“Per le coppie che si amano”. Il documento del sinodo cattolico tedesco sulla benedizione delle unioni omosessuali
Documento “Segensfeiern für Paare, die sich lieben”(Celebrazioni di benedizione per le coppie che si amano“) approvato dalla quinta Assemblea del Sinodo Cattolico Tedesco (9-11 marzo 2023), tradotto da Antonio De Caro*
Nella quinta assemblea del sinodo cattolico tedesco (9-11 marzo 2023) è stato discusso e approvato un documento sulle celebrazioni di benedizione per le coppie omosessuali. Il documento è stato redatto dal 4° Forum Sinodale “Vivere in relazioni riuscite – Vivere l’amore nella sessualità e nel rapporto di coppia”.
Ve ne presentiamo qui la traduzione in italiano, fatta da Antonio De Caro*. In seguito pubblicheremo anche una sintesi commentata sul dibattito avutosi nel sinodo tedesco sulla benedizione delle unioni omosessuali, che ha portato all’approvazione e da cui sono emersi molti utili spunti di riflessione.
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CELEBRAZIONI DI BENEDIZIONE PER LE COPPIE CHE SI AMANO
(Handlungstext: “Segensfeiern für Paare, die sich lieben”)
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Introduzione
La Chiesa vorrebbe annunciare il messaggio della dignità donata da Dio ad ogni persona, con le parole e con l’azione. Questo messaggio la guida nel rapporto con gli esseri umani e con le loro relazioni. Pertanto essa intende dare riconoscimento e offrire accompagnamento alle coppie che, legate dall’amore, si incontrano con pieno rispetto per la dignità reciproca e, in maniera durevole, sono pronte a vivere la loro sessualità con attenzione per la propria persona e per quella del partner, con un atteggiamento responsabile che riguarda anche la società.
Ci sono coppie che invocano una benedizione per la loro unione. Questa richiesta è ispirata alla gratitudine per l’amore vissuto e alla speranza di un futuro accompagnato da Dio.
Proposta
L’assemblea sinodale raccomanda alla Conferenza Episcopale Tedesca e al Comitato Centrale dei cattolici tedeschi di discutere la tematica delle celebrazioni di benedizione insieme ai membri del 4 Forum e alle persone coinvolte, tenendo conto delle riflessioni dei vescovi fiamminghi e delle delibere dei sinodi anglicani, e di sviluppare e introdurre, in tempi brevi, adeguate forme liturgiche. L’introduzione ufficiale di tali celebrazioni ha anche un altro scopo, cioè che tutte le coppie che si amano sappiano di essere benvenute nelle comunità cristiane.
La Conferenza Episcopale Tedesca e il Comitato Centrale dei cattolici tedeschi elaborano, insieme a membri del 4 Forum e persone coinvolte, le linee guida per le celebrazioni di benedizione, per la quale si può fare riferimento, per esempio, ai testi già elaborati da diverse diocesi o dal gruppo di lavoro per la formazione delle famiglie cattoliche, come pure a esperienze di questo genere già sperimentate.
Queste linee guida comprendono proposte liturgiche per la benedizione di diverse situazioni di coppia (persone risposate, omosessuali, sposate solo civilmente), oltre a una introduzione teologica-pastorale e a indicazioni pratiche. Tali celebrazioni possono essere guidate sia da ministri consacrati sia da persone nominate dai vescovi per i ministeri liturgici.
Si propone una formazione specifica per l’ideazione e l’attuazione delle benedizioni. Per tutte le coppie interessate sono previsti, come preparazione, colloqui ed eventualmente seminari con operatori pastorali e guide spirituali. In queste occasioni si può tenere conto della situazione di vita in comune e degli eventuali obblighi verso partner e figli di precedenti relazioni.
A nessuno viene imposto l’obbligo di guidare tali celebrazioni; al contrario, nessun operatore pastorale che le presiede deve aspettarsi conseguenze disciplinari. In alcuni casi ci si può rivolgere ad altre figure all’interno della diocesi. Nel periodo successivo all’introduzione di questa prassi occorre raccogliere traccia delle esperienze, da valutare a partire da marzo 2026.
Per ulteriori riflessioni devono essere incluse e ponderate le seguenti dichiarazioni, che il 4 Forum ha approvato a maggioranza: le persone decidono di esprimere in modo diverso il vincolo della loro relazione. Nella prassi pastorale rappresenta ormai un’esperienza frequente che coppie di innamorati dello stesso sesso manifestino il desiderio di una benedizione per la loro unione.
