Il documento sinodale del Nord America invita la chiesa cattolica ad accogliere le donne, le persone LGBT e i giovani
Articolo di Michael J. O’Loughlin* pubblicato sul sito del settimanale gesuita America (Stati Uniti) il 14 aprile 2023, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
In vista della prossima fase del Sinodo sulla sinodalità, prevista per l’ottobre 2023, le Conferenze Episcopali di Stati Uniti e Canada hanno pubblicato un rapporto che sintetizza una serie di incontri virtuali tenutisi a inizio di quest’anno con cattolici laici e ordinati di ambedue i Paesi.
Il rapporto consta di trentanove pagine, si intitola For a Synodal Church: Communion, Participation, and Mission (Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione) ed è il frutto della “fase continentale” del Sinodo, alla quale i più di novecento partecipanti hanno espresso il loro apprezzamento per le franche discussioni sulle gioie e le tensioni dell’essere cattolici oggi. Molte di tali tensioni, come nota la relazione, derivano dalla mancata accoglienza delle voci femminili, delle persone LGBT, dei giovani, dei poveri e di chi deve fare i conti con gli abusi sessuali da parte del clero: “Dalle assemblee è emerso che esistono forti tensioni all’interno della Chiesa”, leggiamo nel rapporto.
Il documento si compone degli spunti emersi in dodici sessioni virtuali in lingua inglese, spagnola e francese, la maggior parte delle quali tenutesi lo scorso gennaio. I partecipanti erano quasi equamente suddivisi tra uomini e donne, e si dividevano in 391 laiche, 235 laici, 148 sacerdoti, 146 vescovi e 77 religiose. La maggior parte dei vescovi si è riunita in gruppi separati, ma alcuni hanno invece deciso di partecipare al dialogo con i laici.
Il Sinodo ha preso avvio nel 2021 a Roma, in un incontro che è stato il primo di una lunga serie di incontri da tenersi nelle parrocchie e nelle diocesi; uno degli scopi è esaminare lo stato della Chiesa e come i suoi vertici possono rispondere meglio alle sfide attuali.
Gli spunti dei vari incontri sono stati raccolti nei rapporti locali, regionali e nazionali. All’inizio di quest’anno si sono incontrati i rappresentanti di ogni continente per redarre i documenti da utilizzare nei prossimi incontri di Roma. (Agli incontri nordamericani hanno partecipato gli statunitensi e i canadesi; i messicani hanno partecipato agli incontri latinoamericani.)
Il rapporto ha espresso una velata critica al processo sinodale stesso, in parte perché un numero relativamente ristretto di cattolici è stato coinvolto nei primi incontri, e in parte perché non sempre i partecipanti ne hanno compreso il meccanismo. Come dice lo stesso rapporto: “La sinodalità non è sempre facile da comprendere, e può anche venire considerata un processo complicato”.
Come ha detto l’anno scorso papa Francesco, il Sinodo non dovrebbe venire considerato come un parlamento, bensì come un “momento ecclesiale” guidato dallo Spirito Santo.
Nel rapporto nordamericano spicca il ruolo dei laici nella Chiesa, specialmente nel prendere decisioni: “C’è il desiderio di una più grande co-responsabilità tra il laicato e il clero, inclusi i vescovi”. Descrivendo le donne come “un gruppo emarginato nella Chiesa”, il rapporto riconosce che la loro inclusione nel processo decisionale è importante per i partecipanti, anche se volesse dire prendere in esame delle tematiche che rimangono tabù in alcuni ambienti, come l’ordinazione femminile.
“Non può esistere un’autentica co-responsabilità nella Chiesa se non onoreremo pienamente l’intrinseca dignità delle donne. Se è richiesta chiarezza su cosa esattamente intendiamo per piena co-responsabilità nella Chiesa, i delegati hanno proposto di prendere in esame tutta una serie di aspetti della vita ecclesiale, come i ruoli decisionali, la leadership e l’ordinazione” leggiamo nel rapporto.
I partecipanti hanno anche lamentato il fatto che i giovani non solo non sentono inclinazione a partecipare alla vita religiosa, ma pensano anche che non si dia peso alle loro voci: “Dare valore ai giovani perché vivano in maniera più piena la loro dignità battesimale richiede di affrontare le tensioni che esistono all’interno della nostra comunione come Corpo di Cristo”.
Anche le tendenze della società hanno un ruolo nella Chiesa, e secondo i partecipanti sembra che la Chiesa “sia quasi arrivata a un punto di rottura” per via della polarizzazione. Inoltre, “bisogna fare di più per ricostruire la fiducia” tra il laicato e il clero, specialmente alla luce degli abusi sessuali negli Stati Uniti e degli abusi [sui bimbi nativi americani] in Canada.
