molte persone raccontano di averla dovuta lasciare a malincuore, perché avevano perduto la fiducia in essa: troppe accuse, troppi sensi di colpa. Oggi sono in cerca di speranza e poco a poco osano rivolgersi ai cristiani, malgrado i gravi scandali e gli abusi che scuotono l’istituzione.
11.30: è tempo di mettersi in marcia. Sotto la guida di Christian e Anne-Marie, con le nostre casacche gialle, partiamo affiancati tre a tre e scendiamo dalle mura per una scala ripida, ammirando la magnifica vista sulla valle. Pierre guida la macchina di servizio, che trasporta i nostri seggiolini e i preziosi cestini da picnic. Grazie, Pierre! Arrivati in basso, camminiamo lungo il fiume Thouet, e durante la giornata lo attraversiamo tre volte, su delle passerelle che evocano le traversate della nostra vita.
Dopo cinque chilometri ci ritroviamo nella splendida chiesa di San Pietro. Eric ci legge un racconto che parla di un tesoro nascosto… vicinissimo a noi. Non sonnecchia forse un tesoro nella vita di ciascuno e ciascuna di noi? Perché, per ritrovarlo, dovremmo andare lontano, al di là del mare? “Dove c’è il tuo tesoro, lì c’è anche il tuo cuore.” La testimonianza di Annie ci commuove tutti. Cinque figli, un figlio omosessuale, la difficoltà di accettarlo, e poi… nasce un nipotino.
Dopo un momento di difficoltà, il piccolo Merlin viene accolto come un tesoro, e oggi sta crescendo tra due mamme e un papà. E allora? Il viso radioso della nonna la dice lunga sulla fiducia da cui è dominata. Conta anche l’amore di tutta la famiglia. Ascoltiamo la canzone di Calogéro: “Anch’io ho il diritto di essere felice”.
Ancora due chilometri e arriviamo all’area picnic. Tutti hanno portato dei tesori gastronomici, e assaporiamo così l’amicizia sotto il sole. Ci raggiunge il nostro vescovo: ha camminato tutta la notte in un’altra iniziativa, ma ci tiene ad essere con noi, e il gruppo gli è molto grato. È tra noi anche padre Gérard Mouchard, parroco di Parthenay. La presenza dei due uomini di Chiesa è un segno, tanto per i cristiani, quanto per chi è più lontano [dalla Chiesa]. Ma chi è davvero lontano, agli occhi di Dio?
Al momento del caffè, terzo tempo: animazione. Isabelle racconta la tempesta sedata da Gesù. Quando le nostre esistenze sembrano essere preda della tempesta, ci chiediamo se Dio dorme. Soizic prende la parola e racconta i drammatici rovesci che ha affrontato nella sua vita: molte sofferenze, molta sensazione di rifiuto. Dopo cinque anni da carmelitana, pensa diverse volte al suicidio, ma piano piano si rialza, decisa fermamente a vivere la sua vita ed essere finalmente se stessa: “Sto ritrovando il gusto della preghiera”. E la gioia.
Ripartiamo, ci aspettano altri quattro chilometri, sempre costeggiando il Thouet, e arriviamo al luogo chiamato “la casa di Dio”, dove in piccoli gruppi prepariamo la celebrazione, sotto un ciliegio stracarico di frutti. “Clown, chiave o campana”… ciascuno e ciascuna prepara, a scelta, una scenetta, una poesia, una preghiera.
Ci alziamo poi per l’ultima tappa attraverso la città vecchia, incantati dalla bellezza delle case a graticcio. “Questa camminata è davvero bellissima”, le macchine fotografiche fanno il loro lavoro.
Fa caldo, e con il viso arrossato dal sole alle 17.30 ci sediamo all’ombra della chiesa della Santa Croce, in alto rispetto alla città.
Seduti in cerchio, come il mattino, ci sentiamo… come dire? diversi. Ci è successo qualcosa, qualcosa di bello, di interiore, di profondo… come una brezza leggera sul cuore.
In apertura, padre Wintzer commenta una frase di Meister Eckhart: “Parti alla ricerca di te stesso, e quando ti sarai trovato, abbandonati!”. Infine si alternano, in questo finale pieno di immaginazione ed emozione, il silenzio profondo, i canti e le risate, e la preghiera ne guadagna in dolcezza, una preghiera fervente, ardente.
Insieme recitiamo la preghiera di John Henry Newman: “Guidami tu, luce gentile. Guidami sempre tu, nelle tenebre che mi circondano. Sono lontano da casa. Sorveglia i miei passi. Un passo solo è sufficiente. Guidami tu, luce gentile, guidami ancora”.
Si è fatto tardi. Difficile separarsi, tutti si attardano nella piazza. Scambi di indirizzi, promesse di ritrovarsi l’anno prossimo.
Già la sera stessa arrivano dei messaggi. Philippe, venuto per la prima volta, esprime così il suo stupore e la sua felicità: “Grazie per questa splendida giornata, molto ben organizzata. Mi sono piaciuti tutti gli interventi, che mi hanno arricchito molto, e sono stati espressi con molta sensibilità e intelligenza. Un’amica mi ha detto, non molto tempo fa, che sono una persona dalle molte sfaccettature, ed è verissimo: oggi ho ritrovato un lato di me stesso che avevo trascurato…”. Anche per Carine è la prima esperienza: “Grazie per questo bellissimo incontro, che mi ha toccato il cuore. Ho avuto degli scambi molto belli, pieni di profondità e di umanità, ammiro la fiducia di voi tutti. Buona missione!”.
Sì, continuiamo ad avanzare insieme!
Testo originale (PDF): RANDO DE TOUTES LES COULEURS 2019