Lo stesso vale per coppie di persone risposate civilmente, che cercano faticosamente un nuovo inizio in una nuova relazione. Lo stesso vale anche per coppie che non si sentono ancora pronte per il sacramento del matrimonio. Spesso questo avviene anche per soddisfare le esigenze di una coppia in cui solo uno dei due partner è credente o aderisce alla Chiesa cattolica. Sempre più frequente è anche il caso in cui la richiesta di benedizione arrivi da persone non battezzate.
Una benedizione per tutte queste forme di unione non è ufficialmente prevista. La nota esplicativa della Congregazione per la Dottrina della Fede lo ha confermato soprattutto in riferimento alle coppie omosessuali. Tuttavia, le numerose richieste su questo tema nell’ambito del Sinodo mondiale ha dimostrato che in molti luoghi la visione dell’omosessualità alla base del Responsum non viene ritenuta adeguata. Perciò nel frattempo addirittura una Conferenza Episcopale, quella delle Fiandre, ha pubblicato una liturgia per la benedizione delle coppie omosessuali. Dal momento che, sul piano pratico, in molti luoghi la richiesta di benedizione viene accolta, occorre dunque uno sviluppo teologico.
Gli operatori pastorali prendono infatti la decisione di concedere questa benedizione in base alla loro coscienza e alla loro responsabilità spirituale, ma spesso in conflitto con le prescrizioni magistrali. Di conseguenza l’assemblea sinodale ha approvato questa proposta allo scopo di contribuire a fare chiarezza su questa situazione, anche nel processo sinodale globale.
In una società che, a fatica, ha raggiunto l’idea che la norma morale derivi principalmente dalla dignità umana e dall’autodeterminazione, si rivela come un atto di spietata discriminazione il rifiuto di benedire la relazione di due esseri umani che vogliono vivere la loro unione nel vincolo dell’amore e della responsabilità vicendevoli, di fronte a Dio. Tale rifiuto lascia irrisolte anche questioni di teologia della Grazia; non solo turba l’annuncio della benevolenza di Dio per l’umanità e i comandamenti dell’amore (per Dio e per il prossimo), ma nella nostra cultura minaccia anche, in modo sempre più grave, la credibilità del comportamento della Chiesa. Su questo possiamo anche fare riferimento alla Relatio Finalis del sinodo del 2015 e all’esortazione apostolica Amoris laetitia (19/03/2016).
Per papa Francesco “non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta “irregolare” vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante” (AL 301). La benedizione delle coppie che si amano non sminuisce il valore del classico matrimonio sacramentale.
Dove le persone si sostengono a vicenda per amore, Dio è presente. Gli sposi cristiani lo testimoniano in maniera particolare. Attraverso il patto che Dio conclude con loro nel sacramento, essi sanno di essere sostenuti dal suo amore incrollabile. Alla base c’è un’idea inclusiva del sacramento del matrimonio, che non rappresenta il migliore, più alto criterio per la valutazione (o la svalutazione) di altre forme di amore, ma come la più chiara manifestazione di comunione alla presenza di Dio. In questo modo trattare il tema delle benedizioni permette di dare un profilo più forte al matrimonio sacramentale come scelta consapevole degli sposi, per rendere visibile e annunciare l’amore di Dio verso la sua Chiesa.
Alcuni però, riguardo alle benedizioni, nutrono la preoccupazione che la Chiesa in tal modo potrebbe approvare una situazione di peccato. Ma adesso questa preoccupazione va dissolta, anche sulla base del metodo che papa Francesco delinea in Amoris Laetitia. La celebrazione di benedizione rimane distinta dal matrimonio: occorre formulare chiare modalità liturgiche per evitare questa sovrapposizione.
La benedizione intende confermare ciò che nella relazione già esiste: il vincolo dell’amore e della responsabilità vicendevoli. L’aiuto di Dio viene invocato e assicurato per il futuro. Le forme liturgiche delle benedizioni potranno essere sviluppate sulla base delle indicazioni della Commissione Liturgica della Conferenza Episcopale Tedesca “Annunciare Cristo nel mondo” e sulla base del Benedizionale, dove (nr. 36 dell’introduzione e benedizione nr. 99) si apre la possibilità di adattare un modello alle più diverse situazioni della vita.