Tra i partecipanti “c’era un forte desiderio di una maggiore inclusività e accoglienza da parte della Chiesa. Infatti, uno dei principali fattori, secondo i partecipanti, della rottura della comunione è l’esperienza di molte persone e gruppi di sentirsi non accettati dalla Chiesa”. Tra questi gruppi troviamo “donne, giovani, immigrati, minoranze razziali e linguistiche, persone LGBTQ+, divorziati risposati senza annullamento e persone con vari gradi di disabilità fisica o mentale”.
I cattolici divorziati e risposati, come anche quelli che sento attrazione per la Messa in latino, provano “un profondo senso di sofferenza per non poter ricevere l’Eucarestia”.
Nelle parole di un partecipante, ascoltare chi proviene da comunità emarginate potrebbe condurre la Chiesa a una maggiore comprensione, e molti altri “hanno riconosciuto che la cosa migliore che può fare la Chiesa è camminare accanto ai diseredati”.
Il presidente della Conferenza Episcopale Canadese, monsignor Raymond Poisson, ha dichiarato alla stampa: “Lo Spirito Santo è davvero all’opera nella Chiesa del Nordamerica, e noi speriamo che questo documento finale possa servire a rafforzare la nostra comunione di sorelle e fratelli in Cristo”. Monsignor Daniel Flores, presidente del comitato dottrinale della Conferenza Episcopale Statunitense, che ha guidato il processo sinodale negli USA, ha definito il documento “un passo importante del nostro impegno a diventare una Chiesa più sinodale”.
Un altro membro del comitato estensore della bozza, monsignor John Stowe, OFM Conv., è rimasto invece deluso dalla natura virtuale della discussione continentale e dalla “tiepida” accoglienza da parte dei vescovi statunitensi: “L’Asia, l’Europa e l’Africa, con la loro ampiezza geografica e la diversità delle loro culture, sono stati in grado di condurre le loro assemblee continentali. L’ha fatto persino il Medio Oriente. Il Nordamerica no, perché le difficoltà economiche e pratiche ci avrebbero impedito di riunirci”.
Il vescovo di Lexington, nel Kentucky, prosegue lodando alcune diocesi “in cui il Sinodo è stato prontamente accolto”, ma dicendo anche che la generalità dei vescovi statunitensi è stata “a dir poco tiepida”.
Il rapporto nordamericano si conclude con il suggerimento di cinque “temi principali”, che offre “alla discussione da parte dell’assemblea sinodale di Roma nell’ottobre 2023”.
Per prima cosa, sarebbe utile una formazione sugli scopi e la metodologia del Sinodo; inoltre, “ripensare le nostre prassi e/o strutture diocesane e nazionali, per dare veramente priorità allo stile sinodale” potrebbe essere necessario per una migliore accoglienza da parte dei sacerdoti e dei laici.
Secondo: se i partecipanti hanno chiesto una Chiesa più accogliente, “molti hanno chiesto cosa si intenda con ‘inclusione radicale’, e quali siano le sue implicazioni pastorali e dottrinali”.
Terzo: in relazione alla “co-responsabilità”, i partecipanti hanno espresso un forte bisogno di trasparenza attorno al processo decisionale, “il che richiede una migliore comprensione del ruolo dei laici in generale, e delle donne e dei giovani in particolare”.
Definita “una sfida per l’immediato futuro”, si parla anche dell’unità su cui dovrebbero impegnarsi i vertici della Chiesa, in quanto la polarizzazione ne minaccia la coesione. Il battesimo e l’Eucarestia “devono essere considerati le fonti primarie della nostra identità e unità di Popolo di Dio, prima di ogni differenza razziale, etnica, sociale, economica, politica e ideologica”.
Infine, il documento asserisce che i cattolici statunitensi e canadesi desiderano una migliore formazione in ambito missionario: “Nel nostro continente esiste sempre il pericolo di dimenticare e di essere indifferenti ai poveri e agli emarginati”.
* Michael J. O’Loughlin è corrispondente dagli Stati Uniti del settimanale America e autore di Hidden Mercy: AIDS, Catholics, and the Untold Stories of Compassion in the Face of Fear (Misericordia nascosta. L’AIDS, i cattolici e la storia mai raccontata della compassione di fronte alla paura). Seguitelo su Twitter: @MikeOLoughlin
Testo originale: North America synod document calls the church to welcome women, LGBT people and youth