Il don risponde. La solitudine di essere prete e scoprirsi gay
Email inviataci da don Renato, risponde don Luca
Sono un giovane sacerdote del nord Italia che sta vivendo la scoperta della propria omosessualità con fatica, clandestinamente e con poche possibilità di incontrare altre persone con cui aprirsi e parlarne.
La città in cui vivo il mio ministero è molto provinciale e non è semplice per me, è poi la mia città, ci si conosce tutti…. Il mio sogno sarebbe quello di poter incontrare qualche altro sacerdote omosessuale per un confronto, un’amicizia, un cammino insieme che ci aiuti a vivere con serenità quello che siamo… Non voglio più vivere ciò che sono nella solitudine del silenzio.
don Renato
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La risposta…
Ciao Renato, scusa se ti rispondo con questo grande ritardo. Quella alla vita sacerdotale è una vocazione bellissima (non per nulla l’abbiamo scelta :-)) ma è anche vero il celibato (inteso nella sua accezione più ampia) a volte pesa.
E non è una questione di fare o meno sesso ma coinvolge una sfera più grande ed importante: quella affettiva; arrivare a sera e avere qualcuno con cui abbracciarsi, coccolarsi, con cui stare assieme anche solo per delle coccole. E questo è un problema che interessa tanto il prete gay quanto il prete etero.
Tu stai scoprendo la tua omosessualità… non averne paura: è il Signore che ti ha pensato, voluto amato così come sei. Ricordi cosa disse a Geremia? Prima ancora che ti formassi io già ti conoscevo, prima ancora che tu nascessi io già ti avevo scelto… Ma pensa anche alle parole di Gesù “non voi avete scelto me ma io ho scelto voi…”.
Nel sacerdozio noi siamo soggetti passivi perchè ci limitiamo a rispondere ad un invito che un Altro ci fa. E Lui quando chiama… sa bene chi siamo. Quindi se ti ha chiamato e tu hai risposto evviva. Tutto il resto è ininfluente. Come diceva don Tonino Bello esulta di gioia perché puoi dire al mondo “non si è vergognato di me”.
Certo, immagino che vivere questa scoperta da soli non sia una cosa facile e sarebbe davvero bello se si potesse costruire una piccola comunità di preti omosessuali che, lontana da ogni fine peccaminoso, si incontrasse periodicamente e si aiutassero vicendevolmente a vivere ed affrontare le proprie difficoltà… so che una volta era stato creato un gruppo* ma non so dirti se sia ancora vivo e soprattutto se fosse o meno serio. Con il tuo padre spirituale hai parlato di te?
Ciao
don Luca
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* Nota della redazione. In effetti confermiamo le parole di don Luca, attualmente in Italia c’è un gruppo informale di auto-aiuto per sacerdoti omosessuali, si chiama Internos e s’incontra mensilmente a Roma.