Il censimento Australiano segnala che il 40% delle coppie gay sono cristiane
Articolo di Georgia Wilkins tratto dalla rivista The Age (Australia), 29 giugno 2012, pag.5, liberamente tradotto da Alberto Sonego
Come il 40% delle coppie formate da componenti dello stesso sesso, James Navein (49 anni) e David Witte (50) si definiscono cristiani. Fanno parte di una statistica che colpisce dritta al cuore del dibattito riguardo ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, e di quello attraverso il quale molti sperano detti matrimoni possano esser resi validi anche agli occhi della chiesa.
Nel censimento del 2011, il Cristianesimo era la prima religione al mondo per quando riguarda il numero di coppie gay che portava in grembo – il 40% dei credenti totali, contro il 60% delle coppie etero.
Il 48% degli omosessuali intervistati dichiarò di non seguire alcuna religione, contro il 20% delle coppie etero. Il Buddismo era la seconda fede più comune tra le coppie dello stesso sesso (4%, contro il 2,6% degli eterosessuali).
I risultati del censimento sono stati rilasciati ieri dall’Istituto Australiano di Statistica, in quanto parte di di una ricerca più vasta attorno alla vita delle persone impegnate in relazioni omosessuali di vario tipo.
Il signor Nevein, alla guida di “Freedom2b” (un gruppo di supporto per persone gay provenienti da background culturali di ispirazione cristiana), ha detto che lui e gli altri membri omosessuali della comunità cristiana non erano, all’interno di questa, una minoranza. “In ogni Chiesa, dai Pentecostali ai Quaccheri, ci sono persone omosessuali”, ha riferito. “Le Chiese devono cominciare a considerare questa questione”.
Continuando, ha sostenuto la necessità, per le Chiese, di prendere coscienza della loro esistenza, al fine di evitare che tali coppie dello stesso sesso possano sentirsi alienate. “Perché dovresti allora identificarti con un’organizzazione che per la maggior parte degli ultimi 2000 anni ti ha odiato, pubblicamente o in silenzio? Per far ciò bisognerebbe avere davvero un profondo senso di dipendenza.”.“La chiesa non ha solo tante risposte, ma anche tanta speranza”.
Le coppie dello stesso sesso hanno potuto indicarsi come unite in matrimonio nel censimento del 2011, per la prima volta. Nella sola Australia 1338 coppie omosessuali su 33.714 hanno registrato al loro relazione come fossero marito e moglie. In Victoria, c’erano 403 coppie omosessuali sposate ed altre 8319 si dichiaravano coppie de facto.
Il reverendo Carolyn Francis, della Chiesa Battista di Collins Street, ha sostenuto che le chiese hanno bisogno di considerare pure la grandezza della comunità omosessuale cristiana nel dibattito sul matrimonio gay. “La realtà è che le persone non perdono in alcun modo la loro propensione alla spiritualità quando riscoprono la loro sessualità. Piuttosto è vero il contrario”, ha detto.
“I dati del censimento sono una rappresentazione forte ed un monito a noi tutti, affinché ricordiamo che quando parliamo di questioni come il matrimonio omosessuale stiamo parlando di persone, e della loro vita”.
Il consigliere nazionale di Australian Marriage Equality, Alex Greenwich ha detto che i dati del censimento fanno guardare all’esclusione delle coppie gay dal matrimonio come a qualcosa di decisamente obsoleto.
“Il numero di coppie dello stesso sesso che si identificano come tali sta aumentando, crescendo insieme al numero di coloro che si sentono in grado di potersi aprire agli altri rispetto alla loro vita sentimentale. Stiamo anche partecipando di più alla vita della famiglia e della comunità, con una massiccia parte di noi che sta dimostrando di essere persone di fede”.
Testo originale: Gay Christians hope for church acceptance