Il celibato per una persona omosessuale. Un dono, non un obbligo
Articolo* pubblicato sul sito The Reformation Project (Stati Uniti), liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Messaggio negativo: Se una persona omosessuale cristiana non può sposare una persona dell’altro sesso, la proibizione biblica delle relazioni omosessuali implica che deve rimanere single e celibe/nubile per tutta la vita.
Messaggio positivo: Il celibato è un dono, non un obbligo.
La Bibbia insegna che il celibato è un dono, non qualcosa che va imposto a qualcuno.
– Nell’Antico Testamento, nel racconto della creazione, Dio dice “Non è bene che l’uomo sia solo” (Genesi 2:18).
– Nel Nuovo Testamento, Gesù afferma che il celibato può essere accettato solamente da coloro ai quali è dato essere celibi (Matteo 19:11-12). Paolo dice che, se pure preferirebbe che tutti fossero celibi come lui, “ai non sposati e alle vedove dico: è cosa buona per loro rimanere come sono io; ma se non sanno vivere in continenza, si sposino; è meglio sposarsi che ardere” (1 Corinzi 7:7-9).
– Pretendere che tutte le persone omosessuali cristiane rimangano single e celibi per tutta la vita contraddice questi insegnamenti, che la tradizione cristiana afferma da due millenni.
Ma quelle persone eterosessuali che non riescono a trovare un/a partner adatto/a, non sono forse “costrette” anch’esse al celibato?
– No. Una differenza importante è che, se una persona eterosessuale riesce a trovare un/a partner adatto/a, è libera di sposarsi, mentre una persona omosessuale non lo sarebbe.
– Ma la cosa più fondamentale è la ragione per cui una persona è celibe. Per i primi 1.500 anni della storia della Chiesa, i cristiani hanno considerato il celibato una vocazione superiore a quella del matrimonio, ma senza condannare il matrimonio in quanto tale, perché non avrebbero potuto considerare intrinsecamente peccaminoso il sesso senza minare alla base le dottrine bibliche della bontà della creazione, dell’incarnazione e della resurrezione.
– Inoltre, come affermano teologi sia cattolici che protestanti, il celibato dovrebbe essere una conferma positiva del matrimonio, non la sua negazione. Le persone celibi/nubili cristiane ricordano a quelle sposate la relazione vera a cui il loro matrimonio deve puntare: la nostra eterna unione con Cristo.
– Ma la teologia anti-LGBT pretende che le persone omosessuali cristiane rimangano celibi come segno di rifiuto, e non di compimento, della loro sessualità.
Non è bene che l’uomo sia solo. (Genesi 2:18)
Cosa c’è da sapere sul “movimento ex-gay”
Per decenni i cristiani conservatori hanno incoraggiato le persone omosessuali a sottoporsi alle “terapie riparative” per sviluppare un orientamento eterosessuale.
– Ma nel 2013 l’associazione leader del movimento “ex-gay”, Exodus International, ha chiuso i battenti affermando che le “terapie riparative” erano stato di grave danno a moltissime persone LGBTQ.
– L’anno prima Alan Chambers, presidente dell’associazione, aveva ammesso che “nel 99,9%” dei casi a lui noti “non c’era stato nessun cambiamento di orientamento”.
– Chambers ha chiesto perdono per “la vergogna, le false speranze e l’enorme dolore” che la sua organizzazione ha causato a innumerevoli persone. Oggi Chambers non è più un sostenitore di quel movimento.
L’orientamento sessuale non è una scelta, e non è qualcosa che si può modificare.
Oggi molte persone influenti, da organizzazioni di professionisti della salute mentale a leader della Southern Baptist Convention [la maggiore Chiesa degli Stati Uniti dopo quella cattolica, conservatrice ma non fondamentalista, n.d.t.], hanno rigettato le terapie riparative; il battista del Sud Russell Moore le ha bollate come “fortemente controproducenti”.
Dire che la regola del celibato è dannosa per i cristiani omosessuali non è una svalutazione del celibato stesso?
– No. Il celibato va onorato come vocazione spirituale, ma è un’esperienza totalmente diversa dal celibato praticato perché si considera la propria sessualità come un peccato e una tentazione da fuggire.
– Nel Sermone del Monte Gesù ci dice che dobbiamo evitare non solo gli atti peccaminosi, ma anche il desiderio di compiere quegli atti: la voglia di commettere adulterio, la rabbia che porta all’omicidio (Matteo 5:21-30). Se tutte le relazioni omosessuali sono peccaminose, allora anche l’attrazione omerotica è moralmente colpevole.
– Sebbene molti cristiani ostili all’omosessualità dicano sempre più spesso che non c’è nulla di male nell’essere omosessuale, purché non si abbiano rapporti affettivi e sessuali, questa distinzione non si trova nelle Scritture. Non ha più senso dire “Va benissimo essere omosessuale, l’importante è non esprimere la propria sessualità” che dire “Va benissimo essere avido, l’importante è non rubare”.
– Gesù è stato tentato in ogni modo, come noi (Ebrei 4:15), ma nelle Scritture troviamo due tipi di tentazione; un essere messi alla prova dall’esterno, e il desiderio interiore del peccato. Gesù è stato tentato nel primo senso, ma non nel secondo, e da un punto di vista ostile all’omosessualità, l’attrazione omoerotica ricade nella seconda categoria.
– Una coerente teologia ostile all’omosessualità pretende che le persone omosessuali cristiane disprezzino e si pentano di ogni loro desiderio sessuale. Il fallimento del movimento “ex-gay” ha rivelato quanto sia distruttivo un tale approccio, ed è per questo che l’ex presidente di Exodus International ha chiesto perdono per i traumi che la sua organizzazione ha inflitto alle persone LGBTQ cristiane.
Pretendere che le persone omosessuali cristiane rimangano celibi e rifiutino la loro sessualità mina alla base il concetto cristiano storico di celibato.
* I passi biblici sono tratti dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI.
Testo originale: 3. Celibacy is a gift, not a mandate.