Il medioevo dei diritti sognato dalla Regione Lombardia
Riflessioni di Fabrizio Ravelli pubblicate su Repubblica.it il 22 settembre 2015
A volte è bello, perfino per chi vive in Lombardia, indulgere alla nostalgia del passato. Però, anche in questa attività, bisognerebbe darsi dei limiti. La nostra giunta regionale guidata da Roberto Maroni, talvolta, guarda con rimpianto al Medioevo. Giusto l’altroieri l’assessore alle Culture Cristina Cappellini della Lega ha annunciato che il prossimo 17 ottobre organizzerà in Regione un convegno intitolato “Nutrire la famiglia per nutrire il pianeta”, una formulazione molto spiritosa che fa il verso all’Expo ma va a parare da tutt’altra parte. Trattasi della battaglia, già intrapresa in un altro convegno lo scorso gennaio, contro la fantomatica “ideologia gender”. Una battaglia che impegna la Giunta regionale, la quale dovrebbe rappresentare tutti noi cittadini lombardi, a rimorchio dei fascisti di Forza Nuova e di alcuni settori del cattolicesimo più retrivo.
Questa “ideologia gender”, secondo la Cappellini, «mira a stravolgere la società e il futuro dei nostri bambini». Secondo Forza Nuova punta a introdurre nelle scuole ogni sorta di porcherie, compresi gli «omosessualismi ». Questa inesistente “ideologia gender”, in realtà, corrisponde alla definizione dei diritti delle coppie omosessuali, e in generale al rispetto delle cosiddette “diversità”. Quindi nessuna ideologia, ma di sicuro un tema cui anche la sinistra dovrebbe prestare maggiore attenzione. La Cappellini si appella ai sindaci, e vanta l’adesione di quelli di Prevalle e Capriolo, nel Bresciano. Roba forte. Si tranquillizzino, nessuno mette le mani sui bambini. Intanto, tolgano le loro dalle istituzioni.