Il male non è nell’omosessualità ma nella sofferenza causata dall’omofobia interiorizzata
Email inviataci da Lorenzo
Mi sento di ringraziare di cuore il servizio “Mi fido di te”, per avermi messo in contatto con persone e consulenti, non solo competenti ma anche ricchi di esperienza e di profonda umanità.
Lo scambio, il dialogo, la comunicazione sono indispensabili, per chi si trova a vivere in una condizione di disagio e di conflitto interiore.
In breve la mia situazione. Sono ormai in pensione, sposato con moglie e figli, ed ora anche nonno.
Mi sono accorto del mio orientamento già dall’adolescenza ma il contesto familiare, sociale, culturale di circa 50 anni fa instillò in me quella che, scientificamente, si chiama “omofobia interiorizzata”. Paura di essere sbagliato e necessità di dover superare quella condizione. Poi il destino mi fece incontrare la ragazza, che poi ho sposato.
Non ho mai avuto rapporti omosessuali, in vita mia. Sono rimasto sempre fedele a mia moglie. Ho avuto due bei figli. A detta loro, sono stato un ottimo padre. La relazione con mia moglie, ogni tanto, conflittuale. L’intimità sessuale, pur con frequenti disfunzioni, nel complesso accettabile.
Quella che mi ha accompagnato e si è acuita, negli ultimi anni, è una nevrosi ossessiva, che mi ha spinto ad andare, varie volte, in psicoterapia. Fare coming out, col rischio di rompere il matrimonio, non l’ho mai preso in considerazione. Con mia moglie ho parlato, qualche volta, di omosessualità latente, che era emersa nella psicoterapia.
Il conflitto, che mi porto dentro, mi ha spinto a chiedere aiuto al servizio Mi fido di te de la Tenda di Gionata. Il servizio mi è stato utile, perchè mi ha aiutato a vedere, con maggiore serenità, la mia condizione: non è una colpa avere un orientamento omosessuale; non è una colpa aver fatto, a suo tempo, la scelta del matrimonio; non è una colpa aver tenuto per sè un segreto così grande. I consulenti del servizio MI FIDO DI TE mi hanno aiutato a riflettere, in questo senso.
Essere rimasto sempre fedele ha avuto un costo alto. Ma ho avuto, in cambio, grandi ricompense: i figli, la famiglia, le esperienze di coppia, le relazioni, gli impegni nel sociale ecc.
Ho capito che il male non è nell’omosessualità ma nella sofferenza, dovuta all’omofobia interiorizzata. E’ questa che porta all’insicurezza, all’ansia, al conflitto interiore, alle nevrosi e spesso a forme di compulsività o di dipendenza sessuale.
Superare l’omofobia: questo è il compito di una società evoluta.
Superando l’omofobia interiorizzata, tantissimi omosessuali potrebbero vivere una sessualità integrata, all’interno di una relazione interpersonale, feconda e generativa, in molteplici dimensioni della vita.
Ringrazio, pertanto, il Progetto Gionata, la Tenda di Gionata e il servizio Mi fido di te, per il sostegno che mi hanno dato e per il contributo, che stanno offrendo, alla società e alla chiesa, nella maturazione di una vera e reale visione dell’omosessualità.
Fraterni Saluti