Il cammino sinodale inedito intrapreso dalla chiesa cattolica tedesca
Articolo di Massimo Faggioli* pubblicato sul sito del mensile cattolico progressista Commonweal (Stati Uniti) il 25 maggio 2021, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro, parte seconda
La Chiesa Cattolica tedesca si trova a un punto di svolta. È una Chiesa che è tutt’ora largamente rappresentata nella società: vedi per esempio il Kirchentag, il raduno nazionale ecumenico di cattolici e luterani, un evento trasmesso dalla TV pubblica, che nell’ultima edizione ha visto il saluto ufficiale del presidente federale.
L’influenza della Chiesa Cattolica non può misurarsi semplicemente nel numero di persone che vanno a Messa la domenica: questo è un criterio sociologico anglo-protestante, che manca di prendere in considerazione numerosi fattori.
Solo nel 2019 hanno abbandonato le rispettive Chiese 272.000 cattolici e 270.000 luterani. La frequenza domenicale è molto più bassa tra i luterani che tra i cattolici (secondo la Conferenza Episcopale, ora è di circa il 10% dei cattolici registrati). Tra il 2010 e il 2019 i matrimoni in chiesa sono calati di quasi il 20% tra i cattolici e del 19% tra i luterani.
Nel frattempo, i movimenti delle donne cattoliche si fanno sentire: il 17 maggio scorso, per il secondo anno di fila, dodici donne hanno predicato durante la Messa in dodici parrocchie diverse: è un’iniziativa nazionale chiamata La giornata delle predicatrici, e per il secondo anno di fila i vescovi tedeschi non hanno fatto ufficialmente opposizione.
La Chiesa Cattolica tedesca è stata fondamentale nei suoi contributi al Concilio Vaticano II, ed è stata l’epicentro delle tensioni tra i progressisti post-conciliari e il Vaticano di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI; è e rimane la terra di Rahner, Ratzinger e Küng, ma anche di Martin Lutero.
Nei suoi primi anni di pontificato Francesco è venuto incontro ai cattolici tedeschi nonostante l’ostinazione dottrinale del Vaticano, e ha dato segni di voler marcare una discontinuità, ma mentre nelle questioni globali la sua voce rimane inconfondibile, non è chiaro dove voglia arrivare sul piano ecclesiale, vale a dire sui temi del sacerdozio e della parrocchia, sul ruolo dei laici e delle donne.
Come ha scritto il vaticanista tedesco Christoph Strack per l’emittente statale Deutsche Welle, “È chiaro che la Congregazione per la Dottrina della Fede, guidata dal gesuita spagnolo cardinale Ladaria, ha molte riserve sui progetti di riforma che vengono dalla Germania”, ma va notato che Ladaria è lo stesso che ha messo in guardia i vescovi statunitensi dall’approntare un documento contro i politici cattolici pro-aborto, come il presidente Joe Biden.
Il futuro immediato del cattolicesimo europeo dipende, in parte, da cosa accadrà al Sinodo tedesco. Rimane da vedere la reazione di Roma al Cammino Sinodale, e a ciò che potrebbe scaturirne in termini di sviluppo istituzionale e dottrinale.
Sembra ci sia una certa distanza tra l’apertura tedesca allo sviluppo dottrinale e il modo, squisitamente pastorale, di Francesco di intendere la sinodalità. E non è solo la deliberata ambiguità di Francesco sulla proibizione della benedizione alle coppie omosessuali, è anche il suo rapporto con l’apparato della Curia e con la Chiesa globale, impegnata in un movimento sinodale sulle sue questioni interne.
La relazione tra il Papa e il cattolicesimo tedesco è sempre un’importante cartina di tornasole. La benedizione tedesca delle coppie omosessuali non è un passo verso lo scisma, bensì un’indicazione delle tematiche che verranno sollevate a livello globale nei tre anni del processo sinodale.
* Massimo Faggioli insegna teologia e studi religiosi alla Villanova University di Philadelphia. La sua opera più recente è “Joe Biden e il cattolicesimo negli Stati Uniti” (Morcelliana, 2021). Seguitelo su Twitter: @MassimoFaggioli
Testo originale: Germany Takes the Synodal Path