Mondo cattolico. Il fecondo dialogo di Küng
Articolo del 22 gennaio 2013 di Filippo Gentiloni pubblicato su il manifesto
Nel mondo cattolico le critiche sono piuttosto rare. È, quindi, molto significativa la voce di Hans Küng, ben noto teologo cattolico svizzero, fortemente in dissenso nei confronti di vari aspetti della dottrina della chiesa che continua ad essere la sua.
Già nel 1970 Küng aveva dichiarato inaccettabile la dottrina della infallibilità papale. Nel 1979 gli era stata revocata l’autorizzazione all’insegnamento della teologia cattolica. In seguito Küng ha rincarato la dose nel presentare l’attuale papa un po’ come un Putin cattolico.
Gli rimprovera di avere nascosto vari casi di crimini sessuali commessi da preti cattolici; gli rimprovera anche un eccesso di pomposità destinata al solo scopo di osannarlo. Küng condanna anche le mancanze cattoliche nella riconciliazione con il protestantesimo, con l’ortodossia e anche con i musulmani. Nel campo dell’etica, Küng denuncia che non è stato fatto nulla per le popolazioni africane e si è impedita una seria politica di controllo delle nascite.
Küng confida nell’attività di credenti che non intendono tollerare oltre lo stato di fatto cattolico. I suoi dati gli dicono che in Austria ci sarebbero fra 300 e 400 preti pronti alla sollevazione nonostante la condanna del vescovo di Vienna e che in Svizzera ce ne sarebbero oltre 150. I contestatori sostengono posizioni tutto sommato modeste, come sarebbe ammettere alla comunione anche i divorziati risposati, aprire alle donne la gerarchia, lasciare più spazio ai laici. Posizioni tutte bocciate dal vaticano.
Da venti anni Küng è animatore di un fecondo dialogo tra le fedi religiose. Il suo impegno rimane stimolante in tutti i campi, anche se le convenienze del momento cercano ancora di coprirlo.