Il Coming out come Sacramento
Riflessioni del Reverendo Mona West pubblicate sul sito della Metropolitan Community Churches (USA) il 10 maggio 2010, liberamente tradotte da Maria Stella Iaria
Un sacramento è un atto che media la grazia e il mistero di Dio. Il coming out è un sacramento per noi gay, lesbiche, bisessuali e transessuali (LGBT) credenti perché ci mette in un cammino che dura tutta la vita e che rivela la grazia di Dio nelle nostre vite. Il coming out è fondamentale per il nostro sviluppo spirituale perché ci avvia verso un viaggio che integra la nostra identità LGBT in tutta la nostra vita. Per dirlo in un altro modo, abbracciare la nostra identità LGBT è un invito ad andare più lontano nel nostro viaggio spirituale.
Trovare un accordo con l’essere parte di una comunità LGBT – riconoscendo chi siamo veramente e per cosa siamo stati creati – è uno di quei momenti che “irrompono” nella nostra vita spirituale. I momenti “irruenti” sono quei momenti di stimolo che accadono durante la nostra vita in cui diamo un’occhiata a qualcosa in più, qualcosa di più grande a cui partecipare. In questi momenti diamo un’occhiata alla nostra natura divina: il vero Io autentico che è l’immagine di Dio in noi.
Su questo Io autentico viene deposto uno strato di “cianfrusaglie” della vita. Il nostro Io autentico nell’immagine di Dio viene nascosto con un Io falso, fatto della nostra paura, dei nostri meccanismi di difesa e delle nostre tecniche di sopravvivenza. Per noi LGBT parte di questo Io falso è un’identità che proviamo a vivere in base al nostro condizionamento in una cultura eterosessista. Cresciamo con forti messaggi che sono in contrasto con il nostro Io autentico. Accumuliamo strati del falso Io cercando di adattarci all’ideale eterosessista. Quando ci dichiariamo, lasciamo andare quest’immagine falsa e iniziamo il processo per fare spazio affinché il nostro vero Io possa emergere – il vero Io che intende Dio. Siamo impegnati nel lavoro di trasformazione.
Un tema centrale
Chris Glaser, autore de “Il coming out come sacramento”, afferma che il coming out è il tema centrale nelle vite delle persone LGBT. Egli indica che l’espressione ha avuto la propria storia nella cultura gay e lesbica. Prima della Seconda Guerra Mondiale il ‘coming out’ era un evento iniziatico in cui una persona veniva introdotta nella società gay. Solo negli anni Sessanta del ‘900 il coming out ha iniziato ad essere associato al nascondere il proprio orientamento sessuale, più comunemente chiamato “stare dentro l’armadio” [1]. Per Glaser il coming out è un “sacramento unico – un rito di vulnerabilità che rivela il sacro” nelle vite dei Queer religiosi [2]. Glaser afferma, inoltre, che il coming out è un tema centrale nella Bibbia:
“Il coming out è un tema della Bibbia, a differenza dell’omosessualità. Quest’ultima ha solo cinque riferimenti discutibili mentre il coming out è un tema ricorrente, se non centrale, della Bibbia, facilmente riconoscibile per coloro che hanno familiarità con l’esperienza e il processo del coming out, come lesbiche, gay, bisessuali e transessuali oppure in quanto familiari, amici o sostenitori di qualcuno che lo è. Questo collega la nostra esperienza con quella dei nostri antenati spirituali, oltre ad aprirci all’universalità del processo di coming out che dà la vita e la cambia per ogni essere umano. Come il rivelarsi a Dio apre la scelta o la chiamata nella Bibbia alla rivelazione stessa di Dio, così la nostra vulnerabilità crea un rifugio gradito per l’auto-rivelazione di Dio” [3].
Glaser continua ad applicare il coming out come un’ermeneutica per la rivisitazione della Bibbia – una rivisitazione delle storie più conosciute ma lette con la prospettiva del coming out. Egli identifica il tema del coming out in storie come “Il Giardino dell’Eden” (rivelazione dell’innocenza e del peccato), il libro dell’Esodo (rivelazione dell’oppressione), il libro di Ester (rivelazione del privilegio) e la Samaritana al pozzo in Gv 4:1-42 (rivelazione come noi stessi) [4].
