Il Lesbismo nell’arte. Troppo sensuale per chiamarlo col suo nome
Articolo di Magda Michalska pubblicato sul sito Daily Art Magazine (Stati Uniti) il 17 maggio 2022, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Avere mai riflettuto sulla presenza dell’omosessualità nell’arte? Oggi viaggeremo un po’ nel tempo per vedere come l’arte ha trattato il soggetto “lesbiche”. Scopriamo la storia del lesbismo nell’arte. Sicuramente, non ci sono molte rappresentazioni di omosessuali (nell’arte) quante ce ne sono di eterosessuali, dal momento che, per molti secoli, le diverse società l’hanno repressa (e ancora oggi, in molti Paesi, succede la stessa cosa).
Comunque, come probabilmente si può immaginare, l’omosessualità maschile è stata sicuramente più presente nella storia dell’arte – probabilmente perché questa era dominata dagli uomini, molti dei quali erano omosessuali o bisessuali. Per molti l’omosessualità femminile è stata un mistero, un argomento pericoloso da esplorare. Tuttavia, se qualcosa di erotico – e lesbico – è stato fatto, di solito è dagli uomini per gli uomini…
PRIMA DELLA NOSTRA ERA
Gli antichi greci erano all’avanguardia in molti aspetti, tra cui l’omosessualità, che per loro era parte naturale della vita. E così erano le sue rappresentazioni nelle arti decorative, come ad esempio, la pittura vascolare.
MOLTO TEMPO DOPO
Sembra che il Medioevo e il Rinascimento abbiano evitato l’argomento o l’abbiano trattato in modo discreto. Non ho trovato opere significative, anche se si può forse intuire, in molti miti illustrati da Peter Paul Rubens o Tiziano, delle sfumature lesbiche.
Simili fenomeni sono riscontrabili nel XVIII secolo; per esempio possiamo trovarne alcuni suggerimenti delicati nei dipinti idilliaci di Francois Boucher.
Comunque mi concentrerò su rappresentazioni molto dirette riemerse nell’arte durante il XIX secolo, iniziando dal mio ribelle preferito: Gustave Courbet. Questo ragazzo amava scioccare – ricordate l’Origine del Mondo? Viveva di polemiche e dipingere due donne abbracciate gli ha causato, ovviamente, parecchi clamori: non si permise di esibire in pubblico il quadro “Le Sommeil” fino al 1988.
MOMENTI INTIMI SUPERIORI A TUTTO
Non possiamo non parlare di Henri de Toulouse-Lautrec e dei suoi studi di prostitute. Lautrec, lui stesso un loro cliente, fu accettato dalle stesse prostitute come un compagno emarginato. A volte faceva le valigie e si trasferiva in un bordello per giorni o mesi. Gli era permesso di gironzolare liberamente e di fare schizzi a suo piacimento, o anche su commissione degli stessi bordelli.
Crebbe vicino alle sue modelle, cosa che gli permise anche di studiarle nei loro momenti intimi. Giocava con loro, faceva loro regali, e, quando erano libere, le accompagnava al suo studio, nei ristoranti, al circo, e a teatro. Una volta descrisse così la scena di due donne sdraiate insieme sul divano: “È superiore a tutto. Nulla si può paragonare a qualcosa di così semplice.”
UNA SORPRESA DALL’EUROPA ORIENTALE
Jan Ciągliński è stato un pittore polacco che ha vissuto e operato nell’impero russo. È stato uno dei primi esponenti dell’Impressionismo in Russia, cosa che si può considerare piuttosto atipica per un professore dell’Accademia di Belle Arti che diffondeva l’arte accademica. Comunque, come mostrano i dipinti, Ciągliński fu una persona lungimirante che non poteva essere trattenuto dalle convenzioni della rigida società russa.
TROPPO SENSUALE PER CHIAMARLO CON IL SUO VERO NOME
Il marchese Franz von Bayros, un artista austriaco figlio di un nobiluomo spagnolo, visto che il suo principale interesse era l’arte erotica, ha lavorato con lo pseudonimo di Choisy Le Conin. Ha creato illustrazioni per il suo tempo decadente, seguendo lo stile di Aubrey Beardsley. È stato, probabilmente, il primo “artista fetish”, e le sue illustrazioni sono conosciute per l’erotismo nascosto negli intricati dettagli della sua produzione.
PIÙ CONTROVERSIE, PER FAVORE!
Alcuni studiosi hanno sottolineato che si può vedere l’arte erotica come un’arma socio-politica e come una forza culturalmente progressista. In questo genere, Gustav Klimt viene spesso visto come un artista che ha contribuito all’emancipazione delle donne, dal momento che costituivano il suo principale interesse artistico, e anche alla riscoperta del potere perduto dell’elemento erotico visto che la sua arte e compenetrata di energia, così controverso per i suoi contemporanei e critici del suo tempo dai suoi costumi culturali piuttosto antiquati.
CONDANNATELI TUTTI!
Auguste Rodin ha creato un certo numero di opere sul tema del lesbismo, che, ai suoi tempi, era considerato un disordine mentale. Mostrare un’attività sessuale tra donne sarebbe potuto servire a sconvolgere il pubblico per sottolineare così la pericolosa natura della sessualità femminile.
Anche se molti dei pezzi di Rodin furono ammirati quando Rodin era vivente, questo (Donne Dannate n.d.t.) non fu mai esposto durante la sua vita per il suo “sfacciato omoerotismo”. Il titolo è stato ispirato dalla Divina Commedia dantesca, un importante riferimento per Rodin e i suoi contemporanei, anche in termini di costumi sessuali.
Come avete senz’altro notato, tutte queste opere, sono di uomini. Su quest’argomento, ci sono pochissimi lavori di qualità fatti dalle donne stesse. La ragione più probabile è il fatto che, in generale, le lesbiche non abbiano praticamente avuto alcuna possibilità di esprimersi in pubblico. Al contrario, furono represse, ridotte al silenzio e cancellate dagli spazi comuni.
Testo originale: Lesbianism in Art?