Il cammino verso il regno di Dio delle persone transgender
Riflessioni di Michael Sennett* pubblicate sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 31 marzo 2022, liberamente tradotte da Silvia Lanzi
“Mi benedica padre, perché ho peccato” dissi nervosamente al prete seduto vicino a me. Lui annuì e aspettò che continuassi, ma improvvisamente mi si attorcigliò la lingua.
Sedemmo in un silenzio assordante per quella che mi sembrò un’eternità, finché il sacerdote mi chiese cosa mi portasse a confessarmi. Balbettai cercando di spiegare perché mi servisse l’assoluzione: “Aspetti, ho una lista” dissi frugandomi la tasca alla ricerca di un pezzo di carta. Mi suggerì gentilmente di che avremmo potuto parlare senza, incrociò le gambe e si appoggiò pazientemente le mani in grembo. Quel piccolo gesto mi calmò i nervi, e sbottai: “Sono transgender!”.
A diciassette anni quest’ansioso tentativo di riconciliazione fu il mio primo desiderio di rendermi visibile come persona cattolica trans. Sono passati quasi dieci anni: essere visibile è una fonte di gioia, e a volte un dolore.
Per le persone trans cattoliche, poter vivere, senza doversi scusare con nessuno, come Dio ci ha creati (e cioè in modo meraviglioso) è liberante, ma la vulnerabilità può anche attrarre discriminazione, e nei casi peggiori, anche violenza.
Durante la conversazione in confessionale feci esperienza, complice la compassione del sacerdote, della grazia e dell’amore di Dio. L’autenticità, mi disse, non è un male. Reprimere la mia identità, credendo di dovermi cambiare, e odiare me stesso sarebbe la vera tragedia. Il padre confessore mi fece giurare di vivere sempre autenticamente, di esigere l’amore e il rispetto che merito come figlio di Dio e di crearmi uno spazio alla mensa quando nessuno lo farà per me.
Non sapevo certo come si forma una coscienza, ma quell’incontro piantò i semi della mia futura crescita. Sfortunatamente, negli ultimi anni, questo sacerdote ha cambiato idea, ed è diventato ostile verso le persone transgender. Anche se è stato deludente perdere questa relazione, trovo i suoi consigli ancora preziosi e fortificanti. Permettere a me stesso di essere visibile ha aperto la porta a possibilità un tempo inimmaginabili, soprattutto quella di amare ed essere riamato.
Anche se certamente la Chiesa Cattolica ha ancora molto da imparare su come ascoltare gli emarginati, ci sono stati anche molti progressi. Il più che ventennale ministero di suor Luisa Derouen tra la comunità transgender ha dato conforto e speranza a molte persone. I suoi gruppi e i suoi programmi hanno fornito un’opportunità educativa ai sacerdoti che vogliono incontrare ed imparare dalle persone transgender cattoliche. Suor Luisa ha voluto dare rilievo alle voci delle persone trans che spesso rimangono inascoltate, anche quando stanno urlando.
L’arcivescovo di Davenport (Iowa), Thomas Zinkula, ha istituito un Comitato del Genere con il proposito di guidare parrocchie e scuole della diocesi. Lo scorso autunno sono stato emozionatissimo di poter parlare con lui e il comitato: queste conversazioni sono cruciali per favorire e normalizzare la visibilità trans. Si dovrebbero promuovere opportunità di dialogo in tutte le diocesi, e non c’è occasione migliore del Sinodo sulla Sinodalità.
L’autenticità con noi stessi porta ad una relazione più profonda con il nostro Creatore, ma per raggiungere tale autenticità, dobbiamo prima riconoscere e celebrare la visibilità delle persone transgender cattoliche. Ascoltare e camminare con la comunità trans ci incoraggia a costruire la Comunità [Kindom], non semplicemente il Regno [Kingdom], di Dio.
La mia speranza è che per questa Giornata Internazionale della Visibilità Trans la Comunità risplenda della luce della visibilità transgender.
* Michael Sennett è direttore della comunicazione della parrocchia di sant’Ignazio di Loyola a Chestnut Hill, nel Massachusetts. Michael è un uomo trans, si è laureato nel 2018 alla Saint Xavier University e ama ascoltare testimonianze di spiritualità queer. Cerca sempre opportunità per servire ed evangelizzare le persone trans, e in futuro spera di laurearsi in teologia.
Testo originale: Letting the Kin-dom of God Shine Brightly with the Light of Transgender Visibility