Per le benedizioni è fondamentale la convinzione che è presente un bene morale nella vita comune di coppie che vivono insieme, unite dal vincolo di una reciproca responsabilità. E se è in gioco anche la fede, questo bene morale è degno di benedizione. La Chiesa riceve un dono dall’amore di queste coppie. Tale amore vicendevole invoca una benedizione, poiché Dio è presente quando le persone si amano. Offrire una celebrazione di benedizione affonda le sue radici in una originaria esigenza degli esseri umani: “L’uomo ha bisogno della benedizione, poiché cerca salvezza, protezione, felicità e pienezza di vita. Per questo gli esseri umani si benedicono a vicenda. Ma soprattutto sperano e invocano benedizione da Dio” (Benedizionale nr. 1). Già questa invocazione e questa speranza di benedizione hanno una grande rilevanza. Vi si manifesta una nostalgia di Dio che va presa sul serio. Il desiderio di benedizione comunica che le persone progettano la loro relazione nell’orizzonte di Dio e intendono orientarsi secondo il Vangelo.
Rafforzate dalla benedizione, queste coppie rendono feconda la loro fede cristiana e la loro relazione con Dio nella loro unione, nelle loro famiglie, fra i loro amici e nelle loro comunità; e spargono i semi di altra benedizione nella e per la nostra Chiesa. Per essere all’altezza del suo compito, quello di annunciare la promessa di Dio nei diversi luoghi del mondo e nelle diverse epoche della storia, la Chiesa deve creare di volta in volta nuove forme liturgiche. La Costituzione Liturgica Sacrosanctum Concilium (22 §2 e 63) esorta espressamente a sviluppare anche forme liturgiche regionali.
Le celebrazioni di benedizione prospettate vengono interpretate da molti come esempio di tale inculturazione. La valutazione della multiformità di relazioni durevoli e della responsabilità reciproca percepita in esse è cambiata nella nostra società. Unioni che vengono formate come vincolo d’amore vengono approvate e accettate, a prescindere da legami precedenti o dal sesso dei partner. Questo apprezzamento deve trovare una convincente espressione anche nella liturgia della Chiesa. Così la Chiesa può essere all’altezza della sua esigenza di trarre “dalle consuetudini e dalle tradizioni, dal sapere e dalla cultura, dalle arti e dalle scienze dei loro popoli tutti gli elementi che valgono a render gloria al Creatore, a mettere in luce la grazia del Salvatore e a ben organizzare la vita cristiana” (AG 22).
Nello stesso tempo, ciò rivela di che cosa la Chiesa è assolutamente convinta: “l’esperienza dei secoli passati, il progresso della scienza, i tesori nascosti nelle varie forme di cultura umana, attraverso cui si svela più appieno la natura stessa dell’uomo e si aprono nuove vie verso la verità, tutto ciò è di vantaggio anche per la Chiesa” (GS 44).
Le coppie omosessuali o di divorziati risposati hanno spesso fatto esperienza, nella nostra Chiesa, di emarginazione e disprezzo. La possibilità di porre pubblicamente la loro unione sotto la benedizione di Dio non ripara queste esperienze, ma offre alla Chiesa l’opportunità di riconoscere ormai il valore dell’amore presente in queste relazioni e dei valori che vi vengono vissuti, cosa che renderebbe possibile la riconciliazione.
Per molte coppie e per i loro figli la benedizione significa: questa Chiesa mi accoglie. Per le comunità cristiane la benedizione è un invito ad accoglierle.
Documento originale: SVV.9: Synodalforum IV – Handlungstext: “Segensfeiern für Paare, die sich lieben” (file PDF)
* Antonio De Caro (Palermo 1970) collabora con La Tenda di Gionata per promuovere il dialogo fra condizione omosessuale e fede cristiana. Ha già tradotto dal tedesco i seguenti contributi: Teologi, biblisti e liturgisti cattolici si confrontano su “La benedizione delle unioni omosessuali (2020), “Mit dem Segen der Kirche?” La chiesa cattolica tedesca e le unioni omosessuali nell’ottica della pastorale (2019). Sul tema ha pubblicato anche i seguenti saggi: La violenza non appartiene a Dio. Relazioni omosessuali e accoglienza nella Chiesa (2021), Cercate il suo volto. Riflessioni teologiche sull’amore omosessuale (2019), Cercate il suo volto. Riflessioni teologiche sull’amore omosessuale (2019)