Il cammino silenzioso dei credenti omosessuali
Riflessioni di Gilles Wullus tratte da Tetu (Francia) del maggio 2010, p.15, liberamente tradotte da Dino
Anche quando non si ha (o non si ha più) la fede, non si può far altro che rimanere colpiti dall’eccezionale immobilismo che le religioni istituite dimostrano nei confronti della sessualità, e in particolare nei confronti degli omosessuali.
Più i tempi vanno avanti, più questa reticenza colpisce per il suo anacronismo, dato che origina da credenze che per lo più professano l’amore verso il prossimo e la pace tra gli esseri umani.
Non siamo più nel Medio Evo, e neppure nel XX secolo, quando la fede senza alcun dubbio obbediva in primo luogo al conformismo e alle convenzioni sociali e quando, per lo meno in Francia, figlia primogenita della Chiesa (cattolica), si imparava il catechismo a memoria prima di riflettere sul messaggio dei Vangeli.
Oggi, nella nostra società libera, la fede dipende dal nostro intimo, è frutto di un dialogo con se stessi che ha bisogno di uno sbocco verso qualcosa che viene chiamato il divino, e fa ricorso, di massima, a religioni più o meno organizzate.
Questo è ciò che porta molti omosessuali, uomini e donne, a rivolgersi alla Chiesa cattolica o all’Islam, benché i dogmi di queste confessioni li condannino o li respingano.
Allevato nella fede cattolica, è avvenuto contemporaneamente che ho preso coscienza sia del mio orientamento sessuale che del fatto che la Chiesa alla quale appartenevo lo condannava.
Da quel momento ho scelto quella che mi sembrava la sola opzione possibile: ho abbandonato la Chiesa senza voltarmi indietro.
All’improvviso, per uno come me, c’è qualcosa di sbalorditivo nel trovare dei credenti che si intestardiscono nel voler conciliare il loro orientamento sessuale e la loro religione.
Più ancora che a farsi accettare, essi ambiscono a convincere un giorno i loro correligionari che sì, è possibile essere omosessuali e cattolici, omosessuali ed ebrei, omosessuali e musulmani, omosessuali e protestanti…
Questo mese nel nostro dossier di Tetu News (ndr del maggio 2010), abbiamo incontrato alcuni di questi uomini e donne, che lavorano in senso opposto ai fondamentalismi che impongono una totale obbedienza, spesso per noi sinonimo di oppressione, di violenza e di assassinio.
Più che opponendoci frontalmente a questi oscurantismi, è forse grazie a queste persone che riusciremo a venirne a capo.
Testo originale: Credo homo
Lo speciale di TETU su ‘religione e omosessualità’ del maggio 2010
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