Il Gender, Peppa Pig e il vescovo di Ventimiglia
Riflessioni di Massimo Battaglio
Nel partito della Meloni, è iniziata la battaglia contro la “compagna” Peppa Pig. Pare che la porcellina rosa dei cartoni abbia idee troppo “di sinistra” per non meritare le dure critiche dei Fratelli d’Italia. Sì perché, a quanto pare, nei prossimi episodi della serie per bambini, comparirà addirittura un maialetto con due mamme. E’ il gender! Un’autentica porcheria (per l’appunto) per indottrinare i piccini (sono ironico, ovviamente).
Il responsabile per la cultura di FdI Federico Mollicone, candidato nel collegio plurinominale Lazio 1-01 della Camera dei Deputati, non si è espresso proprio così ma quasi:
“È inaccettabile la scelta degli autori del cartone animato Peppa Pig – ha dichiarato alla stampa – di inserire un personaggio con due mamme. Ancora una volta il politicamente corretto ha colpito. E a farne le spese sono i nostri figli”. Ha poi aggiunto: “Come ha dimostrato recentemente Giorgia Meloni siamo e saremo sempre in prima linea contro le discriminazioni”. (Crediamoci). “ma non possiamo accettare l’indottrinamento gender”. Quindi: “Chiediamo alla RAI, che acquista i diritti sulle serie di Peppa Pig in Italia col canone di tutti gli italiani, di non trasmettere l’episodio in questione su nessun canale o piattaforma web”.
Farei presente che, con lo stesso canone Rai, gli italiani finanziano anche un sacco di altre cose. Per esempio, vanno in onda diverse ore settimanali di trasmissioni a carattere religioso e segnatamente cattolico, oltre a trasmissioni in cui si diffondono opinioni non certo libertarie come quelle di Bruno Vespa. Ma, tutto sommato, devo ammettere che la boutade su Peppa Pig sarebbe divertente, se non ci fosse da aver paura.
Più preoccupante è che, sulla stessa linea anti-peppa-pig, si schieri il solito vescovo di Ventimiglia. Monsignor Suetta ha inviato una lettera a tutti i fedeli. Ha invitato a non votare per “candidati, partiti, programmi e proposte in contrasto con i cosiddetti e famosi valori non negoziabili e i principi fondamentali della dottrina cattolica circa la morale”. Per essere ancora più chiaro, ha specificato cosa si intende per “programmi in contrasto coi principi fondamentali”. Essi sono “le istanze della ideologia gender, il suicidio assistito o l’eutanasia”. Si aggiunge poi “il cosiddetto riconoscimento dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne”.
Ringrazio Sua Eccellenza per l’illuminante insegnamento. Io ero convinto che i principi di Gesù in materia politica fossero riassunti nell’adagio “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio” (Mt 22,21, Mc 12,17, Lc 20,25). Forse la facevo troppo facile. Mi ero fatto addirittura l’idea che il programma sociale dei cristiani dovesse uniformarsi in qualche modo al “discorso della montagna”: beati i poveri, beati gli operatori di pace, quelle cose lì.
Pensavo persino che, nello scegliere la propria parte politica, bastasse ricordare i versetti centrali del Magnificat. Mi illudevo del senso di parole come: “ha spodestato i potenti dai troni e ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati e ha rimandato i ricchi a mani vuote” (Lc 1, 52-53). Credevo nel racconto del giudizio universale: “avevo fame e mi avete dato da mangiare… ero straniero e mi avete ospitato” (Mt 25,35-44). Non mi è proprio mai venuto in mente che Gesù fosse sceso in terra per abbattere il gender! Che distratto, che sono!
Illuminante la risposta che Agedo dà a Suetta in una lettera aperta del 7 settembre:
“L’occasione delle elezioni politiche Le ha dato modo, anche questa volta, di interpretare il ruolo di attivista politico invece di quello di presule di Santa Romana Chiesa e di fare così una lezione di dottrina ai credenti della sua diocesi allo scopo di influenzare pesantemente le loro scelte di voto alle prossime politiche”. Così il presidente Fiorenzo Gimelli.
“Voglio chiarire – prosegue – che l’ideologia gender non esiste mentre esistono persone omosessuali e persone con varianza di identità di genere, varianti naturali della persona umana, come spiegano l’Istituto Superiore di Sanità e le massime autorità scientifiche di tutto il mondo. Per queste persone, la diffusione continua di questa fake news, di carattere squisitamente ideologico e non scientifico, è un vero impedimento alla vita”.
Gimelli entra infine nel merito dell’iniziativa del vescovo: “Esistono norme precise che chiunque può leggere in tutti i seggi elettorali”. Cita quindi il DPR 30 marzo 1957: “Il pubblico ufficiale, l’incaricato di un pubblico esercizio, … il ministro di qualsiasi culto, che, abusando delle proprie attribuzioni, si adopera a (…) vincolare i suffragi degli elettori a favore o in pregiudizio a determinate liste o di determinati candidati (…) è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da lire 600.000 a 4.000.000” .
Purtroppo, penso che il giudice che indaga su Suetta debba ancora nascere. Per fortuna, immagino che non sia ancora nato nemmeno quello che fa le pulci a Peppa Pig. Mi permetto solo di notare che i difensori dei “valori non negoziabili” sono davvero messi male.
Sono ridotti a ripetere sempre la medesima cosa, sia che si tratti delle elezioni che del Festival di Sanremo. Pregherò per loro.