Il coraggio di Kim. Essere un’adolescente lesbica in Sudafrica
Articolo pubblicato sul sito dell’organizzazione Save the Children (Gran Bretagna) il 22 giugno 2020, liberamente tradotto da Eleonora G.
Abbiamo incontrato Kim, una ragazza di 17 anni che vive nella township di Alexandra, conosciuta anche come Alex, a Johannesburg, in Sudafrica.
Alex è una delle più antiche township del Paese, e deve affrontare numerose problematiche, come il sovraffollamento, la disoccupazione alta e i servizi sanitari scarsi. La violenza sessuale e gli abusi sono una minaccia quotidiana per le ragazze e le donne che vivono ad Alex.
Per la comunità LGBTQ e i giovani omosessuali come Kim ci sono ulteriori pericoli. Sebbene il Sudafrica abbia una delle legislazioni più progressiste al mondo per la tutela dei diritti LGBTQ, l’omofobia e la violenza contro le persone omosessuali dilagano, e le aggressioni e le discriminazioni fanno parte della loro realtà quotidiana.
Abbiamo parlato con Kim della sua vita da giovane donna omosessuale che vive in questa zona.
“Per una ragazza, crescere ad Alex non è bello. Le ragazze vengono aggredite e stuprate nei parchi. Devi pensare sempre al pericoli quando vai e torni da scuola. Non posso essere ciò che realmente sono ad Alex, perché molta gente non sa nulla sulle persone omosessuali. Pensano che, se sei una ragazza e sei lesbica, stai solo cercando di essere un ragazzo. E se sei un ragazzo gay, stai solo cercando di essere una ragazza.
“La società pensa ai ragazzi e alle ragazze in un certo modo. Crede che un ragazzo debba comportarsi in una maniera e una ragazza in un’altra. E quando una ragazza non si comporta in quel modo, tendono a criticare e a giudicare.
“Una ragazza dovrebbe essere femminile. Deve vestirsi bene, truccarsi ed avere una bella acconciatura. I ruoli di genere hanno un impatto profondo sui giovani.”
Per molti anni Kim ha preso parte al movimento giovani di Save the Children, in cui i partecipanti apprendono i ruoli di genere e le norme di genere dannosi, e come partecipare ed usufruire dei loro diritti nella società. Come membro attivo, Kim ha acquisito sicurezza ed ora organizza workshop sulle tematiche di genere nelle scuole.
Insieme ad una persona dello staff di Save the Children, Kim si è recata al suo primo Pride a Johannesburg nel novembre del 2018. A quel tempo Kim aveva detto solo a poche persone della sua omosessualità, ma nel corso dell’anno a seguire fece coming out con i suoi amici e la sua famiglia.
Quando tentò di dirlo a sua mamma, lei fece come se stesse scherzando: “Le ho detto che stavo scherzando. Le ho chiesto ‘Come ti sentiresti se sposassi una ragazza, verresti al matrimonio?’ Lei rispose ‘Invece di chiedermi della tua scuola, mi chiedi di te e delle ragazze’. E finì così.
“Poi chiesi a mia zia: ‘È peccato frequentare una ragazza?’ e lei rispose ‘No, è la persona che ami quindi va bene’. La cosa più importante della mia vita è mia mamma, perché è il mio idolo. È il mio pilastro. È il mio tutto.
“Penso che. quando avrò diciotto anni, parlerò seriamente con mia mamma, perché ora sono ancora sotto la sua potestà, quindi devo obbedire a quello che dice. Non vedo l’ora, perché non vorrei che mancasse al mio matrimonio o che non facesse parte della mia famiglia quando sarò grande, a causa della mia omosessualità. Quindi vorrei davvero che accettasse quello che sono, perché è l’unica persona che ho. Se non mi accetterà, sarà davvero dura.
“Non importa cosa dice la gente, io sono così, e così vivrò la mia vita. L’arcobaleno è nel mio sangue, devo accoglierlo”.
Nel 2019 Kim ha sfilato di nuovo al Pride. Questa volta ha portato la sua fidanzata e trentacinque amici della scuola e del movimento giovani di Save the Children. Così descrive il Pride: “Al Pride c’è così tanta energia e così tanto entusiasmo. Ci sono molte persone qui, e ne ho portate anch’io molte. Lo scorso anno ho avuto un’esperienza magnifica, quindi volevo che loro provassero lo stesso, cioè sapere che va bene essere se stessi, va bene essere quello che sei, e che c’è una comunità che ti supporterà.
“Quando vedi il Pride pensi ‘Wow! Il Sudafrica fa questo’, ma quando torni in una cittadina come la mia, rimani scioccata per quello che fanno alle persone queer”.
Testo originale: KIM’S STORY: GROWING UP GAY IN SOUTH AFRICA