Un Profondo Processo Spirituale
Carter Heyward, teologa lesbica femminista e sacerdote episcopale, sottolinea che il coming out è un processo che contiene una tensione dinamica che è terreno fertile sia per la solidarietà con gli altri sia per la rivelazione del Divino nelle vite degli LGBT. Identifica una “profonda tensione teologica” tra la rivelazione e l’occultamento che è in azione non solo nelle vite LGBT quando si affronta il segreto ma anche nella natura della rivelazione divina stessa:
“Poiché non possiamo sopportare così tanto la realtà, la presenza di Dio è spesso nascosta da noi: non ci rendiamo conto di cosa è buono finché non siamo pronti ad aiutare a creare le condizioni per ciò. Tuttavia la conoscenza di Dio può essere richiamata. É disponibile per noi in qualunque momento noi siamo pronti. Anche ciò che noi adesso non vediamo è importante per la nostra conoscenza e la cura di noi stessi, l’uno con l’altro, e per i nostri rapporti. La rivelazione – della divinità e della pienezza dell’umanità – è una questione di regolarizzazione, di condizionamento delle nostre capacità di rischiare vedendo e mostrando più avanti la nostra generosità quando siamo pronti a vivere in ciò che vediamo”, e continua, “nei luoghi nascosti delle nostre vite, i preparativi possono essere fatti ancora oggi per consentirci di rispondere a quei momenti cairotici in cui il tempo sarà giusto per noi per aprirci in modo più completo l’un all’altro e ad un mondo più grande. Come il pane, noi stiamo crescendo” [5].
Heyward esorta quelli che sono gay, lesbiche, bisessuali o transessuali ad ammettere che il coming out ha un impatto profondo su noi stessi e sugli altri. Ci chiama ad essere responsabili e onesti riguardo i modi che riconoscono che la nostra sessualità ci porta in una “giusta relazione” con il mondo.
La psicologa Kathleen Ritter e il prete cattolico Craig O’Neil attirano clienti, dai loro anni di lavoro con gay e lesbiche, per offrire ancora un altro modello di coming out inteso come processo spirituale. Nel loro libro “Coming Out Within: Stages of Spiritual Awakening for Lesbians and Gay Men” applicano alle storie di coming out un modello di perdita composto da otto fasi. Ritter e O’Neil affermano che il coming out implica il lasciarsi andare o perdere un’immagine di vita eterosessuale costruita in modo falso.
Il loro modello di perdita include le seguenti fasi: la consapevolezza iniziale, la resistenza, il lasciarsi andare, la consapevolezza della perdita, il prenderne visione, integrare la perdita, riformularla e trasformarla [7]. Affermano che muoversi in questo processo di perdita permette una profonda guarigione psicologica e spirituale.
In conclusione, è un processo che porta dalla morte alla vita: “Per secoli gay e lesbiche hanno convissuto con la morte, sia psichica che fisica. Nelle culture precedenti gli è stato concesso il ruolo di “sostenitrici” o compagne per coloro che stavano morendo per un nuovo inizio… Oggi, le persone con orientamento sessuale verso persone dello stesso sesso sono ancora gli “outsider” della cultura e la loro alienazione li mette ancora una volta nella sola posizione di scegliere per sé stessi un’immagine di vita qualitativamente diversa. In altre parole, avendo poco da perdere in termini di status, rispettabilità o reputazione, possono iniziare a vedere sé stessi come se fossero stati dispensati dalle critiche della società. Le perdite possono diventare profitti e le morti possono diventare resurrezioni” [8].
Il coming out è un processo che implica non solo il riconoscimento del proprio orientamento sessuale ma anche l’inserimento della propria sessualità nella vita.
Coming out e Coming in
In questi diversi modelli che comprendono più fasi c’è un altro strato del coming out, che è implicito ma non viene nominato: il dichiararsi spiritualmente. Come accennano Ritter e O’Neill, i Queer hanno una ricca eredità come persone spirituali. Per molti, parte del processo di coming out include il rivendicare quell’eredità. Christian de la Huerta descrive la storia spirituale degli LGBT come sciamani, preti, guaritori, intermediari, persone con due anime e custodi della bellezza [9].
De la Huerta afferma che il coming out implica anche il coming in, ossia quando gli LGBT scoprono il loro vero Io spirituale.
