Il Covid cambia anche l’omofobia?
Riflessioni di Massimo Battaglio
Comincio davvero a credere che il Covid cambia anche l’omofobia, sia nel numero di episodi emersi, sia nella loro qualità. Come faccio a fare un’affermazione così forte? Cominciamo con l’esaminare gli episodi venuti a galla nell’ultimo mese di febbraio:
05/02/2021: Torre del Greco (NA): Una ragazza trans è inseguita, catturata e presa a calci e pugni dopo una futile lite. Il problema è che si faceva chiamare Carla e questo non veniva digerito dai conoscenti.
14/02/2021: Sora (FR): Uno studente pubblica propria foto con cartello a favore della scuola in presenza. I compagni cambiano la scritta in “sono fr**o” e la fanno circolare in rete.
16/02/2021: Ropen (TR): Antonio Parisi, attivista lgbt, e due amici, sono brutalmente aggrediti in piazza da tre ubriachi. Un consigliere comunale, eletto con la Lega, pubblica un twitt di commento con frasi ingiuriose contro la vittima e contro tutte le persone omosessuali.
17/02/2021: Bari: Agente di polizia penitenziaria, cinquantaseienne, esasperato dalle prese in giro omofobe dei colleghi che duravano da anni, si toglie la vita
18/02/2021: Altavilla Irpina (AV): Una ragazza trans, già vittima di altri episodi di transfobia da parte di una vicina, denuncia il proseguire del suo calvario. Ultimo episodio è stata una minaccia scritta, con parole come “appena esci, ti do fuoco; dammi il tempo e ti riempirò di coltellate; dovresti essere bruciata viva con l’acido muriatico“.
24/02/2021: Caserta: 30enne prende casa in affitto. Ha già versato la caparra e comprato alcuni mobili quando la proprietaria si ricrede e non firma il contratto dicendo esplicitamente che non vuole gay in casa.
27/02/2021: Brugherio (MZ): 26enne parcheggia in posteggio pubblico. Ragazzini lo inseguono con pesanti insulti omofobi ma lui non reagisce e si allontana. Quando torna, la macchina è imbrattata di sputi e coi tergicristalli danneggiati.
E’ febbraio; quasi tutto il Paese è in “zona gialla”; si registrano sette episodi per un totale di nove vittime. Nel mese precedente, eravamo quasi tutti in zona arancione o rossa e le vittime denuncianti erano state solo tre: il valore più basso dal febbraio 2014. E c’è da aggiungere che, all’epoca, i nostri metodi di rilevamento dell’omofobia erano meno raffinati di oggi. Quindi sì: il Covid cambia anche l’omofobia, un po’ perché ci sono meno occasioni di contatto tra le persone e, forse, anche un po’ perché ci si passa sopra, ritenendo che ci siano problemi più importanti.
Lo stesso fenomeno di cambiamento del fenomeno omofobo si era registrato quest’estate, quando gli imbecilli andavano in giro dicendo che ormai “di coviddi non ce n’è”. E, ironia della sorte, con l’emersione dell’imbecillità, emerge l’omofobia. E’ vero che l’aumento di vittime nei mesi estivi è un fenomeno ricorrente (il che non fa che confermare quanto appena affermato) ma nel 2020 è stato particolarmente evidente.
Il Covid cambia anche l’omofobia, o almeno sembra cambiarla, anche dal punto di vista qualitativo, nel senso che gli episodi emersi presentano un maggior grado di efferatezza. Nel 2019 avevamo infatti avuto 54 aggressioni a persone singole, 40 vittime di aggresioni plurime, 1 omicidio, 1 suicidio, 2 tentati suicidi e 130 vittime di episodi non fisici. Nel 2020, le aggressioni a singoli sono scese a 33 ma le vittime di aggressioni di gruppo sono salite a 44 e gli omicidi addirittura a 5. Si sono registrati 1 solo suicidio e 1 tentato suicidio, e 89 vittime di episodi non fisici.
In percentuali, la somma delle vittime di episodi aggressivi passa, dal 42% nel 2019, al 49% mentre le vittime di episodi non fisici scende, dal 57% al 51%. Il dato è in netta controtendenza rispetto agli anni precedenti, che hanno sempre visto un aumento percentuale di episodi non aggressivi (nel 2018 erano stati il 54%). Sembra confermarsi che il Covid ha portato con sè un aumento di aggressività. Quindi sì: il Covid cambia anche l’omofobia. In peggio.
Particolarmente preoccupante è l’incremento degli omicidi: cinque. Per trovare un dato simile dobbiamo tornare al 2016. Nei tre anni successivi, il numero era sceso a tre, poi a due e poi a uno solo nel 2019. Dei cinque omicidi del 2020, i primi due non hanno relazione col Covid poiché sono avvenuti a gennaio.
Gli altri si sono registrati, uno al mese, a luglio, agosto e settembre. Inoltre, dovremmo aggiungere un paio di altri episodi di tentato omicidio, ovvero di omicidio andato a finire male per le intenzioni del criminale. Il che, di nuovo, rafforza l’ipotesi per cui il Covid cambia anche l’omofobia, nascondendola ma peggiorandone il portato.
Ecco perchè non dobbiamo aver timore a porre l’omofobia al centro del dibattito politico anche se, in apparenza, oggi non è il problema più urgente nel Paese: perchè il fenomeno ha una stretta relazione col Covid e, per dirla fino in fondo, contribuisce alla depressione psicologica e al disgregamento morale che il Covid sta portando.
Chissà cosa ne pensano i monsignori che non hanno mai smesso, nemmeno in occasione dei cinque omicidi segnalati, di banfare di “liberticidio” a proposito della legge Zan.
Per approfondire: Cronache di Ordinaria Omofobia