Il doppio annuncio del giorno di Pasqua per le persone in ricerca
Riflessioni dei genitori Mara e Agostino di 3volteGenitori, rete per genitori cristiani con figli LGBT
Carissimi tutti, buona Pasqua, un augurio di nuova vita e risurrezione. Siamo particolarmente vicini a chi è nel dolore e nella preoccupazione e non vogliamo che queste parole risultino inappropriate o irrispettose verso chi è stato così dolorosamente colpito, ma come ci ha detto il Papa ieri sera: “La speranza di Cristo è diversa. Immette nel cuore la certezza che Dio sa volgere tutto al bene, perché persino dalla tomba fa uscire la morte”.
Questa mattina, nelle lodi recitate online insieme ai giovani, abbiamo ricevuto un regalo inaspettato (veramente sollecitato a sorpresa da Gianni Geraci, grazie!!!) e abbiamo pensato di farne dono anche a tutti voi: il commento di padre Pino Piva al Vangelo della risurrezione di Marco:
“Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?». Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: «Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto»». Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite” (Mc, 16,1-8).
La stesura originaria del Vangelo di Marco termina con questo versetto 8 del cap.16; cioè con le donne che scappano via impaurite, e che non dicono niente a nessuno. Certo, in seguito la Comunità Cristiana, vista la mancanza dell’annuncio pasquale, ha aggiunto gli ultimi versetti con il racconto delle apparizioni di Gesù, un riassunto dei racconti pasquali degli altri evangelisti.
Ma è significativo che il Vangelo di Marco in origine terminasse con le donne che scappavano via senza dire nulla. Questo perché quello di Marco è il Vangelo adatto a chi si sta formando nella fede, ed è in cammino; è per i catecumeni, cioè per chi sta per diventare cristiano. Il Vangelo, allora, va letto più e più volte, per arrivare a credere che Gesù è veramente il figlio di Dio e non soltanto un grande uomo, un grande un profeta che purtroppo ha fallito, perché è stato ucciso. Sono necessarie almeno due letture del Vangelo; due letture incarnate dai personaggi del breve testo della risurrezione: le donne; e il giovane vestito con la veste bianca.
C’è quindi una prima lettura, quella delle donne. Esse avevano seguito Gesù, si, ma “da lontano”. Durante la Passione, accecate dal dolore, non capiscono davvero il dono che in quel momento Gesù fa della sua vita; il dono pieno dell’amore del Padre, di Dio. Loro avevano vissuto la bella esperienza della sequela di Gesù; le sue parole avevano infiammato il loro cuore…
Ma poi la storia è andata male: Gesù è morto, ed è finito tutto! Andando al sepolcro non si aspettano altro che di trovare un corpo morto, da imbalsamare e seppellire di nuovo. Ma l’annuncio da parte del giovane, che Gesù è vivo, le destabilizza e le spaventa: non capiscono. Sono sopraffatte dalla meraviglia e dalla paura… che le rende mute.
Questa paura assomiglia molto alle nostre paure, di fronte a qualche evento che ci mostra un volto nuovo della realtà; inaspettato, pieno di nuove possibilità che, però, non riusciamo a capire, a gestire… e ci terrorizza, ci toglie la parola e ci fa fuggire…
Ecco, anche noi dobbiamo avere il coraggio di assumere questa paura, questo non capire; per poi riprendere di nuovo il cammino dall’inizio, umilmente, per poter capire.
La seconda “lettura” del Vangelo di Marco è quella del giovane vestito di bianco che annuncia la risurrezione. Il giovane forse è quel il ricco che ha rifiutato la proposta di Gesù al cap. 10, andando via triste. Provando a seguire Gesù nonostante le sue perplessità, forse è quello stesso giovane che troviamo nel Getzemani, rivestito solo di un lenzuolo, che all’arresto di Gesù fugge via nudo. Lui al Getzemani c’è andato, ha ascoltato la sofferenza e la preghiera di Gesù; ha cercato di partecipare a questa sofferenza e a questa preghiera – a differenza dei discepoli – e alla fine, come Gesù è rimasto nudo, spogliato di tutto. È entrato anche lui nella Passione con Gesù, ed è allora risorto insieme a Lui. Ha capito che quella morte è in realtà l’incomprensibile potenza dell’amore di Dio, del Padre, per tutti noi prigionieri del male… Per questo è questo giovane che annuncia la risurrezione; la potenza dell’amore e della vita di Dio. Ora è rivestito di una veste bianca, la veste del battesimo; la veste della nuova identità di figli di Dio. Egli ha compreso che l’amore di Dio è così grande da lasciarsi uccidere; per questo è forza e vita.
Anche noi siamo chiamati a percorrere la Passione di Gesù, per annunciare la sua risurrezione. Proviamo a leggervi il cammino di consapevolezza delle persone omosessuali, dei loro genitori, e dei loro amici e accompagnatori. Ci sono diversi modi di prendere consapevolezza della propria identità omosessuale, e così anche per i genitori che scoprono l’ identità dei loro figli.
C’è un primo momento – una prima “lettura” – in cui questa scoperta e consapevolezza spaventa a morte; è vista solo come una maledizione, una lontananza dalla vita e da Dio… che fa fuggire, nascondersi, e ci rende muti.
Ma c’è poi una seconda “lettura”, che ci permette di entrare dentro al mistero di questa identità inaspettata e fuori “schema”, e leggerla con gli occhi dell’amore di Dio. Un amore che da sempre ha dato dignità; da sempre ha visto questi figli “come un prodigio” ed è sempre stato vicino, con il suo sostegno.
Ma per vedere con occhi diversi, con gli occhi di Dio e della fede, dobbiamo entrare anche noi nella Passione con gli occhi dell’amore, come Gesù. Passare attraverso la spoliazione, e la nudità di questa identità “scomoda”… altrimenti non si può risorgere.
Così, il coming-out è come l’annuncio di quel giovane vestito di bianco: non rivela solo la propria nuova identità, riconciliata; ma nel farlo, rivela prima di tutto l’amore di Dio che mi ha fatto come sono; mi hai fatto “come un prodigio”, e mi ama profondamente, e mi dà vita.
L’augurio di Pasqua, allora, è quello di comprendere l’amore grande di Gesù per ciascuno di noi, che passa attraverso la passione e la sofferenza… Assumerlo, rivestirsene e saperlo annunciare.
Questo è l’augurio di buona Pasqua di padre Pino che noi vi trasmettiamo.