Il dovere cristiano dell’accoglienza (3 Giovanni 5-8)
Riflessioni di don Fabio
“…ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito.” (Matteo 25:35)
Dalla terza lettera di san Giovanni apostolo (3 Giovanni 5-8): “Carissimo [Gaio], tu ti comporti fedelmente in tutto ciò che fai in favore dei fratelli, benché stranieri […] Noi perciò dobbiamo accogliere tali persone per diventare collaboratori della verità”.
Quanto mai attuale e provvidenziale la prima lettura di questo sabato 12 novembre. Dico provvidenziale perché, ahimè, stiamo continuando ad assistere al vergognoso “gioco” perverso di scaricabarile sulla responsabilità di accoglienza verso i migranti, di qualsiasi nazionalità siano.
Soprattutto per quei governanti, in primis i nostri, che si vantano di essere cristiano-cattolici.
Beh… per san Giovanni, ma lo aveva detto già molto tempo prima Dio per mezzo dei profeti, e poi ribadito più volte Gesù, l’accoglienza è un dovere, non un optional: “Noi DOBBIAMO accogliere tali persone per diventare collaboratori della verità”.
Sempre san Giovanni, nella stessa lettera, rimproverando un altro suo figlio che non accoglie gli stranieri, ai versetti 10 e 11 dice: “Per questo, se verrò, gli rinfaccerò le cose che va facendo, sparlando di noi con discorsi maligni. Non contento di questo, non riceve i fratelli e impedisce di farlo a quelli che lo vorrebbero e li scaccia dalla Chiesa. Carissimo, non imitare il male, ma il bene. Chi fa il bene è da Dio; chi fa il male non ha veduto Dio”.
Con affetto, Fabio!