Il don risponde. Solo perché amo una donna sono una “peccatrice” per la mia famiglia e per il gruppo di Rinnovamento
Email inviataci da Anna, risponde don Luca
Ciao, mi chiamo Anna ho 19 anni e abito in un piccolo paesino della lombardia, dove vivo con i miei genitori e mio fratello con cui, da alcuni anni, frequentiamo un gruppo di Rinnovamento nello Spirito. Sono lesbica e purtroppo i miei sono venuti a conoscenza del mio orientamento sessuale e hanno reagito malissimo, mi ritengono una malata e dicono di volermi mandare da uno psicologo o, se non mi pento e cambio, da un’esorcista per cambiare questa cosa vergognosa (il mio orientamento).
Mi considerano una vergogna per loro e una peccatrice agli occhi di Dio, ma la cosa più brutta e’ che definiscono un “disastro” l’amore che provo per la mia ragazza. Le loro parole mi feriscono profondamente perché so che non ho nulla di sbagliato, da tutti i punti di vista..
Vorrei potermi sentire ancora a casa, ma loro non vogliono accettare la mia “diversità”. Vorrei andare via di casa, ma non ne ho la possibilità economica.. Non so come fare. Per ora la preghiera e la vicinanza di mio fratello mi stanno aiutando a resistere.
Mi dispiace vedere così i miei genitori ma ancora di più sentire così silenziosa e ostile la mia comunità di fede di Rinnovamento con cui ho camminato in questi anni. Mi vengono alla mente le parole della Bibbia “per loro non c’era posto” e oggi ho capito che da loro che non c’è più posto per me… Cosa sono serviti tutti quei momenti di preghiera insieme, quelle profonde discussione sull’amore di Dio, sembrano davvero parole nel vento… lo so sono arrabbiata con loro, mi aspettavo almeno una parola o un gesto di accoglienza ed ho trovato solo imbarazzo e silenzio.
Scusatemi per lo sfogo e grazie per avermi ascoltata, è già qualcosa
Anna
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La risposta…
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Cara Anna, ci sta il momento di arrabbiatura e delusione, e non preoccuparti per lo sfogo. Sono contento che, almeno in tuo fratello, tu possa trovare un aiuto e un supporto e mi piacerebbe tanto che anche il tuo parroco potesse annunciarti quell’amore misericordioso su cui il papa insiste molto, chissà se hai provato a parlare con lui, chissà cosa ti ha detto, chissà che tipo è… Veniamo a noi. Intanto: ti preoccupi più della reazione della tua comunità di fede che di quella della tua famiglia. Male, malissimo. La tua prima comunità di fede è proprio la tua famiglia. La famiglia è la “prima chiesa”, così la definisce il Vaticano II, ed è questa che ti deve stare prima di tutto a cuore perché è lei, che dopo averti generato alla vita, ti ha rigenerato in Cristo con il Battesimo.
I tuoi hanno avuto una reazione piuttosto scomposta che denota sopratutto una grande ignoranza (e guarda che parlo di ignoranza dando a questo termine un’accezione letterale e non spregiativa). Hai mai provato a chiedergli perché credono che tu sia “sbagliata”? Senza urlare o sbraitare, ma seduti insieme, con calma fermarsi a riflettere se davvero sei “una vergogna”. Se ti dicono che tu sei malata… chiedigli se per piacere ti trovano fuori un qualsiasi punto del Magistero di Santa Romana Chiesa in cui si dice che essere omosessuali è una malattia.
Se ti dicono che tu sei indemoniata, chiedi per piacere che ti trovino fuori un qualsiasi punto del Magistero di Santa Romana Chiesa in cui si dice che essere omosessuali vuol dire essere indemoniati.
Sei una peccatrice? Su quello hanno ragione ma che ti dicano se vi è qualcuno che non è peccatore. Loro sono forse privi di peccato? Loro sarebbero stati così arditi da scagliare la famosa pietra nel noto racconto evangelico?
Ti anticipo io le risposte:
– in NESSUN punto del Magistero di Santa Romana Chiesa si dice che l’omosessualità è una malattia;
– in NESSUN punto del Magistero di Santa Romana Chiesa si dice che l’omosessualità è legata alla possessione demoniaca;
– sono sicuro al 99,999999999999% che anche i tuoi, come te, come il Papa e tutti i Santi, sono peccatori e salvati per grazia, non certo merito.
