Il cammino “Oltre il pre-giudizio” nel piccolo comune Toscano di Impruneta
Dialogo di Katya Parente con Laura Cioni, assessore del Comune di Impruneta (Firenze)
L’incontro on-line “Famiglie a colori. L’amore fa una famiglia” fa parte di una serie di iniziative promosse dal Comune toscano di Impruneta (Firenze) volte a scardinare pregiudizi e cliché che spesso accompagnano le persone queer e rendere loro la vita un po’ più semplice.
In rappresentanza dell’amministrazione della cittadina toscana è con noi Laura Cioni assessore ai servizi socio – sanitari, welfare e salute, casa, immigrazione, integrazione delle differenze e pari opportunità e polizia municipale – tutti quegli ambiti, cioè, che afferiscono alla dignità della persona e alla sua integrazione. La signora Laura ci ha concesso gentilmente un po’ del suo tempo per rispondere a qualche domanda.
La vostra amministrazione non è nuova ad iniziative di inclusione LGBT: infatti siete affiliati al RE.A.DY. Ci può spiegare brevemente di che si tratta?
La Rete RE.A.DY è la Rete italiana delle Regioni, Province Autonome ed Enti Locali impegnati per prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Nasce a Torino nel 2006 e conta ad oggi 177 Enti presenti in 18 regioni su 20. La Regione che conta più Enti affiliati è la Regione Toscana con 44 Enti, seguita da Emilia Romagna (21), Lombardia (20), Campania (16), Piemonte e Lazio (12), Puglia (11), Trentino Alto Adige (8), Veneto (7), Friuli Venezia Giulia e Sicilia (6), Basilicata (3), Abruzzo Calabria Liguria Sardegna e Marche (2), Umbria (1). All’appello mancano le Regioni Molise e Valle d’Aosta ma possiamo dire che la rete copre tutto il territorio nazionale.
La sensibilità riguardo ai temi di discriminazione così radicata in Toscana forse discende anche dalla propria storia, come non ricordare la riforma penale del 30 novembre 1786 voluta da Pietro Leopoldo di Lorena, granduca di Toscana, che abolì la pena di morte. La Toscana divenne il primo Stato al mondo ad attuare una scelta così lungimirante tanto è vero che nel 2001 fu deciso di celebrare questo evento il 30 novembre di ogni anno, un omaggio a tutti coloro che si riconoscono nei valori della pace, della giustizia e della libertà.
Il nostro Comune si inserisce in questo percorso di lotta contro la discriminazione aderendo alla rete RE.A.DY e realizzando quest’anno il progetto ‘Oltre il pre-giudizio’ con gli ultimi tre appuntamenti svolti in modalità on-line per gli ovvi motivi legati alla pandemia.
Il Comune di Impruneta è stato tra i primi 40 Enti della Rete ad approvare un ordine del giorno di Consiglio Comunale per l’approvazione del disegno legge Zan contro l’omotrasfobia.
Più nello specifico, il vostro Comune quest’anno ha dato il via ad una serie di iniziative rivolte a combattere il pregiudizio contro le persone queer e favorirne l’integrazione…
Il programma del progetto ha visto affrontare varie tematiche, siamo passati dalla presentazione di un libro ‘LUCE’ vincitore del premio Casa Sanremo Writers 2019, alla proiezione del film ‘TUO SIMON’ diretto da Greg Berlandi, all’incontro su come superare gli stereotipi di genere con la partecipazione dell’associazione Azione Gay e Lesbica.
Adesso sono previsti tre appuntamenti, due incontri in diretta Facebook, sul mondo dello sport e della scuola e uno sulla famiglia, “Famiglie a colori. L’amore fa una famiglia”.
A conclusione di quest’anno ci sarà l’inaugurazione di una panchina rossa anche in memoria di Elisa Pomarelli.
Abbiamo cercato di trasmettere con modalità e mezzi comunicativi diversi il concetto principe che sta alla base di ogni convivenza civile: ognuno è libero di essere come è ed ha diritto al rispetto della propria dignità.
Ci vuole parlare nello specifico di “Famiglie a colori: l’amore fa una famiglia”?
Con il supporto dell’associazione La Tenda di Gionata, come Amministrazione comunale abbiamo deciso che parlare di omosessualità in famiglia perché è fondamentale. È all’interno della famiglia che si formano le identità dei figli, dove si tessono le relazioni interpersonali che segnano poi il vissuto di ciascuno.
Per la famiglia, e soprattutto per i genitori, accogliere il coming out di un figlio/figlia può essere difficile perché la cultura diffusa e generalizzata non ha ancora sviluppato quella libertà a concepire e vivere un amore che prescinde dall’orientamento sessuale.
“Famiglie a colori“, quindi, è il tentativo di trasmettere un messaggio molto semplice ma forse ancora non assodato: ci sono tanti modi di vivere la famiglia, soprattutto ci sono tante persone che devono esprimersi in quell’amore che va oltre i confini. Ci saranno diversi interventi e testimonianze di persone e associazioni diverse come storia e come connotazione per dare questo senso ampio e completo del mondo-famiglia.
Il vostro è un impegno globale in quanto coinvolge scuola, sport, vita sociale e tempo libero: credete che questa molteplicità di palcoscenici renderà più incisivo il vostro progetto?
Per riuscire a cambiare e superare pregiudizi e stereotipi è necessario dare uno sguardo a tutto tondo su tutte le realtà della vita quotidiana, dove ognuno può riconoscersi ed attingere a spunti di riflessione.
Cercheremo di inventarci occasioni e modalità per entrare in tutti questi ambiti che fanno parte della vita quotidiana e per gettare un passo alla volta un semino che dia i suoi frutti.
Quali sono gli ingredienti principali di un’integrazione efficace?
In primis sicuramente è la conoscenza. In genere quello che non si conosce fa paura e crea dei pregiudizi che impediscono di vedere la realtà e soprattutto le persone. Superare la propria omofobia interiorizzata per liberarsi da pensieri e visioni sbagliati.
Favorire in ogni modo e con ogni mezzo le relazioni, la capacità di ascolto e la spinta a superare le barriere dell’incomprensione. Per arrivare a rapporti veramente egualitari è necessario comunicare le proprie esperienze, esprimere la propria consapevolezza sui problemi ma allo stesso tempo mettere in risalto la bellezza di ogni essere umano.
Le relazioni e un dialogo sincero sono davvero i capisaldi di una vera integrazione, e bisogna che tutti ci impegniamo in questo senso. La bella iniziativa di Impruneta è un passo in questa direzione. Un passo che tutti dovremmo iniziare a fare senza paura.