Dichiararsi spiritualmente non significa solo rivendicare la storia spirituale LGBT per noi stessi; al contrario per molti significa rischiare di essere identificati come una persona spirituale all’interno della comunità gay e lesbica. C’è una leggera ironia qui: noi LGBT religiosi rischiamo la derisione e il rifiuto da parte della comunità eterosessuale e delle nostre comunità religiose tradizionali quando affermiamo il nostro orientamento sessuale e rischiamo la derisione e il rifiuto da parte della nostra stessa comunità quando affermiamo le nostre identità spirituali.
De la Huerta cita una ministra lesbica che ha vissuto quest’ ironia: “Non è ancora “di moda” essere Queer religiosi… [Io] temevo di essere considerata una traditrice dalla stessa comunità che ho amato più di tutto. Per molti di noi il fatto di credere in qualcosa è ancora un nostro segreto. È ancora un nostro segreto il fatto che pratichiamo e che andiamo in chiesa. Siamo apologetici a riguardo. Abbiamo paura di dichiararci persone spirituali tra queer così come se ci dichiarassimo queer tra eterosessuali” [10].
Un racconto biblico sul Coming out
Nella Bibbia una delle storie più forti sul coming out è la storia dell’esodo degli ebrei dall’Egitto, contenuta nel secondo libro della Bibbia: l’Esodo. Questa storia dimostra come un gruppo vario di persone chiamate Ebrei escono dalla loro sottomissione e schiavitù dicendo sì all’offerta di liberazione di Dio. Dicendo sì a Dio e rischiando un futuro ignoto si sono messi in un cammino di trasformazione. Quando uscirono dall’Egitto erano letteralmente trasformati nel popolo di Dio (Esodo 19:3-6).
Questa nuova identità non si è verificata da un giorno all’altro per gli Ebrei, né si è verificata nel momento in cui hanno attraversato il Mar Rosso. Questa nuova identità era il risultato di una trasformazione graduale quando gli Ebrei hanno imparato, attraverso gli alti e bassi della giungla, cosa significava vivere completamente in questo nuovo modo d’essere.
Quando gli Ebrei uscirono dall’Egitto persero la vecchia identità e iniziarono ad abbracciare una identità nuova rispetto al Dio che li aveva liberati e chiamati. C’erano volte in cui si spaventavano nella giungla – il territorio sconosciuto della loro nuova identità. Spesso erano così spaventati che volevano tornare ai loro vecchi e conosciuti segreti di schiavitù (Esodo 16:1-3).
Alla fine si diressero verso la terra che Dio gli aveva promesso e furono incaricati da Dio di continuare a raccontare la loro storia (Esodo 12:24-27). Gli Ebrei (ora chiamati Israeliti) hanno mantenuto viva la storia dell’Esodo (coming out) attraverso il suo racconto, in modo che le generazioni future possano prendere parte alla sua forza e alla sua verità.
Questa storia ha delle importanti lezioni spirituali per gli LGBT religiosi che abbracciano il loro coming out come un sacramento. Dio ci chiama a vivere delle vite autentiche come LGBT e quando diciamo sì a Dio ci mettiamo in un cammino di trasformazione che dura tutta la vita. Lasciamo dietro di noi la vecchia identità e quando abbiamo paura del territorio, a volte sconosciuto, della nostra nuova identità, siamo invitati proprio come gli Ebrei a fidarci della guida di Dio in questo viaggio.
Il coming out è un sacramento e l’aspetto più potente del sacramento è la capacità per molti di prendere parte a quel potere. Quindi, in quanto LGBT religiosi, lasciateci continuare a raccontare le nostre storie in modo che le generazioni presenti e future possano partecipare alla loro forza e alla loro verità.
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1. Chris Glaser, Coming Out as a Sacrament, Louisville, KY: Westminster/John Knox, 1998, p. 9
2. Ibidem
3. Ivi, p.49
4. Ivi, p. 50-75
5. Ivi, p. 30
6. Kathleen Ritter e Craig O’Neill, Coming Out Within: Stages of Spiritual Awakening for Lesbians and Gay Men, san Francisco, CA: HarperSanFrancisco, 1992
7. Ivi, p. 59-61
8. Ivi, p. 215
9. Christian de la Huerta, Coming Out Spiritually: The Next Step, New York: Tarcher/Putnam, 1999
10. Ivi, p. 126
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Testo originale: Coming Out as Sacrament (file Pdf)