Ricorda ai tuoi genitori quel bellissimo passo del bravo evangelico in cui Gesù ammonisce i farisei (quelli che si credevano più bravi, buoni e belli di tutti) dicendo loro: “i pubblicani e le prostitute vi passeranno innanzi nel Regno dei Cieli”… che inquietudine che mettono queste parole, ma quanto rischiano di essere vere, anche ai nostri giorni dove troppa gente si crede giusta davanti a Dio e autorizzata a giudicare e condannare… Eppure il Signore è stato ben esplicito nel suo ammonimento. E’ proprio vero, cara amica, che – come leggiamo in Samuele – l’uomo guarda l’apparenza, ma Dio… Dio guarda il cuore. E solo tu sai cosa c’è nel tuo cuore, solo tu sai quanto puro e vero è il tuo amore.
Mi dispiace si vergognino di te, e mi auguro vivamente che rientrino in quelle frasi che si dicono nell’impeto del momento, durante una litigata, ma che non esprimano davvero il proprio pensiero. In ogni caso sappi che, come ci ricorda il Signore in Isaia 49,15
“Si dimentica forse una donna del suo bambino,
così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?
Anche se queste donne si dimenticassero,
io invece non ti dimenticherò mai.”
Dio non si dimentica di te. Dio non si vergogna di te. Sei per Dio figlia amata di amore infinito. Sei per Dio opera delle sue mani, è Lui che ti ha pensata, voluta, amata e chiamata all’esistenza. I tuoi genitori osano forse contestare l’opera delle mani di Dio? Ma, proprio perché opera delle Sue mani, siamo chiamati ad essere anche Sua immagine… prima di tutto nell’amore.
Non odiare i tuoi e soprattutto non pensare neppure per un istante di scappare e scordarti di loro. Quando c’è un problema… bisogna risolverlo, non scappare. A maggior ragione se coinvolge persone importanti come i genitori.
Vogliono mandarti da uno psicologo? Ma lo sanno cosa pensa delle teorie riparative l’Associazione degli Psicologi e Psichiatri Cattolici Italiani? Dice l’APPCI: “Da parte degli psicologi e degli psichiatri cattolici non c’è nessuna difficoltà oggi a riconoscere il contributo della comunità scientifica dove ormai c’è un consenso unanime nel dire che l’omosessualità non è una patologia. Per questi approcci è suonato ormai un vero e proprio requiem. Si tende ad accomunare le terapie riparative ad un approccio cattolico ma questo è sbagliato perché tali terapie partono da un presupposto non scientifico e cioè che l’omosessualità sia una malattia. I cosiddetti riparatori non sono certo gli psichiatri e gli psicologi cattolici.
Oggi sentiamo di dire una parola definitiva sul fatto che le teorie riparative non sono praticabili e sono riprovevoli. Oggi noi diciamo che l’omosessualità è una variante del comportamento sessuale”. Quindi sfatiamo anche questo mito che vuole i cattolici intenti in campagne riparatorie… qualche pazzo che propugna queste idee c’è (uno di questi ha di recente fondato anche un giornale), ma se è per questo c’è anche gente che ritiene di essere stata messa incinta dagli alieni…
La tua comunità Rinnovamento ti ha emarginato… si vede che lo Spirito si è fermato da un’altra parte e loro di rinnovato hanno ben poco. Io personalmente sono sempre stato piuttosto scettico nei confronti dei vari movimenti per una connotazione intrinseca che hanno ad “escludere” ciò che non è a loro omologato… in genere gli aderenti ai movimenti sembrano tutti soldatini fatti con lo stampino. Ma la Chiesa è una comunità di persone, non di soldatini fotocopie uno dell’altro. Quindi se ti hanno emarginato… poco male. Vivi la tua fede nella tua comunità parrocchiale sperando che in essa (come mi auguro) lo Spirito Santo soffi più forte.
Riguardo al rapporto con la tua ragazza, ti invito a rileggere la risposta che diedi a Rosaria, una ragazza lesbica innamorata, tempo fa (leggi qui). Stai serena, cara amata figlia di Dio, e nella purezza e nella sincerità del tuo amore mostra ad ogni uomo il Suo amore.
don Luca