Il gesuita James Martin riflette su come rispondere a chi attacca gli altri in nome della Bibbia
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Il gesuita americano James Martin, editorialista della rivista cattolica America e autore del libro “Un ponte da costruire. Una relazione nuova tra Chiesa e persone Lgbt” (Editore Marcianum, 2018) spiega con un sorriso come comportarsi su Facebook o su Twitter con chi attacca violentemente gli altri cristiani ergendosi a unico difensore della “vera fede”.
Padre James, che sará ospite, con un contributo sull’accoglienza delle persone lgbt nella chiesa cattolica, al prossimo incontro mondiale delle famiglie cattoliche di Dublino e anche del 5° Forum dei cristiani LGBT (Albano Laziale, 5-7 ottobre 2018), afferma nel suo video:
“Come tutti quelli che sono su Twitter ho ricevuto la mia parte di commenti cattivi. Eccone alcuni. Sono tutti autentici e selezionati per voi dalla redazione della rivista America: “Tu svilisci i tuoi voti sacerdotali diffondendo eresia e confusione”; “La tua negligenza nel condurre il gregge dimostra la tua superbia”; “E sempre bene avere un eretico in Vaticano che si occupa di comunicazione”; “Questo triste e confuso prete sembra gloriarsi nel portare le anime fuori strada”; “sei triste e confuso”; “Padre, tutto ciò è così dannatamente banale perché cerchi di sembra meno scontato quando approvi il male”; “A morte i gesuiti” (Questa è buona).
(…) Tweets e commenti cattivi su Twitter, Facebook, Instagram non mi preoccupano più di tanto. Perché no? Per poche semplici ragioni. Forse alcune di queste potrebbero aiutarti quando succederà anche a Te.
Per prima cosa non tutti saranno d’accordo con te. Ancor meno gli piacerai. Questo è vero sui social come nella vita. Non tutti amavano Gesù, anche se era uno molto in gamba.
Secondo: iniziare una conversazione con questi commentatori ti porta a essere intrappolato in dibattiti senza fine, dove nessuno finisce per convincere l’altro di niente. Quindi si tratta di una bella perdita di tempo.
Terzo: Quando mi chiamano eretico o cose così, so che non è vero. Quindi perché dovrei dare ascolto a ciò che non è vero?
Se stai camminando per strada e qualcuno ti grida che sei un assassino non gli daresti ascolto. Vero? Quindi perché dare ascolto alle falsità dette sui social media?
A proposito, non penso che tu sia un assassino. Ma se non è vero, non lasciarlo entrare.
Quarto: Alcuni commenti sono infarciti di termini teologici assurdi o almeno sconclusionati. E’ un paese libero ma le cose folli che la gente dice non servono a farti sentire meglio. Alla fine ho scoperto il bottone “mute” su twitter ,così le persone possono dire ciò che vogliono senza che tu le legga.
Essi possono dar sfogo al loro malumore e puoi riposare tranquillo. E tutti sono felici.
La persona che ha inventato questo bottone su twitter dovrebbe essere canonizzata! Dovrebbe essere canonizzata nello stesso giorno la persona che su Facebook ha inventato il pulsante “banna” e “cancella”
La cosa più sorprendente è che questi sedicenti cristiani sembrano aver scordato non solo il comandamento di Gesù di amarci l’un l’altro ma qualcos’altro, dal Vangelo di Matteo quando Gesù dice “Chi chiama suo fratello “Raca” (idiota) sarà condotto al Sinedrio e chi chiama suo fratello “pazzo” sarà condotto nel fuoco della Geenna”. In pratica Gesù dice che se parli male di qualcuno non solo manchi di carità, non solo sarai sottoposto a giudizio ma andrai all’inferno Questo non è parlar male, questo è Gesù.
Ricordatelo la prossima volta che provi a dare dell’eretico o dell’idiota a qualcuno. Alcune persone affermano di essere giustificate nel fare questo perché se una persona sbaglia qualcuno deve pur giudicarla. Il problema è che Gesù ha detto molto chiaramente: “Non giudicare“.
Alle persone che sono state bersaglio di questi commenti malvagi dico: Fate in modo che non vi infastidiscano. E a quelli che li scrivono dico: ricordate che l’inferno non è un gran bel posto
e che dovete trattare le persone con rispetto; anche se non si è d’accordo con loro. Questo può condurci verso un dibattito piacevole che può aiutare tutti a imparare qualcosa e può favorire la carità e l’amore.
Questo modo di fare può essere il tuo biglietto per il paradiso, dove nessuno è mai cattivo con nessuno”.