“Il complesso della schiava nubiana” di Franco Rossi (1965)
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Scheda di Luciano Ragusa sul primo dei due mediometraggi che, il 14 Febbraio 2016, sono stati proiettati durante il cineforum del Guado per affrontare il tema dell’immagine che il cinema italiano degli anni sessanta dava delle persone LGBT
Franco Rossi. Nasce a Firenze il 19 aprile del 1919 e, oltre ad essere stato un apprezzato regista, si è distinto nel campo della produzione cinematografica e come direttore del doppiaggio.
Rifiutata la carriera di avvocato, decide di avvicinarsi al mondo del cinema in pieno neorealismo quando dirige alcune tipiche commedie all’italiana: nel 1954 Il seduttore con Alberto Sordi; nel 1955 Amici per la pelle con cui vince il Nastro d’argento come miglior film presente in concorso; nel 1959 manda in sala Morte di un amico; nel 1964 Alta infedeltà e nel 1965 il secondo episodio del film I complessi.
Il grande pubblico lo ricorda soprattutto per i grandi sceneggiati televisivi che ha diretto per la RAI: nel 1968 L’Odissea (le cui puntate erano precedute da una breve introduzione in cui il poeta Giuseppe Ungaretti leggeva alcuni versi del poema) e nel 1970 L’Eneide di cui, nel 1974, realizzerà una versione per il grande schermo che è stata distribuita con il titolo: Le avventure di Enea.
In breve diventa uno specialista del genere televisivo, regalando alla fiction italiana, nell’epoca d’oro dei romanzi sceneggiati, molti classici della letteratura tra cui spicca senz’altro il film Il Giovane Garibaldi (1974).
Un altra opera di grande successo diretta da Franco Rossi è stata, nel 1982 Storia d’amore e d’amicizia, in cui presenta al pubblico tre attori sconosciuti che, successivamente, sarebbero diventati dei grandi interpreti: Claudio Amendola, Barbara De Rossi, Massimo Bonetti.
Di Rossi vanno anche ricordati: il romanzo sceneggiato Quo Vadis? proposto da Rai Uno nel 1985; la miniserie TV Lo scialo (1987) con Massimo Ranieri e la serie TV tratta dai vangeli apocrifi proposta, nel 1988 da Canale 5 con il titolo: Un bambino di nome Gesù.
L’unico rammarico che confessa di aver avuto è quello di non aver mai potuto dirigere la trasposizione televisiva dell’Iliade, l’altro grande poema epico dell’antichità. Muore a Roma il 5 giugno del 2000.
Il complesso della schiava nubiana
Il complesso della schiava nubiana è il secondo episodio di una commedia intitolata I complessi: il più noto è il terzo: Guglielmo il dentone diretto da Luigi Filippo D’Amico, con Alberto Sordi nei panni di un giornalista televisivo con i denti piuttosto sporgenti. Il primo episodio è invece diretto da Dino Risi e, con il titolo Una giornata decisiva narra la vicenda di un impiegato che tenta di conquistare la segretaria ma, con un gioco di equivoci dovuti alla sua timidezza, si ritroverà a dover cedere suo malgrado, alle avances della collega, decisamente meno bella e meno affascinante, della segretaria che voleva sedurre.
Trama
Gildo Beozi è un boiardo di stato cattolico e moralista. È sposato e padre di tre figli, con un quarto in arrivo. Il suo cruccio principale è l’apparente omonimia con un Guido Beozi, noto playboy con il quale, tiene a sottolineare con continue lettere ai giornali, non ha niente a che fare. Per caso scopre che la moglie Erminia, peraltro sua cugina, da giovane aveva partecipato ad un film intitolato Peplum in cui, compare con il seno nudo.
Temendo uno scandalo s’impegna a far sparire tutte le copie della pellicola che circolano in Italia. Per sua fortuna il film era già stato tagliato dalla commissione censura proprio nella scena in cui la moglie si spogliava, ma Gildo Beozi, per paura che qualcuno dei membri della commissione che l’aveva esaminato, si facesse delle idee sulla sua famiglia integerrima, li fa trasferire tutti.
Spinto dal desiderio ossessivo di non vedere in alcun modo incrinata l’immagine integerrima che si era costruito, Beozi decide di recuperare anche il materiale cinematografico relativo al film in cui la moglie compare a seno scoperto, offrendo all’Egitto, che aveva coprodotto la pellicola 200 chilometri di tubi da oleodotto e 12 bulldozer.
Per sentirsi davvero tranquillo non gli resta che far sparire anche le foto di scena, negativi compresi, depositati a Piacenza presso lo studio Foto Nardi. Alla ricerca del proprietario di questo studio, indirizzato da un antiquario che lo crede gay come lui, Gildo Beozi si ritrova immischiato in un party per omosessuali e, dopo un’irruzione della polizia, viene travolto dallo scandalo che tanto temeva e si ritrova additato da tutti come omosessuale.
E questa volta sarà il turno del playboy Guido Beozi, quello di far sapere ai giornali che lui non vuol avere niente a che fare con Gildo Beozi.
Scheda del Film
Regia: Franco Rossi.
Soggetto: Age, Ruggero Maccari, Dino Risi, Scarpelli.
Sceneggiatura: Leo Benvenuti, Piero De Bernardi.
Fotografia: Ennio Guarnirei, Mario Montuosi.
Musiche: Armando Trovajoli.
Montaggio: Roberto Cinquini, Giorgio Serralonga.
Interpreti: Ugo Tognazzi (prof. Gildo Beozi), Nanda Primavera (suocera di Beozi), Paola Borboni (assistente di Beozi), Claudio Gora (l’antiquario), Claudie Lange (Erminia, la moglie di Beozi, Carletto Sposito (Massimo Tabusso, il censore cinematografico).
Paese di produzione: Italia, Francia.
Distribuzione: Euro International Film – CD Videosuono (Cinecollection).
Produttore: Gianni Hecht Lucari.
Produzione: Documento Film S.P.C.E. (Parigi).
Anno: 1965