Il matrimonio, un doloroso problema per gli ebrei omosessuali
Si chiamano Eyal, 19 anni; Yoni, 23 anni; David, 26 anni. Sono nati in una famiglia ebrea e sono vissuti in periferia. Sono omosessuali: per loro è un problema?
Come hanno scoperto la loro omosessualità
Yoni: verso i 15-16 anni ho avuto qualche piccolo dubbio sul mio compagno d’infanzia ed ho capito che egli era omosessuale quando mi ha detto che se ne era reso conto grazie a me. Io sapevo ciò che volevo già dall’età di nove anni, avevo soltanto amiche femmine ed ho iniziato ad uscire da molto giovane poichè pensavo di non aver nulla da guadagnarci a ciondolare con i compagni nell’androne delle scale.
Ho preferito partire per Parigi. Avevo sentito parlare del Marais e sono andato làggiù a fare nuove conoscenze. Ma ho aspettato cinque anni prima di avere la mia prima relazione.
Eyal: Io ho iniziato a chattare su Internet a 10 anni ed ho incontrato i miei primi ragazzi verso i 15 anni. Avevo continui appuntamenti nei bar, anche se avevo paura di imbattermi in ragazzi pericolosi. Ciò non è successo, ma ho incontrato persone più grandi di me, che mi hanno fatto conoscere l’ambiente omosessuale.
David: Sono compagno di giovinezza di Yoni e in partenza ero eterosessuale. Dal momento che ho avuto la mia prima relazione con un ragazzo, ho capito di essere omo.
Le tribolazioni
Yoni: Sono andato via dai miei genitori a 18 anni, avevo troppi problemi, mi facevo picchiare perché uscivo troppo e perché non ero costante nel frequentare la scuola. Per un po’ è stata dura, ho vissuto in albergo, ho trovato delle locazioni in condivisione.
Quando ho incontrato il mio ragazzo ho subito trovato una sistemazione insieme a lui e dopo alcuni mesi ho riallacciato i rapporti con la mia famiglia. Il mio ragazzo ha avuto dei gravi problemi e per tutto questo periodo gli ho dato il mio sostegno, ma lui mi ha lasciato per una ragazza.
Oggi con la mia famiglia non è stato chiarito ancora niente. Mia madre spera che io possa cambiare e mio padre non sa nulla. So benissimo che essi non l’accetteranno mai.
Parlano di me quando io non ci sono. Tutti ne parlano, ma mai davanti a me. Ho una famiglia costituita da più di 200 persone e nessuno di loro è omosessuale. Veramente uno sì, uno dei miei zii, che si è sposato e non è più gay.
David: Mia madre non ha sopportato di vedere che preferivo i ragazzi e per quattro anni non ci siamo visti. In seguito abbiamo potuto parlarci di nuovo, ma il mio orientamento sessuale non è mai stato affrontato.
Essere omosessuale ed ebreo
Eyal: Nessuna delle tre religioni monoteiste accetta l’omosessualità. Dunque non c’è niente da sperare da questo lato. In compenso si può sempre tentare di farsi accettare nella propria famiglia. Mio fratello maggiore vive in Israele e non si fa problemi nel venirmi a vedere sulla spiaggia gay di tel Aviv in mezzo a tutti i miei compagni omo e trans.
I gay in Israele
Eyal: Vado in Israele molte volte l’anno e trovo che l’atmosfera sia più cool per i gay. Tel Aviv è la terza città gay al mondo ed è possibile vedere due uomini che si tengono per mano senza che nessuno si volti a guardarli. I trans lavorano nei negozi e nessuno è turbato da questo fatto. Laggiù sto sempre ficcato in qualche locale e non ci sono problemi.
La pressione della famiglia
Yoni: Il problema realmente si porrà più tardi, verso i 30-35 anni, quando il vicinato insisterà per capire perché quel ragazzo non si sposa e proporrà di presentargli la tal ragazza o la talaltra altrettanto perfetta.
Da adesso, io rifiuto di presenziare a matrimoni, proprio a causa di questo fatto, per non trovarmi di fronte a ragazze da maritare.
Eyal: La speranza aiuta a vivere e i genitori spereranno sempre che si cambi, è così.
David: Fin che si è giovani, la famiglia e soprattutto le madri mantengono la speranza che noi si rientri nello schema matrimonio-figli, pur affermando che il loro desiderio prima di tutto è che noi si sia felici: Siamo sottoposti ad una forte pressione a trovarci una donna e sposarci.
Le tradizioni
Eyal: Il popolo ebraico non è numeroso sulla Terra e quello che può rappresentare per noi un problema, in quanto omosessuali, è il fatto di non poter avere figli, non trasmettere la tradizione ad una discendenza.
In fondo per i genitori la concezione della felicità è di sposarsi ed avere dei bambini e anche se essi mi accettano per quello che sono, tutto questo a loro creerà sempre un problema.
Testo originale: Le mariage. Ce douloureux problème (file jpg)